Mercato immobiliare New York

Il mercato rallenta a New York. Ecco perché è una buona notizia per chi vuole investire oggi

Per il mercato immobiliare di New York, il primo trimestre del 2022 ha registrato lo stesso elevato volume di vendite e di offerte competitive degli ultimi mesi del 2021. Tuttavia, verso la fine di marzo si è insinuato un certo rallentamento. Nel secondo trimestre il cosiddetto slowdown ha giocato le sue carte, senza portare danni negli investimenti. Si sono comunque registrati meno contratti firmati, meno guerre di offerte, più riduzioni di prezzo e un graduale aumento delle scorte disponibili. La miriade di fattori che affliggono l’economia nazionale si è fatta sentire anche nella “intoccabile” Grande Mela. Aumenti aggressivi, anche se tardivi, dei tassi d’interesse, mentre la Fed cerca di domare un’inflazione in crescita. E una guerra russo-ucraina che sembra non avere fine.

Queste percezioni portano tuttora a un minor numero di transazioni consumate e a un conseguente aumento delle proprietà disponibili. Con un maggior numero di immobili in vendita, gli acquirenti sono ancora più sicuri di avere la meglio. Non fraintendete: le transazioni sono ancora in corso e gli agenti immobiliari di Columbus International sono iperattivi negli affari con clienti internazionali. In effetti, il flusso di transazioni rimane più elevato rispetto a questo periodo del 2019. Ma il ritmo a rotta di collo è stato mitigato e la conclusione di un affare richiede un acquirente e un venditore che siano entrambi realistici sull’attuale comportamento del mercato.

Alcuni venditori sono ancora riluttanti a ridurre i prezzi per far fronte alle nuove realtà del mercato. Ora il mercato cerca un livello solido al quale acquirenti e venditori possono tornare a incontrarsi più facilmente, di solito con relativa insoddisfazione di entrambe le parti: gli acquirenti frustrati per aver pagato più di quanto speravano, i venditori frustrati per aver accettato meno di quanto ritenevano dovesse valere la loro proprietà. Ogni buon agente sa che un buon affare in questo contesto è quello in cui entrambe le parti hanno fatto più concessioni di quelle che volevano, puntualizza Forbes. Mentre il secondo trimestre del 2022 volge al termine, la situazione descritta sopra racchiude l’attuale realtà del mercato. Già in aria di cambiamento. I prezzi e le “guerre” all’acquisto sono alle stelle. Un ottimo punto di attrazione per gli investitori internazionali.

Mentre l’Olshan Report, che tiene traccia degli accordi conclusi a Manhattan a partire da 4 milioni di dollari, ha regolarmente riportato settimane con oltre 40 contratti firmati per tutto il 2021 e i primi mesi del 2022, alla quarta settimana di giugno 2022 il numero era di 20, con un aumento di 8 rispetto alla settimana precedente.

Mercato immobiliare e celebrità: il rocker Bon Jovi vende la sua casa a New York per 22 milioni di dollari

Rock’n’roll! Secondo i registri immobiliari, il rocker Bon Jovi ha venduto la sua casa nel West Village per 22 milioni di dollari. Il cantante del New Jersey ha messo in vendita la sua casa di Greenwich Lane, con quattro camere da letto e tre bagni e mezzo, al numero 155 di W. 11th St. per 22 milioni di dollari. L’acquirente, a quanto si apprende dal New York Post, è Michael Ovitz, il co-fondatore della Creative Artists Agency ed ex presidente della Walt Disney Co.

La casa di 3.951 metri quadrati è composta da un pianerottolo con ascensore che si apre su una galleria con “pareti d’arte”. C’è anche una cucina da chef in tonalità naturale con un balcone e uno spazioso soggiorno, oltre a pavimenti in quercia. La camera da letto principale ad angolo è dotata di finestre a tutta altezza, di una cabina armadio e di un bagno in marmo finestrato. Bon Jovi ha acquistato l’unità al quattordicesimo piano per 18,94 milioni di dollari nel 2017. I vari  servizi dell’edificio includono un concierge, una palestra con una piscina di 15 metri, una vasca idromassaggio, sale vapore, sale per trattamenti e un simulatore di golf.

