Il mercato immobiliare in America. Aumentano i prezzi delle case nonostante le incertezze economiche

Negli ultimi mesi, l’economia statunitense si è trovata a una svolta, oscillando tra lo spettro di una recessione e la sfida persistente dell’inflazione galoppante. In mezzo a queste incertezze finanziarie, una sorprendente resilienza caratterizza il mercato immobiliare, dove la domanda rimane robusta e i prezzi delle case continuano a salire.

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Resilienza nel Mercato Immobiliare Nonostante le Disparità Economiche
Gli sforzi della Federal Reserve per contenere l’inflazione hanno portato a costi di prestito significativamente più elevati, evidenziati da tassi ipotecari al loro picco degli ultimi 22 anni. Nonostante questi tassi elevati, il mercato immobiliare ha sfidato le previsioni di un declino. Goldman Sachs, in una revisione significativa, prevede ora un aumento del 1,8 percento nei prezzi medi di chiusura delle case entro la fine dell’anno, un cambiamento significativo rispetto alla loro stima precedente di un calo del 2,2 percento. Questa resilienza può essere attribuita alla domanda implacabile di case e all’offerta limitata sul mercato. Una forte domanda, guidata da una varietà di fattori tra cui tendenze demografiche e una popolazione in crescita, unita a un inventario di case limitato, ha alimentato consistenti aumenti di prezzo. La situazione è riflessa nella recente revisione della previsione di prezzo delle case di Goldman Sachs, indicando che il mercato rimane su una traiettoria ascendente nonostante le incertezze economiche prevalenti.

Il Settore Immobiliare Commerciale Affronta le Nuove Sfide
Contrariamente al vigore del mercato immobiliare, il settore immobiliare commerciale affronta molteplici sfide. Gli effetti persistenti della pandemia, come l’aumento delle vacanze negli uffici, uniti agli sforzi della Federal Reserve per controllare l’inflazione attraverso l’aumento dei tassi di interesse, stanno influenzando questo settore. I tassi di interesse più elevati sono particolarmente preoccupanti, portando a previsioni di rinegoziazioni dei mutui commerciali nei prossimi anni. Le banche regionali sono particolarmente vulnerabili in questo scenario, esponendo rischi potenziali nel settore immobiliare commerciale. I destini divergenti dei mercati immobiliari e immobiliari commerciali sottolineano le dinamiche specifiche in gioco in ciascun settore. La resilienza del mercato immobiliare è attribuita ai suoi solidi fondamenti e all’indispensabile necessità di un tetto, mentre il mercato immobiliare commerciale affronta complessità legate alle evoluzioni delle tendenze lavorative e delle politiche economiche.

L’Aumento del Rendimento Solleva Sospetti Economici
L’impennata del rendimento del titolo di Stato a 10 anni degli Stati Uniti al picco di 15 anni al 4,258% solleva preoccupazioni sull’eventuale impatto economico. Rendimenti più elevati potrebbero portare a un aumento dei costi di prestito, influenzando vari mercati, compresi azioni, obbligazioni e case. Particolare preoccupazione suscitano l’eventuale impatto sui tassi ipotecari, che potrebbero rappresentare una sfida sia per i potenziali acquirenti di case che per coloro che cercano di rifinanziare. Il mercato immobiliare, sebbene mostri una notevole resilienza, non è del tutto immune a questi cambiamenti economici. Un aumento dei tassi ipotecari potrebbe modificare le dinamiche di accessibilità, rallentando potenzialmente l’andamento veloce dell’aumento dei prezzi delle case. Gli investitori e gli stakeholder del settore sono in attesa di segnali su come questi rendimenti potrebbero stabilizzarsi e influenzare successivamente il mercato immobiliare.

Equilibrio in Atto della Federal Reserve

L’approccio cauto della Federal Reserve, come rispecchiato nel verbale del loro incontro di luglio 2023, mostra il delicato equilibrio che cercano di mantenere. Il controllo dell’inflazione rimane una priorità, e ciò è evidente negli aumenti dei tassi di interesse attuati per rallentare l’economia e contenere l’ascesa dei prezzi. Tuttavia, la Fed si trova a fronteggiare la necessità di valutare attentamente queste azioni contro i loro potenziali impatti negativi sull’economia, come il rallentamento delle assunzioni e l’incremento dei costi dei prestiti aziendali. Le azioni della banca centrale sono attentamente scrutinate da vari settori, compreso il mercato immobiliare. Le loro decisioni influenzano in modo significativo i costi di prestito e, di conseguenza, l’accessibilità alle abitazioni. Trovare il giusto equilibrio è cruciale affinché la Fed possa navigare nel complesso panorama economico e sostenere la stabilità sia del mercato immobiliare che dell’economia più ampia.

