La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

A Milano, tra residenziale e uffici, cresce il numero delle transazioni immobiliari: ecco i dati

A Milano, tra residenziale e uffici, cresce il numero delle transazioni immobiliari: ecco i dati

Ne dà notizia Il Sole 24 Ore, analizzando i movimenti immobiliari degli ultimi 6 anni: i prezzi medi degli appartamenti, a Milano, sono cresciuti del 7,3 per cento (se nuovi), del 5,8 per cento (quelli recenti) e del 7,8 per cento (i vecchi). Dal 2015 al 2021, nel capoluogo lombardo, le transazioni residenziali sono cresciute del +48,2 per cento , quelle di negozi e laboratori del 60,5 per cento e, infine, quelle per gli uffici del 179,7 per cento.

Nel residenziale, a Milano il numero delle transazioni nelle compravendite immobiliari è aumentato (da 3.809 a 5.647). Numero di transazioni nelle compravendite più forte nel secondo semestre dell’anno (acquisto della casa dopo le vacanze). In 6 anni, prosegue il report pubblicato dal Sole 24 Ore, i prezzi medi degli immobili sono cresciuti del 7,3 per cento per gli appartamenti nuovi, del 5,8 per cento per quelli recenti e del 7,8 per cento per gli appartamenti vecchi.

Per gli uffici l’incremento a Milano delle transazioni è stato del 179,7 per cento mentre la quotazione immobiliare media è aumentata del 4,8 per cento. Per negozi/laboratori si registra un + 59,1 (crescita delle transazioni nel periodo 2015-2021 con una caduta della domanda nei primi tre trimestri del 2020 per effetto dell’emergenza Covid).

“Abitare a Milano – commenta Vincenzo Albanese, presidente di Fimaa Milano Lodi Monza Brianza – manterrà sempre il suo appeal. Nonostante durante la pandemia siano stati proposti modelli alternativi, la città avrà un ruolo centrale nella nostra società, economia e cultura. Certo, gli stili di vita stanno mutando e assisteremo nei prossimi anni alla convivenza di modalità ibride di fruizione della città in base alle diverse fasce anagrafiche, ad esempio”. I quartieri, prosegue ancora Albanese, si confermeranno come strategici per la qualità della vita degli abitanti, pertanto la comunità di prossimità e i servizi a quindici minuti avranno un peso determinante nella scelta dell’abitazione. L’affermarsi di un nuovo modo di concepire l’immobiliare metterà al centro il benessere e la sostenibilità: i più grandi interventi di rigenerazione milanesi stanno già sperimentando nuove soluzioni che diventeranno benchmark immobiliari non solo per la città, ma per l’intero Paese”.

Milano superlusso

Milano, Claude Monet arriva a Palazzo Reale. La mostra è un inno al padre dell’Impressionismo

Milano, Claude Monet arriva a Palazzo Reale. La mostra è un inno al padre dell’Impressionismo

Dal 18 settembre, a inaugurare la stagione autunnale di Palazzo Reale a Milano, arriva l’esposizione dedicata al più importante rappresentate dell’Impressionismo: Claude Monet. Un percorso espositivo dove ad accogliere il pubblico ci saranno 53 opere di Monet tra cui le sue Ninfee (1916-1919), Il Parlamento. Riflessi sul Tamigi (1905) e Le rose (1925-1926), la sua ultima e magica opera: un prestito straordinario non solo perché riunisce alcune delle punte di diamante della produzione artistica di Monet, ma anche per l’enorme difficoltà di questo periodo nel far viaggiare le opere da un paese all’altro.

Il percorso cronologico ripercorre l’intera parabola artistica del Maestro impressionista, letta attraverso le opere che l’artista stesso considerava fondamentali, private, tanto da custodirle gelosamente nella sua abitazione di Giverny; opere che lui stesso non volle mai vendere e che ci raccontano le più grandi emozioni legate al suo genio artistico.

Il Musée Marmottan Monet – la cui storia è raccontata nel percorso della mostra – possiede il nucleo più grande al mondo di opere di Monet, frutto di una generosa donazione di Michel, suo figlio, avvenuta nel 1966 verso il museo parigino – che prenderà proprio il nome di “Marmottan Monet”. Suddivisa in 7 sezioni e curata da Marianne Mathieu – storica dell’arte e direttrice scientifica del Musée Marmottan Monet di Parigi – l’esposizione introduce quindi alla scoperta di opere chiave dell’Impressionismo e della produzione artistica di Monet sul tema della riflessione della luce e dei suoi mutamenti nell’opera stessa dell’artista, l’alfa e l’omega del suo approccio artistico.