Durante la pandemia, Bon Jovi ha venduto la sua villa di Palm Beach per 20 milioni di dollari e ha acquistato una proprietà più grande di fronte all’oceano per 43 milioni di dollari. Possiede inoltre una proprietà negli Hamptons.

Nella New York del real estate, l’evento NFT.NYC ci dice che il nostro futuro è nel Metaverso. Ecco perché

La caduta in picchiata delle criptovalute e dei nonfungible tokens ha caratterizzato le conversazioni, i panel e gli eventi dell’NFT.NYC, un evento di quattro giorni che si è appena svolto e che ha avuto come tema portante gli “oggetti virtuali”. Esperti e dirigenti hanno partecipato a conferenze ed eventi in tutta New York, alcuni in presenza di artisti come i Chainsmokers e Madonna. Feste e conferenze si sono svolte su yacht o in “piazza” a Times Square, proprio nella modalità del Cannes Lions International Festival of Creativity la scorsa settimana.

Ecco il quadro generale: i marketers sembravano incrollabili nel loro zelo per le NFT. Il prezzo delle criptovalute è sceso, secondo le stime, di circa 2.000 miliardi di dollari da novembre, e i prezzi elevati per gli NFT sono svaniti. La maggior parte degli NFT è acquistata appunto con le criptovalute. Con il crollo del mercato, è crollato anche il valore degli oggetti da collezione digitali. Alcune aziende potrebbero fallire in un lampo per questo motivo, ma il settore sta attraversando un processo di maturazione necessario, ha dichiarato Julian Holguin, amministratore delegato di Doodles, una collezione di 10.000 NFT.

“Alla fine, credo che si vedranno molti casi d’uso particolare da parte di persone che hanno trattato questi progetti come ‘imprese’ vere e proprie, non solo come un modo per generare un capitale veloce”, ha detto al Wall Street Journal. “Il futuro è incredibilmente luminoso”. Aziende come Samsung Electronics Co. Ltd., la piattaforma di mondi virtuali The Sandbox e Nickelodeon di Paramount Global hanno organizzato eventi a margine della conferenza della scorsa settimana per mostrare il futuro degli NFT, del Metaverso e del Web3.

Molti acquirenti di NFT sperano di utilizzare i loro oggetti da collezione digitali nel Metaverso, termine che descrive i mondi virtuali. Web3 è una forma di internet decentralizzata costruita sulla blockchain, la stessa tecnologia alla base delle criptovalute. Molte aziende presenti a NFT.NYC hanno parlato di come i clienti potrebbero trarre vantaggio dai marchi che creano NFT ed entrano nel metaverso, ha dichiarato Jeff MacDonald, direttore della strategia sociale di Mekanism, un’agenzia pubblicitaria recentemente acquisita dalla holding di marketing Plus Company. “Stanno mostrando esempi reali di come, se sei un cliente fedele o se acquisti il nostro prodotto in anticipo, vedrai un vantaggio, sia esso finanziario o di vanto”, ha detto.

Aziende come Gucci e Samsung si sono affrettate a creare NFT o a creare terre nel Metaverso per attrarre consumatori più giovani, rinnovare i loro marchi e generare nuovi flussi di entrate. Molti progetti di NFT stanno passando dall’evanescenza virtuale alla longevità, con mappe di prodotto lunghe anni e piani per espandersi al di là delle collezioni di arte digitale.

Cucina asiatica e tocco contemporaneo. Vi portiamo in uno dei ristoranti più chic di New York: il 53

Un’espressione artistica delle tradizioni culinarie con un tocco di concretezza. Il panorama immobiliare di New York, uno dei mercati di riferimento per Columbus International, si tinge di un viaggio audace nei sapori asiatici, in un nuovo spazio a tre piani, super-moderno, nel cuore di New York: 53.