Mercato Immobiliare Statunitense
Sfida l’Aumento dei Tassi Ipotecari La sorprendente resilienza del mercato immobiliare statunitense di fronte all’impennata dei tassi ipotecari è una testimonianza della sua solidità. Nonostante i tassi siano raddoppiati nell’ultimo anno e mezzo, le azioni dei principali costruttori di case hanno registrato un aumento, superando gli indici azionari più ampi. L’offerta limitata di abitazioni, unita a tassi ipotecari più elevati, ha essenzialmente intrappolato i proprietari esistenti nelle loro proprietà, riducendo l’offerta di abitazioni disponibili e costringendo i potenziali acquirenti a esplorare nuove proprietà. Questa resilienza è sostenuta dalla necessità fondamentale di una casa. Indipendentemente dagli aumenti dei tassi ipotecari, la domanda di abitazioni rimane elevata, soprattutto a causa delle tendenze demografiche e dei cambiamenti sociali. Il mercato immobiliare si è adattato alla nuova normalità di tassi più elevati, dimostrando la sua forza e stabilità in mezzo alle condizioni economiche in evoluzione.

Uno Sguardo al Futuro
Mentre persistono le preoccupazioni sul mercato immobiliare statunitense a causa dell’ascesa rapida dei tassi ipotecari e di un forte rallentamento delle vendite di case, economisti e analisti prevedono una correzione di mercato moderata, piuttosto che un crollo delle dimensioni vissute durante la Grande Recessione. Fattori come scorte basse, pratiche edilizie caute, tendenze demografiche, rigorosi standard di prestito e bassa attività di esecuzione ipotecaria contribuiscono alla resilienza del mercato. Questi indicatori, uniti alla persistente domanda di abitazioni, suggeriscono un mercato che probabilmente continuerà la sua traiettoria ascendente in modo più misurato. Si prevede che il settore immobiliare si adatti e trovi l’equilibrio anche di fronte alle incertezze economiche, rafforzando così la sua posizione come fondamento dell’economia americana. Il mercato immobiliare statunitense rimane un pilastro di forza in mezzo alle incertezze economiche, continuando a sorprendere commentatori e analisti con la sua crescita incessante. Con l’evolversi del panorama economico, solo il tempo dirà se questa resilienza sia un fenomeno temporaneo o un duraturo testamento alla stabilità fondamentale del settore immobiliare negli Stati Uniti.

Agenzia investimenti immobiliari

Il riutilizzo degli uffici a New York: la nuova strategia delle università americane per l’espansione del campus

In una tendenza inaspettata, college e università di tutti gli Stati Uniti hanno trovato una soluzione unica alle esigenze di espansione dei campus, riproponendo edifici per uffici dismessi. Questo approccio innovativo consente alle istituzioni educative di acquisire spazi per uffici a prezzi vantaggiosi in un mercato immobiliare in stagnazione e successivamente di adattarli per scopi accademici. Tuttavia, se da un lato questa strategia affronta con successo la necessità di spazi aggiuntivi, non risolve il problema più ampio degli uffici vuoti, che è stato accentuato dal passaggio al lavoro da remoto durante la pandemia.

Un Nuovo Approccio all’Espansione dei Campus
Per college e università negli Stati Uniti, l’acquisizione di edifici per uffici è diventata un mezzo sempre più popolare per espandere i loro campus. La disponibilità di spazi come questi a prezzi convenienti, dovuta a un mercato immobiliare depresso, rende questo approccio particolarmente interessante. Le ristrutturazioni necessarie per adattare queste strutture all’uso accademico sono di solito meno costose e meno dispendiose in termini di tempo rispetto alla costruzione di nuovi edifici.

Un Mercato Immobiliare Diverso
Sebbene questo approccio creativo serva lo scopo dell’espansione accademica, non risolve il problema sottostante di un mercato immobiliare depresso. La pandemia di COVID-19 ha ridotto drasticamente la domanda di spazi per uffici, con il tasso di disponibilità degli uffici a livello nazionale che supera il 24%. Questo incremento rispetto al 17% precedente alla pandemia riflette la minore domanda di spazi per ufficio in locazione, costringendo i proprietari immobiliari a confrontarsi con questo surplus. Alcuni edifici per uffici hanno perso così tanto valore che le banche che ne detengono i mutui ne hanno preso il controllo.

Iniziative Governative
Alla luce dell’attuale contesto, c’è un crescente interesse a convertire edifici per uffici in spazi residenziali per affrontare la carenza di alloggi a livello nazionale. Tuttavia, questa transizione comporta la superazione di varie sfide regolatorie e architettoniche, come la riqualificazione per l’uso residenziale, l’installazione di cucine e bagni e garantire l’accesso alla luce naturale. Diversificazione delle Università Le università hanno esplorato una serie di opzioni di diversificazione immobiliare. In risposta alla crescente domanda di alloggi in campus e alla limitata disponibilità di spazi per dormire, alcune istituzioni hanno persino acquisito hotel. Tuttavia, i costi contenuti degli edifici per uffici hanno dimostrato particolarmente attraenti per molte istituzioni, anche quando non hanno un uso immediato per lo spazio.