Dando conto dell’intero excursus artistico del Maestro impressionista, a partire dai primissimi lavori che raccontano del nuovo modo di dipingere en plein air e da opere di piccolo formato, si passa ai paesaggi rurali e urbani di Londra, Parigi, Vétheuil, Pourville e delle sue tante dimore. È il mondo di Monet, con le sue corpose ma delicatissime pennellate e con quella luce talvolta fioca e talvolta accecante che ha reso celebri capolavori come Sulla spiaggia di Trouville (1870), Passeggiata ad Argenteuil (1875) e Charing Cross (1899‐1901), per citarne alcuni. Ma non solo. Verdeggianti salici piangenti, onirici viali di rose e solitari ponticelli giapponesi; monumentali ninfee, glicini dai colori evanescenti e una natura ritratta in ogni suo più sfuggente attimo.

Promossa dal Comune di Milano-Cultura, la mostra rientra nel progetto museologico ed espositivo “Musei del mondo a Palazzo Reale” nato con l’intento di far conoscere le collezioni e la storia dei più importanti musei internazionali. A Milano, dove il centro storico traina il mercato immobiliare, Palazzo Reale ci regala un incrocio perfetto tra pittura e rapporto con la città, sempre in trasformazione.

Il mercato immobiliare in Lombardia

Inaugura il nuovo Mercato Centrale di Milano: 29 botteghe fra commercio e comunità

Inaugura il nuovo Mercato Centrale di Milano: 29 botteghe fra commercio e comunità

Anche Milano ha il suo Mercato Centrale. Dopo Firenze, Roma e Torino, nello storico edificio della Stazione Centrale ha aperto i battenti il 2 settembre un luogo di scambio e incontro molto articolato fra commercio e comunità, in cui fare acquisti e socializzare come nei mercati di una volta, con in più la garanzia di trovare solo prodotti e produttori selezionati di altissimo livello.

Come riporta Viaggi Corriere, i 29 artigiani che “abitano” il grande spazio su due piani di oltre 4500 mq sono tutte eccellenze note ai milanesi con un unico comune denominatore: la qualità, certificato di garanzia indispensabile per entrare a far parte del progetto Mercato Centrale. Su Viaggi, scopriamo le loro storie, e i loro volti, in un viaggio del gusto che è già una tappa imperdibile per i gastronauti a Milano.

“Al Mercato di fatto si potrà fare di tutto, proprio perché è il mercato. Un luogo dove sedersi e leggere, mangiare, connettersi, fare la spesa e portarsi a casa le eccellenze degli artigiani del gusto”, hanno fatto sapere i responsabili del progetto.

 

Milano

Milano: assegnati a Gucci e Chanel gli spazi commerciali in Galleria Vittorio Emanuele II

Milano: assegnati a Gucci e Chanel gli spazi commerciali in Galleria Vittorio Emanuele II

Nuove assegnazioni per gli spazi in Galleria Vittorio Emanuele II a Milano. Secondo quanto riportato da Monitor ImmobiliareGucci ha vinto la gara per gli spazi commerciali in precedenza occupati da Dutti, la base d’asta era pari a quasi 3,1 milioni, la proposta è stata di 4,5 milioni di euro di canone annuo.

Church resterà nei locali che già occupa, avendo fatto un’offerta migliorativa sul canone annuo: la base d’asta era oltre 211.000 euro, l’offerta di 610.000 euro. Chanel si occuperà di riqualificare l’ex albergo Cobianchi, dopo aver formalizzato l’esercizio del diritto di prelazione per l’assegnazione. La gara era stata pubblicata lo scorso aprile e, a esito del bando, lo spazio era stato assegnato provvisoriamente alla migliore offerta economica pervenuta: 1,3 milioni di euro all’anno da parte di Damiani. Tuttavia, Chanel, titolare della proposta iniziale, ha avuto modo di esercitare il diritto di prelazione.