53 è uno sfarzoso ristorante pan-asiatico in un edificio progettato da Jean Nouvel accanto al MoMA (Museo d’Arte Moderna). In omaggio alla sua posizione, il 53 ha stretto una partnership con la Friedrich Petzel Gallery, per esporre una serie di opere d’arte a rotazione.

Come si legge dal sito ufficiale, 53 presenta una miscela elevata di cucina asiatica con un tocco contemporaneo in un ambiente chic. Caratterizzato da uno squisito connubio di sapori asiatici e piatti unici, il 53 è un ristorante newyorkese ideato dal fondatore Ahmass Fakahany e dal team che si occupa dei vincitori di stelle Michelin e del Wine Spectator Award, Marea e Ai Fiori.

Il menu è guidato dall’acclamato chef Akmal Anuar, nato a Singapore, che ha iniziato il suo percorso culinario nel chiosco di ambulanti dei suoi genitori a Singapore, ha guidato uno dei Pellegrino World’s 50 Best Restaurants (il numero 1 in Asia) e ha creato alcuni dei migliori ristoranti asiatici contemporanei a Dubai.

Progettato da ICRAVE nel cuore di Midtown, al 53 W della 53a Strada, lo spazio a tre piani offre una splendida sala da pranzo moderna, vivace di giorno e luminosa di notte, nonché un’intima esperienza di ristorazione privata, il tutto sotto la nuova ala ampliata del MoMA. Nello spirito di questo luogo iconico, la Friedrich Petzel Gallery, famosa in tutto il mondo, collabora con una partnership curatoriale per presentare un emozionante programma di installazioni artistiche a rotazione in tutto il ristorante.

Foto via 53

Chanel ospita la cena degli artisti al 15° Festival di Tribeca. Parlano De Niro e Penélope Cruz

CHANEL ha ospitato la 15ma cena annuale degli artisti del Tribeca Festival al Balthazar di New York, uno dei nostri mercati di punta (e Tribeca non è mai stato un quartiere così in espansione immobiliare come oggi!). La serata ha reso omaggio agli artisti che hanno contribuito con opere d’arte originali ai premiati registi del festival. Tra gli artisti che hanno contribuito quest’anno abbiamo incontrato: Garry Simmons, Deborah Roberts, Nicoletta Darita de la Brown, February James, Ming Smith, Leilah Babirye, Ouattara Watts, Hank Willis Thomas, Nina Chanel Abney e Wardell Milan.