Diverse Case di Studio
Diverse istituzioni si sono avventurate in questo innovativo approccio di acquisizione di edifici per uffici. Ad esempio, l’Università del Southern California ha acquistato un edificio per uffici a Washington, D.C., per utilizzarlo immediatamente come campus satellite. L’Università di Louisville ha persino ricevuto un edificio per uffici in regalo da Humana, una compagnia di assicurazioni sanitarie che non ne aveva più bisogno con molti dipendenti che lavoravano da remoto. Se da un lato queste acquisizioni giovano alle istituzioni, possono avere implicazioni per le città, poiché i college e le università di solito non pagano tasse sugli edifici accademici e sui dormitori, togliendo di fatto queste proprietà dalle tasse locali.

Superare le Sfide
Il riutilizzo di edifici per uffici per scopi accademici comporta una serie di sfide. Ad esempio, gli edifici progettati per il lavoro d’ufficio potrebbero non avere un’altezza sufficiente per ospitare i condotti necessari per la ventilazione potenziata, e se un edificio per uffici ha ampi piani, potrebbe essere difficile garantire che ogni aula abbia luce naturale. Questo approccio trasformativo all’espansione del campus dimostra la capacità delle istituzioni educative di adattarsi ed evolversi in un contesto immobiliare in continua evoluzione. Queste soluzioni creative aiutano le università a crescere, offrendo al contempo opportunità per rianimare centri cittadini tranquilli che hanno sofferto a causa delle tendenze di lavoro da remoto.

Si noti che le informazioni fornite si basano su un articolo del New York Times.

Versione Inglese:

In an unexpected trend, colleges and universities across the United States have found a unique solution to their campus expansion needs by repurposing vacant office buildings. This innovative approach allows educational institutions to acquire office spaces at attractive prices in a sluggish real estate market and subsequently adapt them for academic use. However, while it effectively addresses their need for additional facilities, it doesn’t alleviate the broader problem of empty office spaces, which has been exacerbated by the shift to remote work during the pandemic.

A New Approach to Campus Expansion
For colleges and universities in the United States, acquiring office buildings has become an increasingly popular means of expanding their campuses. The availability of such spaces at bargain prices, attributed to a sluggish office market, makes this approach particularly appealing. The renovations required to adapt these structures for academic use are typically less costly and time-consuming than constructing new buildings from the ground up.

A Sluggish Office Market
While this creative approach serves the purpose of academic expansion, it doesn’t mitigate the underlying issue of a sluggish office market. The COVID-19 pandemic has drastically reduced the demand for office spaces, with the nationwide office availability rate exceeding 24%. This increase from 17% before the pandemic reflects the reduced demand for leased office space, forcing property owners to grapple with this surplus. Some office buildings have lost so much value that mortgage-holding banks have taken control of them.

Government Initiatives
In light of the current environment, there is growing interest in converting office buildings into residential spaces to address the national housing shortage. However, this transition involves overcoming various regulatory and architectural hurdles, such as rezoning for residential use, kitchen and bathroom installations, and ensuring access to natural light.

College Diversification
Colleges and universities have explored a range of real estate diversification options. In response to the increasing demand for on-campus accommodation and the limited availability of dorm space, some institutions have even ventured into acquiring hotels. However, the low costs of office buildings have proven particularly attractive to many institutions, even when they do not have an immediate use for the space.

Various Case
Studies Several institutions have embarked on this novel approach to acquiring office buildings. For instance, the University of Southern California purchased an office building in Washington, D.C., to serve as an immediate satellite campus. The University of Louisville was even offered an office building for free by Humana, a health insurance company. While these acquisitions benefit the institutions, they can also have implications for towns and cities, as colleges and universities typically do not pay taxes on their academic buildings and dorms, effectively removing these properties from tax rolls.

Overcoming Challenges
Repurposing office buildings for academic use comes with its own set of challenges. For example, buildings designed for office work may not have sufficient ceiling height to accommodate the ductwork required for improved ventilation, and large floor plans can make ensuring natural light in every classroom a challenge. This transformative approach to campus expansion showcases the ability of educational institutions to adapt and evolve within a changing real estate landscape. These creative solutions help universities grow while providing opportunities for towns and cities to revitalize downtown areas and bring life to quiet districts that have suffered due to remote work trends.

The information provided is based on The New York Times article.

Mercato immobiliare Stati Uniti

B&B Hotels arriva negli Stati Uniti: ecco la catena che dall’Europa sta conquistando il mondo

Alla conquista degli States. B&B Hotels è la catena alberghiera indipendente con la maggiore crescita e leader del settore Budget & Economy in Europa e nel mondo. Il gruppo, istituito 30 anni fa a Brest, in Francia, conta oggi più di 600 hotel in 14 paesi.

Con oltre 25 anni di esperienza in aziende retail internazionali dei settori healthcare, entertainment e servizi, Liliana Comitini è il nuovo amministratore delegato e presidente di B&B Hotels Italia, Ungheria e Slovenia. Prende il posto di Valerio Duchini, che a sua volta è stato posto a capo del nuovo quartier generale Usa del gruppo francese. Prima di entrare nella compagnia transalpina, Liliana Comitini ha ricoperto il ruolo di general manager Amplifon in Australia, Spagna e Portogallo, oltre a quello di direttore commerciale in Italia, guidando l’espansione del network e la crescita della brand awareness. La sua esperienza in ambito marketing e comunicazione darà nuova linfa a B&B Hotels.