Richard Tayar

Brera Design Week: al Fuorisalone la “Milano da abitare” che sfida il futuro dell’immobiliare

Brera Design Week: al Fuorisalone la “Milano da abitare” che sfida il futuro dell’immobiliare

Una Design Week personale e di svolta quella che si terrà a Brera dal 4 al 10 settembre, sotto il segno del tema “Forme dell’Abitare” proposto da Fuorisalone, un’occasione di confronto sulle rinnovate esigenze abitative, al tempo di una pandemia che sta ancora cambiando i concetti di spazio e di mercato immobiliare.

È in questo contesto che prende il via un’edizione-simbolo della ripartenza e del rilancio degli eventi diffusi in città, con protagonisti design e creatività. Le vie e piazze del distretto di Brera (Milano), ricche di storia e grande bellezza, tornano dopo il break estivo ad animarsi di appuntamenti, mostre e installazioni. Online e offline non rappresentano più dimensioni opposte, ma trovano una convergenza grazie all’esperienza maturata durante le precedenti edizioni in formato digitale. Quella di settembre, si legge nel comunicato ufficiale, sarà un’edizione proiettata verso le sfide del futuro, nella direzione dell’inclusione e della condivisione, e che punta a confermare la città di Milano come riferimento internazionale per il comparto arredo e design.

“L’edizione di settembre del Fuorisalone rappresenta un traguardo ancora più sfidante per tutti gli operatori, le imprese, le Associazioni e le Istituzioni che insieme, dopo questa lunga pausa dovuta all’emergenza COVID, sono impegnate a riaffermare il ruolo di Milano quale primario luogo di riferimento internazionale per il design e la cultura del progetto”. Così l’Assessora alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Moda e Design Cristina Tajani, che prosegue: “Confidiamo che l’impegno profuso dalle imprese che con coraggio partecipano a questa inusuale edizione, sia apprezzato dal pubblico e dagli addetti ai lavori. In quest’ottica abbiamo scelto, come Amministrazione, di concedere gratuitamente gli spazi pubblici per gli eventi a valenza culturale, al fine di incentivare il più possibile la partecipazione a questa edizione che può rappresentare il primo passo per far ritrovare alla città la sua attrattiva internazionale”.

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia. Tutti i trend dell’immobiliare a Milano

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia. Tutti i trend dell’immobiliare a Milano

La Lombardia si dimostra la regione con più transazioni in Italia. Se il numero di transazioni concluse nel primo semestre 2021 è in aumento rispetto agli anni precedenti, confermando il trend pre-pandemia, le restrizioni hanno alterato, senza eccezioni, la crescita Q2 su Q1. Eppure c’è una regione in Italia che più di altre tiene testa ai cambiamenti in atto. E si chiama Lombardia. Nei primi mesi dell’anno 2021 le transazioni risultano infatti egualmente distribuite. Lo riporta Bluerating (via Real Estate Data Hub) con particolare attenzione ai dati che mostrano un aumento della domanda nel secondo trimestre 2021.

Un aumento da osservare con ottimismo poiché sostiene e irrobustisce la ripresa del mercato immobiliare nell’anno in corso, in contrasto con la riduzione della domanda registrata nel secondo trimestre del 2020. In particolare, le regioni con più transazioni si confermano Lombardia e Lazio. Milano e Roma sono le due ancòre del mercato immobiliare italiano, mentre si riduce la media dei giorni di permanenza sul mercato, a causa dell’aumento della domanda. Nel primo semestre 2021, secondo i dati, migliorano le tempistiche relative alle vendite, con una media di 141 giorni contro i 168 giorni dello stesso periodo del 2020.

Nel dettaglio, a Milano aumenta la domanda nel secondo trimestre 2021 rispetto al primo, come riportato dall’indicatore transazioni su incarichi. Le transazioni registrate a Milano (città) sono in linea con il primo trimestre dell’anno. La preferenza dei consumatori in città si orienta verso i bilocali, mentre i trilocali sono maggiormente apprezzati nell’hinterland; gli appartamenti venduti hanno dimensioni medie di 77,3 mq; 10 mq in meno rispetto a quanto si registra dall’analisi della provincia stessa. La categoria più agevolata nell’erogazione dei mutui è quella dei lavoratori a tempo indeterminato (sarebbe a dire quasi i tre quarti del totale). Aumenta la preferenza verso i mutui a tasso variabile.