Il programma di quest’anno è stato curato da Racquel Chevremont. Tra gli ospiti di rilievo figurano: il co-fondatore di Tribeca Robert De Niro e la Chief Content Officer Paula Weinstein, Penélope Cruz (attrice), Whitney Peak (attrice), Lucy Boynton (attrice), Lily Allen (cantante), Cazzie David (attrice), Rebecca Dayan (attrice), Sadie Sink (attrice), Andrew Garfield (attore), Chase Sui Wonders (attrice), Jemima Kirke (attrice), Diana Silvers (Attrice), Sofia Black D’Elia (Attrice), Clairo (Cantante), Gracie Abrams (Cantante/Cantautrice), Dianna Agron (Attrice), Denée Benton (Attrice), Quannah Rose Chasinghorse-Potts (Attivista/Modella), Vivienne Rohner (Modella), Christy Turlington (Modella e Umanitaria), Ed Burns (Attore), B. J. Novak (Attore), Lilly Burns (Produttore televisivo), Zosia Mamet (Attrice), Kyra Sedwick (Attrice), Judith Light (Attrice), Hailey Gates (Attrice, Modella, Regista e Giornalista), Justin Bartha (Attore), Grace Gummer (Attrice), Annabelle Dexter Jones (attrice), Odessa Young (attrice), Kyle Maclachlan (attore), Myha’la Herrold (attrice), Havana Rose Liu (attrice e modella), Sydney Chandler (attrice), Jayme Lawson (attrice), Oge Egbuonu (produttore), Rain Spencer (attrice), Andie MacDowell (attrice), Amandla Stenberg (attrice), Evan Mock (attore), Zac Posen (stilista), Lauren Santo Domingo (fondatrice di Moda Operandi), Genesis Tramaine (pittrice), Darren Aronofsky (regista), Chiara Clemente (regista), Chloe Wise (pittrice), Cleo Wade (autrice, artista e attivista), Fabiola Beracasa Beckman (produttrice), Rosanna Arquette (attrice), Harley Viera Newton (modella e DJ), Theo Wenner (Theo Wenner), Racquel Chevremont (curatrice americana, Collezionista, co-fondatrice di Deux Femmes Noir), Jonathan Penner (Attore), Sarah Hoover (Consulente d’arte e scrittrice), Leo Villareal (Consulente d’arte), Vito Schabel (Curatore d’arte e proprietario della Galleria Vito Schnabel), Leilah Babirye (Artista visiva), Julian De Niro (Attore), Rose Troche (Regista), Rajendra Roy (Capo / Curatore del Cinema al Museo d’Arte Metropolitana), Tommy Dorfman (Attore), Desiree Gruber (Produttore), JR (Artista), Wardell Milan (Artista Visivo), Jill Kargman (Autrice, Scrittrice e attrice), Nicoletta De La Brown (Performance Artist, scultrice e regista), Derrick Adams (Artista visivo), Natalya Poniatowski (Fondatrice di Luxecartel), Rachelle Hruska Macpherson (Fondatrice di Lingua Franca), Ming Smith (fotografo), Brett Heyman (fondatore di Edie Parker), Thelma Golden (direttrice e curatrice capo dello Studio Museum di Harlem), Yvonne Force Villareal (consulente d’arte) e Federico De Francesco (regista).

Questa collaborazione riflette il continuo impegno di CHANEL nei confronti della creazione e dell’arte nelle loro varie forme. Nel corso della storia, l’arte ha svolto un ruolo fondamentale per la Maison CHANEL. La fondatrice e visionaria Gabrielle Chanel si è circondata dei principali artisti del suo tempo, traendo ispirazione e sostegno dai suoi colleghi creativi. CHANEL si dice onorata di continuare a sostenere l’annuale Tribeca Artists Dinner, che celebra i principali registi e artisti del nostro tempo e la ricca tradizione degli artisti a sostegno degli artisti.

Media credit via Tribeca Festival

Mercato immobiliare Stati Uniti

Le case di New York si vendono in un minuto. Ecco cosa rivela l’analisi di mercato dell’estate 2022

Un trend inarrestabile: le case di New York si vendono in un minuto. Nel mese di aprile, secondo un’analisi di mercato pubblicata dal portale di annunci StreetEasy, la casa mediana della città ha “trascorso” un totale di 46 giorni in lista per la vendita – 20 giorni in meno rispetto ai 66 giorni registrati nell’aprile 2021. Questo dato segna anche il tempo più breve trascorso sul mercato dall’aprile 2016, quando gli appartamenti newyorchesi si vendevano, in media, in soli 44 giorni. È il segno di un mercato competitivo caratterizzato da una forte domanda da parte degli acquirenti.

Non solo la caccia alla casa in primavera ed estate è tradizionalmente foriera di affari veloci, ma, rileva il New York Post, arriva anche quando i newyorchesi continuano a tornare in città in massa, con le scuole e gli uffici di nuovo aperti. La domanda di acquisto di una casa in città è accompagnata da un aumento dei prezzi. Ad aprile, il prezzo mediano richiesto per una casa in città è salito a 995.000 dollari, con un aumento del 4,7 per cento rispetto all’anno precedente e il prezzo più alto registrato da giugno 2019. Il numero di case contrattate si è mantenuto vicino ai massimi storici registrati la scorsa primavera. Un mese fa, solo a Manhattan, sono stati stipulati contratti per un totale di 1.525 unità, il numero più alto registrato nel quartiere dal maggio 2013.