Hotels in Toscana

Lo slogan “Only for everyone” si rivolge in egual modo alla clientela turistica e d’affari ed è basato su una combinazione di comfort, design e servizi di alta qualità a prezzi convenienti: letti comodi, Wi-Fi ad alta velocità, eccellente colazione a buffet. B&B Hotels è riconosciuta come una delle catene alberghiere più innovative nel settore Budget & Economy. Fabrice Collet, CEO di B&B Hotels Group, afferma: “La nostra crescita è sostenuta dall’offerta di un servizio straordinario, ossia sistemazioni economiche e di alta qualità in grado di garantire comfort, efficienza e design eccellenti. La nostra offerta è universale e si rivolge ad un mercato enorme e in costante crescita, in Europa e non solo, nei centri e nelle periferie di città di piccole, medie e grandi dimensioni.” B&B Hotels, di cui la compagnia di investimenti Goldman Sachs detiene la quota di maggioranza dal 2019, vanta grandi ambizioni di crescita e attualmente inaugura, in media, un nuovo hotel alla settimana.

Afferma Liliana Comitini: “Sono orgogliosa di entrare a far parte del gruppo B&B Hotels e in particolare della squadra italiana. Ho trovato una grande motivazione e passione, che ha sicuramente contribuito a portare in pochi anni il brand a essere presente in maniera capillare, sia nelle principali città sia nelle destinazioni secondarie del nostro Paese per i clienti sia business che leisure”. Comitini è dunque a capo di una divisione che nel 2022 ha superato i propri obiettivi di fatturato, andando oltre la simbolica cifra dei 100 milioni di euro. “Per il prossimo futuro – conclude – i piani sono quelli di passare, entro il 2030, dalle 60 strutture attuali a quota 150 hotel, nei tre Paesi di mia competenza”.

Mercato immobiliare New York

Ecco le previsioni per il mercato 2023: tutto quello che Wall Street non vi dice, lo trovate qui

Sarà anche una delle recessioni più attese di tutti i tempi, ma questo non significa che farà male come previsto. Se, secondo Barclays Capital Inc., il 2023 sarà uno dei peggiori per l’economia mondiale degli ultimi quarant’anni, Ned Davis Research Inc. stima al 65% le probabilità di una grave recessione globale. Fidelity International ritiene che un atterraggio duro sia inevitabile.

Per dare il via al nuovo anno, Bloomberg News ha raccolto più di 500 richieste da parte dell’esercito di strateghi di Wall Street per dipingere il panorama degli investimenti futuri. Le previsioni ottimistiche, nonostante la minaccia di nuove sofferenze per gli investitori che hanno appena sopportato il grande crollo del 2022, sono sì difficili da trovare ma con un potenziale di sorpresa.

Mentre la Federal Reserve sta intensificando la sua campagna di inasprimento più aggressiva degli ultimi decenni, l’opinione comune è che una recessione, per quanto lieve, colpirà entrambe le sponde dell’Atlantico. Tuttavia, l’umiltà è all’ordine del giorno per i pronosticatori che non sono riusciti a prevedere la crisi del costo della vita del 2022 e le perdite a due cifre dei mercati. Questa volta, il consenso potrebbe rivelarsi ancora una volta sbagliato, con una serie di sorprese positive.

Goldman Sachs Group Inc., JPMorgan Chase & Co. e UBS Asset Management, dal canto loro, vedono l’economia sfidare il consenso ribassista con l’allentamento della crescita dei prezzi, segnalando grossi guadagni per gli investitori se azzeccano il mercato.

Aspettatevi un anno di trading non del tutto regolare. La Deutsche Bank AG vede l’indice S&P 500 salire a 4.500 nel primo semestre, prima di scendere del 25 per cento nel terzo trimestre a causa della flessione, per poi rimbalzare a 4.500 entro la fine del 2023, quando gli investitori anticipano la ripresa.

Dopo che l’anno scorso l’asset class ha registrato la più grande perdita dell’era moderna, UBS Group AG prevede che i rendimenti decennali statunitensi scenderanno fino al 2,65 per cento entro la fine dell’anno grazie a cedole succose e a una rinnovata domanda di rifugio. Nel frattempo è scoppiata la bolla delle criptovalute. Le case di investimento non sono in vena di parlare del settore, dopo aver trascorso gli anni del boom a pubblicizzare la mania speculativa come una sorta di oro digitale per il domani, vendendo prodotti di valuta virtuale ai clienti della finanza tradizionale. Ora, i riferimenti alle criptovalute sono stati quasi del tutto eliminati nelle prospettive per il 2023.

E ricordate il Covid? Almeno per gli strateghi macro globali è un ricordo lontano. La pandemia è solo una considerazione materiale rispetto allo sforzo ad alto rischio della Cina di riaprire rapidamente l’economia, il cui esito potrebbe avere profonde conseguenze sul ciclo mondiale degli investimenti e dei consumi.