Richard Tayar

Da Milano a New York: Richard Tayar racconta i nuovi scenari dello smart working

Da Milano a New York: Richard Tayar racconta i nuovi scenari dello smart working

Contributo di Richard Tayar per Business Community 

Scienza e mercato hanno opinioni diverse su quando finirà davvero la pandemia. Di fatto, con le varianti e nuove, indispensabili restrizioni in atto, sembra quasi imprudente parlare di fase post-pandemica, ed è difficile prevedere quanto e che cosa resterà delle abitudini di questi mesi. Gli scenari possibili non spaventano però il settore immobiliare, diventato una sorta di bussola in equilibrio tra i “se” e i “ma”, anche quando tutto era fuori controllo e le esigenze di vita e lavoro si rinnovavano sotto i nostri occhi.

Il periodo ancora in corso ha portato tutti in breve tempo ad adattarsi a nuovi ritmi di lavoro, sperimentando, forse per la prima volta e a diverse latitudini, il lavoro da remoto. Modello lavorativo di cui alcuni già da anni si prodigavano a raccontare e mostrarne l’efficacia e funzionalità, immersi però in cultura societaria saldamente ancorata a quello che già conosceva e ancora limitata da preconcetti e da qualche ostacolo tecnologico. L’avvento improvviso della pandemia ha però dato una forte accelerazione e, per certi versi, ha quasi obbligato a dirigersi verso un processo che si muoveva lento già negli ultimi dieci anni. Senza dubbio questo ultimo periodo ha fatto rivalutare a molti i concetti di tempo e spazio, ponendo maggiore attenzione a tutto ciò che si può fare in quei sessanta minuti necessari solitamente per raggiungere il proprio posto di lavoro e valorizzando più che mai i 2 metri quadrati di terrazzo usati fino a quel momento come deposito degli attrezzi.

Il lockdown ha quindi generato due movimenti: il primo all’esterno, verso quei territori che fino a pochi mesi fa erano considerati periferie, e il secondo all’interno della propria abitazione, provocando un notevole impatto sul settore immobiliare. Si può tranquillamente affermare, infatti, che nessuna asset class è più quello di un tempo. Prendiamo il retail, anche quello high street, o l’hospitality; un tempo erano settori immobiliari inavvicinabili e con rendimenti contenuti, mentre oggi li troviamo ampiamente a sconto: grandi opportunità con qualche rischio.

La logistica ormai è regina, spinta dall’esplosione dell’eCommerce esattamente come alcune asset class che un tempo erano alternative e che ora stanno diventando fortemente mainstream: data center, life sciences, healthcare, senior living, student living e molte altre. Gli uffici stanno ripensandosi, una asset class in pausa di riflessione, almeno così sembra. Fra tutte è il residenziale che sta riservando maggiori sorprese sia perché la domanda sta esplodendo in Italia come in US, ma anche perché è una domanda esigente che trova spesso un’offerta impreparata e un patrimonio immobiliare forse non adeguato.

Il Bel Paese

Prendiamo Milano dove i prezzi salgono e la domanda è elevata.
La volontà di cambiare guarda a spazi abitativi più ampi, questo è certo, ma non è una novità, si guarda invece agli spazi spesso ignorati: gli affacci sul mondo esterno. I balconi, anche i balconcini sono elementi un tempo ignorati ma che ora possono incidere anche per il 15% sui prezzi di vendita. Se poi parliamo di terrazzi, giardini pensili, fazzoletti di verde ad uso esclusivo, arriviamo a percentuali anche del 25% di incidenza sulla vendita a corpo di una unità abitativa. Tutto questo non basta, infatti assistiamo a due fenomeni apparentemente contrastanti. Da una parte la domanda cerca il nuovo – il patrimonio immobiliare ai piedi della Madonnina è piuttosto invecchiato e non sempre di eccelsa qualità – dall’altra si torna all’organizzazione degli spazi interni tipico delle costruzioni anni 60. Luoghi funzionalmente distinti, molte camere, i corridoi (addirittura loro, che sembravano completamente defunti). La richiesta è di poter isolarsi in casa, per lavoro, ma anche per relax, di suddividere le zone fra familiari e personali, con una netta distinzione fra zona giorno e zona notte, i doppi servizi sono ormai imprescindibili.