Bentornata New York!

Mercato immobiliare New York

Real estate e ripresa: boom di locazioni commerciali sulla Avenue of the Americas di New York

Il 25 maggio, quando l’Associazione Avenue of the Americas terrà la sua riunione annuale presso la Rainbow Room, l’aria sarà di festa. Quella che la maggior parte dei newyorkesi chiama Sixth Avenue sta vivendo un boom commerciale di cui pochi parlano, anche se il mercato generale degli uffici e del commercio al dettaglio di Manhattan rimane, in parte, in difficoltà.

Secondo il New York Post e Cushman & Wakefield, il tasso di “sfitto” nel primo trimestre è stato del 14,6 per cento, contro il 20 di tutti gli altri sottomercati di dimensioni simili. CBRE ha riscontrato una disponibilità del 12,3 per cento per la Sesta/Rock contro il 18,5 dell’intera Manhattan. C’è una “frenesia di locazione” al 1155 della Sesta, dove la Global Relay USA ha recentemente firmato per gli ultimi cinque piani. Lo studio legale Latham & Watkins ha appena portato il 1271 Sixth del Rockefeller Group al 100 per cento di occupazione; a giugno aprirà al piano terra della torre un nuovo ristorante Avra. Una nuova magnifica piazza pubblica da 50 milioni di dollari aprirà alla fine di quest’anno al 1221 Sixth Ave del Rock Group. Brookfield ha trasformato il 1100 Sixth Ave, meglio noto come Two Bryant Park, in uno scintillante scrigno di vetro per Bank of America. Proprietari come Rockefeller Group, Durst, SL Green e Fisher Brothers hanno investito decine di milioni di euro per migliorare le loro proprietà.

John Maher, dealmaker di CBRE, ossserva che: “Molti stavano cancellando dal proprio radar la Sixth Avenue nel 2013-15, quando numerosi grandi isolati hanno creato il più alto tasso di sfitto della città. Ma quei grandi isolati hanno dato, di rimando, opportunità a grandi spazi per grandi affittuari”. Il reinvestimento e la ri-locazione a grandi inquilini di alta qualità ha creato la forza e la stabilità che la strada sta vedendo ora, ha aggiunto Maher. La Sesta e Park Avenue sono le “migliori strade commerciali del mondo”, ha concluso Maher.

A New York torna Century 21: la storica catena discount di abbigliamento riapre nel World Trade Center

Lo storico rivenditore newyorkese Century 21, che una volta, prima dei social, la guida turistica Lonely Planet descriveva come “pericolosamente appassionante”, riaprirà il prossimo anno nella sua sede originale nel Lower Manhattan dopo che la pandemia ha portato al fallimento e alla chiusura i negozi nel 2020.

Century 21 prevede di aprire i battenti la prossima primavera al 22 di Cortlandt St. di fronte al World Trade Center, si legge in un comunicato. Nel tentativo di introdurre quella che ha descritto come una “esperienza di shopping rivitalizzata” per i suoi “fan locali e globali”, Century 21 ha fatto sapere che collaborerà anche con Legends, esperto in supervisione delle operazioni di vendita al dettaglio e di ospitalità in strutture di riferimento come lo Yankee Stadium, l’Osservatorio One World e il Flagship Store della MLB.