Cosa ci aspetta nel 2023: boom edilizio, nuove unità in affitto e un mercato che fa le bizze

Che tempo (immobiliare) farà nel 2023? All’inizio della pandemia, molti americani si sono lasciati andare a una “frenesia” di acquisto di case, alimentata da un debito a basso costo e da un’insaziabile voglia di trasferirsi. Il risultato è stato un aumento dei prezzi delle case a un ritmo mai visto prima nella storia degli Stati Uniti. Poi la festa si è conclusa con un tonfo la scorsa primavera, quando i tassi ipotecari sono raddoppiati nel giro di pochi mesi. Gli acquirenti si sono piano piano dileguati, incapaci di sostenere i costi vertiginosi dell’acquisto di una casa in questa nuova realtà. E coloro che avevano pianificato di attingere al proprio portafoglio azionario per finanziare gli acconti hanno visto le loro fortune ridursi a causa del crollo dei prezzi delle azioni. L’anemico inventario del mercato immobiliare non è ancora tornato festoso, fa sapere il New York Times, in parte perché i venditori sono rimasti fermi, rendendosi conto che anche loro sarebbero stati alla mercé degli alti tassi ipotecari per qualsiasi nuova casa avessero acquistato.

La pandemia ha creato una tempesta perfetta per far salire i prezzi delle case, ha dichiarato Ruben Gonzalez, capo economista di Keller Williams, e “il 2022 è stato il risultato di quella tempesta”. E l’inverno? Secondo le interviste condotte da economisti, analisti e broker immobiliari e ipotecari, l’anno prossimo potrebbe continuare a sembrare “la mattina dopo una festa epica”: un inizio lento, con prezzi delle case, affitti, scorte e tassi di interesse che non si muovono affatto. La persistente incertezza economica, compreso un mercato azionario in crisi, potrebbe tradursi in un mercato immobiliare in attesa di qualcosa (di più). Il mercato immobiliare è “in letargo dalla fine dell’estate”, ha dichiarato Daryl Fairweather, capo economista di Redfin, che prevede un calo del 16 per cento delle vendite di case nel 2023 rispetto al 2022, scendendo al livello più basso dal 2011, quando l’ultimo ciclo immobiliare ha toccato il fondo. “È come se fosse finita la benzina”. Le vendite sono diminuite, ma i prezzi stanno ampiamente tenendo.

Nel novembre 2022, i prezzi delle case sono aumentati del 2,6 per cento rispetto al novembre 2021, mentre le vendite sono diminuite del 35,1 nello stesso periodo, il calo maggiore in un decennio. Un mercato immobiliare sano ha solitamente un’offerta di quattro o cinque mesi; a novembre il paese aveva un’offerta di case di 3,3 mesi, secondo la National Association of Realtors. Il 27 ottobre, secondo Freddie Mac, il tasso ipotecario fisso a 30 anni ha raggiunto un massimo del 7,08 per cento. Nella settimana conclusasi il 22 dicembre, il tasso ipotecario fisso a 30 anni era del 6,27, più del doppio rispetto alla stessa settimana del 2021. Chi ha stipulato un mutuo trentennale il 22 dicembre per un prestito di 320mila dollari può aspettarsi di pagare 1.974 dollari al mese di capitale e interessi, con un aumento del 45 per cento rispetto ai 1.357 dollari al mese che avrebbe pagato se avesse ottenuto un mutuo con le stesse condizioni un anno prima. In questo momento ci troviamo di fronte ad una non troppo incoraggiante accessibilità abitativa.

Sempre più americani – quasi 44 milioni di famiglie – sono in affitto come mai in nessun altro periodo dell’ultimo mezzo secolo, secondo un rapporto di ottobre di Rent Cafe. Per tutto il 2021 e la prima metà del 2022, si sono trovati in balia di un mercato inarrestabile, con case aperte affollate e, in alcuni mercati, guerre di offerte. A New York, gli affittuari hanno ricevuto rinnovi di contratti d’affitto con aumenti vertiginosi, a volte anche del 40 o 50 percento: un cambiamento di fortuna sconcertante, soprattutto per coloro che avevano superato il primo anno della pandemia in città, quando gli affitti erano crollati. Nel maggio 2022, l’affitto mediano a Manhattan ha raggiunto per la prima volta i 4mila dollari al mese.

Il mercato è in costante raffreddamento da mesi. Dall’inizio di settembre alla fine di novembre 2022, gli affitti hanno registrato il più forte calo di tre mesi dal 2017, quando Apartment List ha iniziato a tracciare tali dati. In vista del 2023, gli affittuari avranno più opzioni di quante ne abbiano avute da molto tempo a questa parte, con l’arrivo di nuove unità abitative sul mercato e una minore concorrenza. L’edilizia in affitto è aumentata di quasi il 18 per cento da gennaio a novembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021. Attualmente sono in costruzione 932.000 appartamenti in tutto il paese, il numero più alto dal dicembre 1973.