Il nuovo, soprattutto quello in costruzione (un centinaio di cantieri in città) ha caratteristiche che registrano puntualmente i nuovi desiderata: logge, balconi e terrazzi, locker room anche refrigerarti per le consegne di pacchi e spesa, spazi condominiali di coworking, un concetto estraneo ai più fino a pochi mesi fa e ormai diventato parte del linguaggio comune. È ormai evidente che Milano sta diventando sempre di più policentrica, spinta dall’apertura di persone e famiglie dal centro verso i borghi. I tempi di communiting spaventano di meno perché l’idea è che il remote working rimanga, almeno parzialmente, in una forma ibrida con il lavoro da ufficio, ma sono le zone periferiche che stanno traendo maggiore vantaggio. Da una parte la seduzione della città dei 15 minuti, dall’altra le cose molto più concrete come il potenziamento della rete metropolitana che attende anche la realizzazione della circle line milanese e poi anche progetti come Mind nell’ex area dell’Expo 2015 che stanno facendo evolvere la gentrificazione in rigenerazione urbana.

E negli Stati Uniti?

Oltreoceano con alcuni ovvi correttivi la spinta alla ricoperta dei “borghi” e il “south working” hanno attecchito maggiormente.
I flussi, da un punto di vista della dinamicità del mercato immobiliare, sono sensibili: Miami ha conosciuto un breve ma intenso ciclo rialzista e non sono stati pochi a trasferirsi lì, in cerca di verde, panorama, elementi naturali, spazi esterni che connettessero l’ambiente domestico con l’esterno, ma sono da segnalare anche i trasferimenti verso gli Hamptons o il Connecticut. Anche in questi casi parliamo soprattutto di élite e rimane da capire quanto questi trasferimenti saranno definitivi oppure no, ma questo ragionamento ci porta a New York City, il mercato immobiliare per antonomasia, in USA e nel mondo. La città che non dorme mai ha conosciuto una nuova e inedita fase, dalla quale siamo certi non si potrà tornare più indietro. La pandemia ha causato una spinta centrifuga della popolazione che ha scelto spesso di abbandonare Manhattan, convinta anche da quanto il remote working rendeva possibile: una migliore qualità della vita con un buon impiego, tanto che, tra qualche anno, si potrebbe parlare di well-being working.

Per quanto possa essere bello vivere al quarantesimo piano di un grattacielo, passare il lockdown in pochi metri quadri ha fatto fuggire le persone verso altre zone di New York, come Brooklyn. Già negli ultimi anni Brooklyn si era imposto come un mercato in forte crescita rispetto a Manhattan. Il primo slancio è arrivato dal riposizionamento di Williamsburg, delle zone limitrofe e perfino dell’entroterra del quartiere.

Con la pandemia è cresciuto ulteriormente l’interesse per Brooklyn, sia perché offre dei prezzi ridotti rispetto a Manhattan, sia perché ha maggiori spazi verdi, elementi naturali e scorci impossibili da trovare dall’altra parte dell’East River. Anche il Queens è stato scelto da molti, soprattutto nella zona di Astoria: si tratta di un’area fortemente residenziale e con una vita di quartiere quasi mediterranea.

Il Bronx, che già da prima della pandemia stava vivendo un momento di forte sviluppo, è ora al centro di un’accelerazione mai vista prima che parte da Parkchester fino al South Bronx. Tutte queste aree fuori dall’isola di Manhattan hanno in comune un prezzo al metro quadro più contenuto, ma soprattutto una concezione dell’abitare più europeo con spazi interni più generosi, edifici più bassi – per i quali si può anche fare a meno dell’ascensore -, aree verde pubbliche e private, una vita di quartiere dinamica e vivace, tanto che anche qui si è cominciato a parlare di città dei 15 minuti. Se da una parte, quindi, possiamo parlare di esodo dagli uffici, dall’altra si stanno riscoprendo nuovi locali che si reinventano per offrire ai propri clienti quello di cui hanno bisogno: spazi di coworking informali, ma efficacemente attrezzati.

