Una mostra al Museo del Novecento a Firenze celebra Lucio Fontana con un nuovo sguardo artistico
L’indagine sulle forze primigenie che sono all’origine del manifestarsi della creazione artistica. È questo il fulcro tematico della mostra Lucio Fontana. L’origine du monde. Il titolo evoca il celebre dipinto di Gustave Courbet e declina il significato gnoseologico di quel dipinto ottocentesco verso un’interpretazione archetipica dell’eros come forza generatrice della vita umana e del cosmo. Eros sempre in bilico tra l’alto del mondo platonico e il basso materialismo delle funzioni corporali sessuali.
La mostra, si legge nel comunicato stampa, intende proporre un’inedita riflessione sull’opera di Lucio Fontana, la cui arte appare essere non tanto maschile, vulcanica, demiurgica, come molta letteratura critica ha già sostenuto, quanto allusiva alla forza generativa femminile, che è attiva nella mente dell’artista come nella natura, nel cosmo e nel corpo fecondo della terra. Nuova luce può essere gettata sui suoi “tagli”, i suoi “buchi”, le sue rappresentazioni grafiche, eseguiti spesso con gesto primario, infantile, come una pulsione istintuale, prima ancora di essere progetto e riproduzione.
La mostra riunisce una serie di disegni e piccole sculture che permetteranno di interrogarsi sulla genesi degli Ambienti Spaziali, dei Concetti Spaziali e delle Nature, e sulle prefigurazioni in essi implicite. Com’è noto, la ricerca di Lucio Fontana si svolge all’insegna di una nuova esperienza e concezione non solo dello spazio, ma anche del tempo, colto in una doppia dimensione: verso il passato dei primordi, quello della nascita della Terra, e verso il futuro dell’Universo, quello della sua dimensione incalcolabile. La sua ricerca approfondisce la dimensione ctonia, originaria, tellurica di una materia appena generata, non in senso religioso ma cosmologico. Una dimensione che riporta il nostro immaginario agli inizi del creato, della Terra e della Luna, alla cui conquista Fontana fu sensibile, come se quegli ammassi di materia compatta e carica di energia, come meteore, o come se quell’insieme di perforazioni, in forma di spirali e vortici, fossero galassie in formazione.
Una esplorazione che abbraccia e riunisce il micro e il macrocosmo, il livello più organico, primario, notturno della sessualità e quello diuturno dell’immaginazione concettuale.
Foto via Museo Novecento