Il boom edilizio potrebbe continuare nei prossimi anni anche a New York. Nella prima metà del 2022, la città ha rilasciato quasi 59mila permessi per nuove unità abitative, due volte e mezzo il numero di permessi rilasciati nel 2021. L’impennata è stata attribuita in gran parte ai costruttori che si sono affrettati a mettere le pale nel terreno prima della scadenza di un programma che prevedeva agevolazioni fiscali in cambio della costruzione di alloggi a prezzi accessibili. I newyorkesi cominceranno a notare un maggior numero di gru nel cielo, man mano che questi progetti saranno avviati.

Richard Tayar

A Milano vanno di moda le case extra-lusso. È boom di vendite con le agevolazioni. Ecco perché

Tenetevi pronti: i dati dicono che nel primo semestre del 2022 è stato toccato il +10% di compravendite. grazie ai vantaggi fiscali. I “paperoni” che scelgono la residenza in Italia pagano una cedolare di 100 mila euro l’anno e cercano grandi case agli ultimi piani. Il prezzo medio nel Quadrilatero della Moda: 13.550 euro al metro quadrato. Lo rivela il Corriere della Sera di Milano secondo cui, fatte le debite proporzioni, “gli stranieri che comprano le residenze extra-lusso nel centro di Milano sono non solo decisamente benestanti, ma molto spesso si tratta di top manager che hanno già casa nelle principali piazze finanziarie o nei paradisi fiscali in Europa e sono abituati a fare i conti con prezzi tra i 30-40mila euro al metro in città come Londra, Parigi, Montecarlo, mentre qui, anche nelle aree dove le quotazioni sono ai massimi, trovano da spendere decisamente meno”.

Gli stranieri che scelgono la residenza in Italia possono optare per un regime agevolato che consente di pagare una cedolare secca di 100mila euro all’anno, una cosa da poco dal punto di vista dei “paperoni” che cercano casa nei dintorni del Quadrilatero. Si calcola che 700 stranieri, con un patrimonio di almeno 30 milioni di euro, abbiano optato per questo regime fiscale nella penisola e per la massima parte le operazioni di acquisto hanno riguardato la città di Milano.

Sono notizie che ricava il Corriere dalla società di servizi Vincenzo Monti Prestige. Dall’analisi emerge inoltre che “le vendite di immobili top a stranieri sono aumentate del 10 per cento nei primi sei mesi del 2022 e che — nonostante la vulgata che descrive come operatori compulsivi del mattone le star del calcio — per la gran parte i rogiti sono sottoscritti da imprenditori, che in oltre la metà dei casi puntano su una casa già riqualificata”. Solo uno su sette si accontenta di un immobile ancora da ristrutturare, mentre le residenze solo parzialmente ammodernate conquistano il favore di un acquirente su dieci.

“Gli stranieri – si legge nel report – che comprano casa a Milano sono soprattutto alla ricerca di grandi appartamenti agli ultimi piani, almeno di 200-250 metri quadrati, con ampi terrazzi e spazi aperti”. I quartieri più richiesti? Il Quadrilatero della Moda, la zona di Brera, l’area di via Venti Settembre e corso Magenta, ma anche Porta Nuova e Citylife. Le maggiori richieste, rileva lo studio, arrivano dagli Stati Uniti con una quota del 26 per cento sul totale della domanda, dal Regno Unito (16) e dalla Germania (13); seguono svizzeri, francesi, canadesi, belgi, israeliani e olandesi, tutti con percentuali comprese fra il 2 e il 6 per cento.

Mercato immobiliare Stati Uniti

Estate frenetica per il real estate. Ecco perché la pandemia non ha messo al tappeto gli Stati Uniti

Estate frenetica per il real estate. Ecco perché la pandemia non ha messo al tappeto gli Stati Uniti

La pandemia ha creato un mercato immobiliare super-energetico in gran parte degli Stati Uniti. La grande onda deve ancora placarsi, con la domanda di case e appartamenti che supera ancora il numero di offerta sul mercato, dando ai venditori un certo vantaggio in buona parte del paese. Gli economisti dicono che il mercato sia ai suoi massimi picchi, dopo essersi leggermente raffreddato a luglio, forse un segno che gli aumenti selvaggi dei prezzi dell’anno scorso potrebbero aver spaventato alcuni acquirenti che preferiscono aspettare che le cose si calmino, restare fermi o continuare ad affittare.

A livello nazionale, i prezzi medi delle case statunitensi sono rimasti stabili da giugno a luglio a 385.000 dollari, il 10,3 percento in più rispetto allo scorso anno in questo momento, secondo gli ultimi dati di Realtor. È una crescita più lenta rispetto all’aumento del 12,7 percento nel giugno 2021 e segna il terzo mese consecutivo in cui i guadagni anno su anno sono rallentati.