È, infatti, significativo come molti di questi quartieri si stiano riorganizzando per dare nuovi servizi di prossimità ai nuovi residenti. Tante caffetterie si stanno trasformando tanto che la rincorsa alla certificazione WiredScore in queste aree di New York ha avuto un’impennata. L’ufficio non è più come lo abbiamo sempre immaginato ma acquisisce una dimensione più sociale, come luogo di incontro e confronto e questo, può avvenire anche a dieci minuti dalla propria abitazione.
Infine, anche lo sviluppo dei trasporti pubblici si sta velocemente adeguando ala situazione, sviluppandosi a un ritmo incredibilmente sostenuto. A Manhattan, in generale, c’è una forte flessione dei prezzi a Tribeca e a Soho intorno al 10%, Midtown -14%. Upper West Side -21%. Questo non perché manchino le risorse, soprattutto nelle fasce di prezzo più elevate, ma perché è proprio cambiato il mercato.

Non è un caso se oggi a Manhattan il prezzo medio è di poco superiore a 1.250 dollari al piede quadrato, mentre Brooklyn sfiora ormai i 1.000 dollari. Nessun’altra città degli Stati Uniti deve affrontare i cambiamenti del concetto di posto di lavoro – da fisico a remoto – più di New York, i cui uffici prima della pandemia attiravano 1,6 milioni di pendolari al giorno, sostenendo l’economia di buona parte della città, dai negozi ai ristoranti, ai teatri di Broadway. Oggi la città deve attirare le persone per ragioni diverse dall’andare in ufficio. L’idea di ufficio fisico non basta più, lo pensano in molti e lo crediamo anche noi.

Milano traina il mercato immobiliare

Un’estate in grandi numeri: Milano traina il mercato immobiliare. Ecco come si evolve il trend

Milano traina il mercato immobiliare. Ecco come si evolve il trend

Milano traina il mercato immobiliare, Il mercato immobiliare italiano in generale ci sta dando solo buone notizie, a partire dal comparto residenziale. Il numero di transazioni siglate nel primo semestre 2021 è in aumento sia rispetto al 2020 sia al 2019, ritornando al trend ascendente pre-Covid. È quanto emerge dal primo outlook semestrale di Real Estate DATA HUB, lo strumento di analisi nato dalla partnership tra RE/MAX Italia e Avalon Real Estate.

Il report punta i riflettori sulle città di Milano e Firenze, dove il mercato della casa è in evoluzione, come dimostrano i listini di Columbus International. “La trasformazione è guidata dalla ricerca di quegli elementi abitativi che si sono rivelati carenti durante il lockdown, portando nuova linfa al settore residenziale” si legge. “Tra le regioni che registrano un andamento virtuoso al di sopra della media, compare la Lombardia. Milano si conferma città trainante del mercato immobiliare italiano. A livello nazionale, i tempi medi relativi alle locazioni vedono un lieve miglioramento rispetto al 2020; migliorano in modo sensibile le tempistiche relative alle vendite, passando da una media di 168 giorni nel primo semestre del 2020 ai 141 giorni dei primi sei mesi del 2021″.

Tra le componenti di spinta del mercato immobiliare potrebbe esserci il Decreto Sostegni bis. Dalla sua entrata in vigore, stando ai dati diffusi dall’Ufficio Studi di 24MAX, si è registrato un deciso aumento dei mutui erogati agli acquirenti nelle fasce di età 18-24 e 25-34.

Il mercato immobiliare in Lombardia

Milano, il mercato immobiliare in Lombardia è tra i più attivi d’Italia con domanda in aumento

Il mercato immobiliare in Lombardia è tra i più attivi d’Italia con domanda in aumento

Il mercato immobiliare in Lombardia è tra i più attivi d’Italia, e chi la ferma più, Milano. Stando alle previsioni semestrali di Real Estate Data Hub, realizzate da RE/MAX Italia e Avalon Real Estate, l’andamento crescente nel comparto residenziale è uno dei punti di forza del Nord Italia, in particolare della regione Lombardia, dove il numero di transazioni concluse nel primo semestre 2021 è in aumento rispetto sia al 2020 sia al 2019.

A Milano si registra un aumento della domanda che non ha precedenti. La preferenza dei potenziali acquirenti in città si orienta verso i bilocali dalle dimensioni medie di 77,3 mq, mentre i trilocali sono apprezzati soprattutto nell’hinterland. Idem per i prezzi che registrano un andamento crescente, a parte i monolocali per i quali la richiesta è leggermente in discesa. In linea con la traiettoria all’acquisto di bilocali nel capoluogo lombardo, la maggior richiesta di mutui arriva dai giovani che prediligono il tasso variabile in vista di un cambio casa nel medio periodo, ci dicono i dati dell’Ufficio Studi 24MAX.