“Century 21 è, e sarà sempre, un marchio di New York City“, ha dichiarato il co-amministratore delegato di Century 21 Raymond Gindi. “Il nostro flagship store è da sempre un simbolo della resilienza e dello spirito incrollabile di questa città. Nei nostri sessant’anni di storia abbiamo chiuso solo due volte, una dopo la devastazione dell’11 settembre e un’altra durante la pandemia COVID-19″. Il rivenditore a conduzione familiare, che ha aperto il suo primo negozio nel centro di Manhattan nel 1961 – decenni prima della fondazione dell’attuale gigante della vendita al dettaglio a prezzi stracciati TJX, società madre di T.J. Maxx e Marshalls – ha annunciato nel settembre 2020 la chiusura di tutti i suoi 13 negozi a New York, New Jersey e Pennsylvania. All’epoca, Century 21 aveva attribuito la colpa del suo fallimento al mancato pagamento da parte dei suoi assicuratori di circa 175 milioni di dollari nell’ambito delle polizze di interruzione dell’attività per coprire le perdite causate dal COVID-19.

Il negozio di Lower Manhattan era una tappa obbligata nei libri di viaggio di Manhattan e spesso si riempiva di turisti europei e stranieri in cerca di occasioni su marchi come Tommy Hilfiger, Ralph Lauren e Gucci. La chiusura del negozio ha ispirato una marea di “necrologi” da parte dei suoi fan in tutto il mondo, alcuni dei quali lamentano la fine di un’epoca. “Per gli amanti della moda al risparmio, questo gigantesco grande magazzino a prezzi ridotti crea una pericolosa dipendenza”, ha detto una volta la guida Lonely Planet. “È anche fisicamente pericoloso, se si considerano le gomitate che si devono tirare per respingere la concorrenza che si avvicina con foga al medesimo scaffale. Non tutto è un colpo di fortuna o un affare, ma la perseveranza paga”.

In seguito alla partnership con Legends, che ha gestito negozi brick-and-mortar, pop-up, e-commerce ed esperienze di vendita al dettaglio in loco per marchi come NFL, PGA, NASCAR e le Olimpiadi del 2012 e 2016, Century 21 ha dichiarato che migliorerà la veste sia del negozio fisico che del sito di shopping online. La nuova sede di Cortlandt Street, tra le vie Broadway e Church, si estenderà sui quattro piani principali dello spazio originale in centro e venderà abbigliamento firmato per uomo, donna e bambino, calzature, abbigliamento esterno, borse, accessori e profumi. Per sottolineare le sue radici nella Grande Mela, Century 21 ha dichiarato che aggiungerà “NYC” al suo logo.

Billionaires' Row

Poltrona Frau, leader nell’arredamento di alta gamma, trasferisce il suo fiore all’occhiello a New York

Il marchio internazionale di mobili, Poltrona Frau, sta per fare un salto di 1.700 metri quadrati nei quartieri alti. Il brand made in Italy lascerà Soho e si unirà ad altri designer di mobili contemporanei lungo Madison Avenue con un locale su tre livelli all’angolo nord-est di East 34th Street. Lo spazio di vendita al dettaglio al 181 di Madison Avenue vanta soffitti alti e 169 piedi di facciata. In precedenza era la sede del DDC (Domus Design Center) che si è trasferito qualche isolato più a sud, al 134 di Madison.

Il nuovo negozio di Poltrona Frau si comporrà di un piano terra, un mezzanino e uno spazioso livello inferiore. Andrew Kahn, Chris Stanton, Fanny Fan e Jack Pfalzgraf di Cushman & Wakefield hanno rappresentato entrambe le parti dell’affare, riporta il New York Post. Secondo C&W, gli affitti richiesti per i primi angoli di questo sottomercato vanno da 175 a 250 dollari per piede quadrato.

“Il Nomad Design District si è evoluto nel miglior quartiere di mobili di lusso della città”, ha fatto sapere Kahn. “Siamo entusiasti di dare il benvenuto a Poltrona Frau in questo mercato molto ricercato con l’apertura di uno dei più grandi showroom della zona. L’eredità di Poltrona Frau come uno dei più noti designer di mobili di lusso al mondo li rende perfetti per il quartiere.