Gli economisti affermano che l’aumento della variante Delta più contagiosa del virus probabilmente accelererà la tendenza ibrida del lavoro da casa che sta spingendo gli acquirenti con i mezzi per farlo a passare a case più grandi, una spinta che spesso allontana le persone dal nucleo urbano o verso città meno costose e affollate. E i tassi di interesse rimangono bassi, altro fattore decisivo nell’aumento della domanda di abitazioni.

New York

New York, una battaglia da un miliardo per un parcheggio in mare nel quartiere di South Street

New York, una battaglia da un miliardo per un parcheggio in mare nel quartiere storico di South Street

Sapete quanto infinite possano essere le saghe immobiliari di New York, vero? Bene, la battaglia su 250 Water Street (l’indirizzo di uno storico parcheggio nel South Street Seaport Historic District) si avvicina alla “Guerra dei Trent’anni”. Il sito, tra Pearl e Water Street, occupa un intero isolato proprio all’interno dell’ultima vestigia architettonica del lungomare mercantile di New York risalente al periodo tra XVIII e inizio XIX secolo.

Potreste domandarvi come un’oasi storica dell’America più pittoresca sia arrivata ad annoverare e comprendere un enorme posteggio auto che ci lascia in eredità una bizzarra terra di nessuno, tra i bassi magazzini del XIX secolo che costeggiano Water a est e i moderni grattacieli di Lower Manhattan, a ovest di Pearl.

In parte, la risposta del New York Times è che Pearl, una strada allargata, aveva un treno sopraelevato che delimitava le corsie più strette e acciottolate del lungomare, rendendo necessario un bordo o un confine. Ma per una spiegazione ancora più esaustiva dobbiamo tornare agli accordi da parte dei politici locali per placare i costituenti di NIMBY (tradotto letteralmente: non nel mio cortile) in protesta contro l’installazione di strutture presso la propria abitazione, che non volevano che le loro viste sul lungomare fossero bloccate da una torre al 250 Water.

Ora una nuova proposta di riqualificazione si fa largo: la Howard Hughes Corporation, che ha acquistato il lotto di 48.000 piedi quadrati per la cifra di 180 milioni di dollari nel 2018, ha svelato un piano per ripulire il mercurio sotto la proprietà (era il sito di una fabbrica di termometri) e dare l’ok ad una nuova costruzione ad uso misto da 1,4 miliardi di dollari, alta 470 piedi. Chris Cooper e un team di architetti di Skidmore, Owings & Merrill produrranno il progetto progetto.

Hanno immaginato un paio di torri residenziali di 38 piani che si innalzano da un podio di sei piani con uffici, negozi e spazi per la comunità. La disposizione del podio e delle torri è un tentativo di negoziare la difficile ma cruciale transizione tra il porto marittimo e gli edifici moderni più alti immediatamente intorno ad esso. Il piano originale prevedeva 260 condomini di mercato che occupavano le torri insieme a un massimo di 100 unità sovvenzionate per inquilini che rappresentavano in media il 40% del reddito medio dell’area, un numero significativo in un quartiere benestante.

Il mercato immobiliare a Miami è in forte espansione: ecco come acquistare la casa dei vostri sogni

Il mercato immobiliare a Miami è in forte espansione: ecco come acquistare la casa dei vostri sogni

Mentre il Covid ha messo in pausa il mondo, una cosa la pandemia non è riuscita ad arrestare: il mercato immobiliare, in particolare a Miami. Proprio in questi primi mesi del 2021, molti investitori in Florida stanno lasciando i loro appartamenti per trasferirsi in abitazioni familiari con un grande cortile. Questa tendenza si era già registrata lo scorso anno, con il lavoro a distanza che diventava via via più comune, ma l’arrivo del Covid-19 ha amplificato il trend. Quando gli uffici hanno chiuso la scorsa primavera e la maggior parte delle persone ha iniziato a lavorare da remoto, il mondo ha iniziato davvero a cambiare. Lavorare da casa riduce il tempo e le spese tipiche del pendolarismo e, diciamocelo, ha dato a molti lavoratori e ai loro datori di lavoro una nuova prospettiva. Quando è diventato di uso comune lavorare da casa, i datori di lavoro hanno capito che i loro dipendenti potevano ancora svolgere le proprie mansioni senza essere fisicamente in ufficio. A partire da questa angolazione, il mercato immobiliare ha iniziato a vedere un aumento degli acquisti di proprietà mentre quelli con lavori da remoto hanno cominciato a migrare verso la Florida. Se state pensando di trasferirvi a Miami, potete visitare il nostro portfolio di proprietà QUI ma, prima o dopo averlo fatto, ci sono alcune cose da tenere a mente, spiega Forbes.

Trovate un ottimo agente immobiliare (TEAM)

Un agente immobiliare sarà il vostro migliore amico nella ricerca di una proprietà a Miami perché conosce i dettagli della città e cosa cercare. Certi agenti immobiliari hanno occhi solo per il venditore, quindi tenetelo a mente quando scegliete un broker. Inoltre, alcuni agenti immobiliari potrebbero bloccarvi con contratti blindati, in modo tale che non possiate correre da un agente immobiliare diverso con le informazioni del broker precedente, quindi fate attenzione prima di firmare qualsiasi carta. Dovete sempre cercare un agente immobiliare che abbia il vostro miglior interesse come target finale.