Il quotidiano La Repubblica conferma: su Milano è caccia all’oro. Crescono i prezzi ma non rallentano le operazioni. È il momento di comprare, suggeriamo noi di Columbus International. Alcuni immobili trovano proprietario in un giorno e gli annunci, in alcuni quartieri, generano code di visitatori mai viste prima in estate.

Foto via Unsplash/Alex Vasey

AstraZeneca è tra le grandi aziende a scegliere come sede Mind, distretto dell’innovazione a Milano

AstraZeneca è tra le grandi aziende a scegliere come sede Mind, distretto dell’innovazione a Milano

Lendlease, gruppo internazionale di real estate, infrastrutture e rigenerazione di aree urbane, rende noto di aver firmato i primi accordi vincolanti con diverse aziende, tra cui AstraZeneca, oltre a Bio4Dreams e Rold, per la locazione di circa 5000 mq di spazi adibiti a uffici, laboratori e aree commerciali all’interno del MIND Village – l’area di MIND in cui sono in corso di riconversione gli edifici di Expo 2015 secondo principi di economia circolare.

Gli accordi, si legge dal comunicato, prevedono che, entro la fine del 2021, le tre imprese locatarie entrino a far parte dell’ecosistema di innovazione del distretto, insediandosi negli spazi destinati ai loro progetti e alle loro sedi. Sono oltre 100 le aziende che ad oggi hanno manifestato interesse a portare a MIND progetti di innovazione, competenze, risorse, tecnologie e attività di ricerca e sviluppo.

“L’accesso a MIND rappresenta una leva strategica per le aziende che beneficeranno dell’ecosistema di innovazione, grazie ad un’interazione diretta con tutti soggetti che sono parte del distretto e le ancore pubbliche – Università degli Studi di Milano, Human Technopole, Istituto Galeazzi e Fondazione Triulza – insieme a cui potranno sviluppare idee e progetti di innovazione nel campo delle Life Sciences e City of the Future, in un contesto collaborativo e multidisciplinare” fanno sapere dall’Innovation District. Colpisce che tra le aziende firmatarie ci sia AstraZeneca, azienda leader a livello globale nel settore delle scienze della vita.

Gli spazi oggetto della locazione sono tutti certificati LEED Gold, rispondono ai più elevati standard di sostenibilità ambientale e forniscono soluzioni all’avanguardia per il benessere di chi li vivrà e abiterà. Il MIND Village punta, infatti, ad essere un ecosistema innovativo anche sul fronte progettuale, un luogo creato per favorire il bilanciamento e l’integrazione delle dimensioni della vita umana privata e sociale da un lato e quella professionale, del lavoro, studio e ricerca dall’altro. Un’area che mette il benessere delle persone che la popolano al centro: tramite la qualità degli spazi interni ed esterni, quelli attrezzati per lo sport, il relax e l’outdoor.

Andrea Ruckstuhl, Head of Italy and Continental Europe di Lendlease ha dichiarato: “Siamo molto orgogliosi di annunciare l’ingresso delle prime aziende a MIND. Ciascuna rappresenta un’eccellenza nel proprio settore di riferimento e contribuirà ad alimentare all’interno dell’area MIND l’ecosistema di innovazione di cui Lendlease è promotore insieme ad Arexpo e alle ancore pubbliche. Gli accordi siglati e quelli in pipeline in fase di definizione confermano l’attrattività di MIND, quale luogo ideale per la contaminazione delle idee e polo aggregante in Italia per l’innovazione nel settore delle scienze della vita e delle città del futuro e spazio fisico con performance ambientali ed energetiche all’avanguardia.

La riconversione degli spazi – a partire da edifici già realizzati per Expo 2015 – è in corso e primi spazi saranno disponibili a partire dalla fine del 2021. In particolare, gli accordi prevedono: 3000 mq di uffici per AstraZeneca, dove il leader globale delle scienze della vita trasferirà la propria sede italiana con oltre 200 persone per avviare con maggiore facilità all’interno dell’ecosistema MIND la collaborazione con il network di aziende, startup farmaceutiche e Istituzioni pubbliche – l’Università degli Studi di Milano, lo Human Technopole e l’Istituto Galeazzi – per sviluppare idee e costruire partnership e progetti innovativi a supporto dei pazienti.

Fonte e foto via MIND