Poltrona Frau ha avuto uno showroom a Soho al 145 di Wooster St. (temporaneamente al n. 151) e lo chiuderà definitivamente quando aprirà a Nomad. La casa di mobili italiana fu fondata a Torino nel 1912 da Renzo Frau e nel 1926 il marchio è divenuto fornitore della famiglia reale. Ora con sede a Tolentino, Poltrona Frau si è espansa verso la creazione di oggetti di arredamento per auto, aerei, yacht e ferrovie in tutto il mondo. Poltrona Frau è entrata a far parte del portafoglio di marchi di Haworth nel 2014. Nel 2020, ha contribuito ad arredare un attico modello nel primo progetto residenziale di Renzo Piano a New York al 565 Broome St. APF Properties ha acquistato l’edificio storico Madison-Belmont Building al 183 Madison vicino all’apice del mercato nel settembre 2018 per 222,5 milioni di dollari. L’edificio per uffici in muratura del 1925 è stato progettato dagli architetti di Grand Central, Warren & Wetmore. All’epoca in cui fu costruito, l’area era conosciuta come il Silk Stocking District per i suoi commercianti di seta e la Cheney Silk Company divenne l’inquilino principale per lo sviluppatore Robert M. Catts.

Le porte Art Deco e l’intelaiatura intorno alle finestre originali dello showroom furono create dal rinomato fabbro Edgar Brandt. La sua lobby è anche un punto di riferimento interno con lastre di marmo abbinate, pannelli con murales, incisioni, filigrana in foglia d’oro, lampade dorate, soffitti dipinti a cassettoni. Il mini-cluster di negozi di mobili che i mediatori chiamano il Contemporary Furniture District corre lungo Madison Avenue da Blue Dot a East 28th Street fino a Roche Bobois a East 35th Street con ditte come B&B Italia e BoConcept che occupano gli enormi spazi commerciali e animano il paesaggio urbano.

Foto via Facebook

New York, i costi di conversione del condominio Waldorf Astoria salgono a 2 miliardi di dollari

La lenta conversione dello storico Waldorf Astoria Hotel di Manhattan, che aggiungerà al complesso 375 condomini, è in ritardo di anni e si sta rivelando molto più costosa di quanto inizialmente previsto. Stando a quanto riporta il Wall Street Journal, i costi sono così fuori controllo che un grande boss del settore immobiliare sta uscendo dal progetto.

La conversione da hotel a condo di lusso doveva essere completata entro il 2021, ma dovremo aspettare altri due anni per l’apertura ufficiale. Intanto le stime sarebbe andate talmente fuori budget da portare un executive che supervisiona il progetto ad abbandonare la nave. L’amministratore delegato statunitense del proprietario dell’hotel, la società cinese Anbang Insurance Group Co. che ha acquistato il Waldorf per la cifra record di 1,95 miliardi di dollari nel 2015, è improvvisamente uscito dal progetto alla fine del mese scorso, con grande stupore di alcuni dei suoi dipendenti di New York.

I lavori sull’hotel (chiuso) potrebbero continuare fino al 2024 e si prevede che i costi supereranno i 2 miliardi di dollari, hanno detto gli addetti ai lavori. Insieme al prezzo d’acquisto, questo significa che il progetto potrebbe costare più di 4 miliardi di dollari in totale, portandolo al titolo di “uno dei più costosi progetti di conversione da hotel a condominio di tutti i tempi”.

“Ora non abbiamo solo il Covid, a cui la gente si è abituata, abbiamo la guerra. L’inflazione. Tassi d’interesse in aumento. E la Cina è tutta sottosopra”, ha commentato al Wall Street Journal l’agente immobiliare di lusso Donna Olshan, sottolineando che il Waldorf non ha segnalato alcuna vendita alla sua azienda questa settimana. “Quando si arriva a questo cocktail, un promotore non può che scoraggiarsi”. Le nuove unità partono da 1,8 milioni di dollari per uno studio, e i residenti hanno ingressi separati dalle 375 persone che alloggiano nelle suite dell’hotel, così come i servizi, tra cui l’oasi Déco Starlight Pool che si affaccia su Park Avenue.