Trovate la proprietà perfetta

Prima di iniziare a guardare le proprietà, considerate il budget, le tasse e la posizione. Alcuni clienti di Columbus International che si sono trasferiti a Miami desideravano una proprietà sul mare, ma da qualche tempo sempre più persone optano per proprietà che non si trovano direttamente sulla spiaggia, scovando spiragli di investimento altrove. Inoltre, acquistando una proprietà che non è sulla spiaggia, anche a pochi chilometri di distanza, si possono risparmiare migliaia di dollari sull’acquisto. Scegliete una proprietà ideale per voi e la vostra situazione personale e professionale. Una volta ristretto il tipo di proprietà che state cercando in base al prezzo e alla posizione, potete tuffarvi nelle open houses e farvi un’idea dei quartieri (QUI le nostre schede).

Parte il processo di acquisto

Una volta trovato un posto in cui siete disposti a investire, potete avanzare un’offerta e avviare il processo di acquisto. È una buona idea avere a disposizione fondi extra in modo da poter affrontare eventuali spese impreviste. Un’altra cosa da considerare è il processo di pre-approvazione tramite una banca o un prestatore. Se state cercando un prestito per acquistare la vostra casa, dovrete tenere presente che ci sono altri fattori in gioco quando acquistate una casa oltre ai vostri gusti, vale a dire quello che la banca dice che potete permettervi.

Preparatevi alla chiusura del contratto

La chiusura è il passaggio finale per ottenere una proprietà. Assicuratevi di avere abbastanza soldi da parte per i costi di chiusura, le spese varie, le spese legali e altro ancora. Ci saranno molti documenti da firmare, quindi non esitate a contattare il vostro avvocato per esaminare tutto ciò che vi viene consegnato. Naturalmente, potete negoziare sulle spese di chiusura in anticipo ed è un’idea intelligente chiedere al vostro legale di esaminare tutti i documenti al momento della fatidica firma per assicurarvi di ottenere il miglior affare. La proprietà è un buon investimento se lo fate nel modo giusto. L’acquisto di una proprietà richiede molto tempo e molte energie, soprattutto se vi trasferite dall’Italia agli Stati Uniti.

Trovare un agente immobiliare affidabile, un avvocato e la proprietà dei vostri sogni è la chiave per garantire che l’acquisto della vostra proprietà proceda senza intoppi. Con la pandemia che ha cambiato il modo in cui lavoriamo e viviamo, abbiamo sostanzialmente modificato il modo in cui percepiamo l’idea di “casa”.

Ora più che mai è il momento giusto per acquistare la vostra casa a Miami.

Yamamay-Carpisa con Sophia Loren partner. A Firenze il primo ristorante di Pianoforte Holding

Yamamay-Carpisa con Sophia Loren partner. A Firenze il primo ristorante di Pianoforte Holding

Il presidente della società Dream Food, Luciano Cimmino (a capo anche di Pianoforte Holding), con la Loren scommette sul food: “Apro una catena di ristoranti con il brand di Sophia”. La nuova società di ristorazione di Cimmino, imprenditore della moda con Pianoforte holding (Yamamay e Carpisa), ha coinvolto l’icona del cinema italiano per eccellenza, Sophia Loren, per dare una sterzata al settore food: “La partecipazione di Sophia è messa nero su bianco, con un accordo di licenza ibrido a sei cifre – dice Cimmino al Corriere Economia -. Abbiamo entrambi Napoli nel cuore, e tra una sfogliatella e una parola, abbiamo concluso l’accordo. Si parte da Firenze, poi con Sophia che è un mito globale: abbiamo già in mente Dubai, Miami, Hong Kong o Shanghai. E in Italia porteremo la pizza di Sophia anche a Milano e Napoli“.

Pianoforte Holding scavalca il mondo della moda, dunque, e avvia “il primo progetto di diversificazione”. Del resto, come scrive Il Sole 24 Ore, la convinzione delle famiglie napoletane Cimmino e Carlino, che controllano Pianoforte Holding e i marchi Yamamay (homewear e intimo), Carpisa (valigie) e Jaked (costumi da bagno), è che la ripresa post-Covid sarà trainata proprio dal food.

L’inaugurazione sarà in uno dei quattro mercati di riferimento di Columbus International: si terrà infatti lunedì 26 aprile a Firenze, nella centrale piazza della Repubblica, a due passi dal Duomo, dove è pronto il primo bar-ristorante-wine bar chiamato Sophia Loren-Original Italian food: 1.500 metri quadrati precedentemente occupati da Unicredit, distribuiti su tre livelli, con dieci vetrine che si affacciano sui portici, strategici perché “in questo primo momento, si potranno servire portate stellate e pizze napoletane solo nei 60 posti all’aperto“. Per i 270 coperti interni dovrete aspettare il primo giugno, stando alle disposizioni dell’ultimo decreto legge.

Le foto le trovate su Forbes Italia