Viaggio nel “Museo di Broadway”, un paradiso per gli appassionati di teatro musicale e… di real estate

Una lettera datata 26 settembre 1957 con scritto: “Caro Lenny, sai fin troppo bene quanto sia difficile per me dimostrare gratitudine e affetto, tanto meno impegnarli per iscritto”. È questo il calcio di inizio di un’avventura tutta newyorchese, nel tentativo di ripescare memorie e bazar immobiliari che fanno di Broadway, oggi, il tempio del musical.

La lettera, inviata da Stephen Sondheim a Leonard Bernstein, è stata scritta il giorno della prima a Broadway del leggendario musical West Side Story ed ora, come riportato dal Daily Beast, può essere ammirata in una teca di vetro nella sala “West Side Story” del Museum of Broadway, che apre il 15 novembre, al 145 West 45th Street, a un passo da Times Square.

Siete pronti per un nuovo museo in città? Questo non è come gli altri. Si tratta di una sorta di labirinto zigzagante che si estende per 26.000 metri quadrati su quattro piani, è il paradiso degli amanti del teatro musicale. Per quanto riguarda le opere teatrali, quest’ultime sono esposte su numerosi cartelli informativi, vere e proprie enciclopedie per gli affezionati. Informativo e magico, il museo racconta la storia del teatro di Broadway dal primo spettacolo (1732) rappresentato a New York, mercato immobiliare per eccellenza di Columbus International, fino ai giorni nostri, su pannelli ricchi di dettagli. Poi, esposizioni di oggetti ed ephemera teatrali e sale appositamente progettate, rivelano come è nato il teatro musicale di Broadway e come vengono realizzati i musical stessi. Tutte le sale appositamente allestite, tranne una, sono dedicate ai musical e alle opere teatrali.

La sala dedicata a “West Side Story” comprende un mock-up completo del bancone di Doc. Altre sale sono dedicate ai musical, tra cui HAIR (con illustrazioni e costumi psichedelici), Company (con i suoi palloncini al neon e d’argento che scandiscono 35 anni per il compleanno di Bobby), Show Boat (il fulcro è una scultura fluida del copione dello spettacolo), Oklahoma! (sì, è esposto un campo di grano simulato) e Rent (che presenta un convincente ambiente urbano artistico, oltre alla corrispondenza del creatore Jonathan Larson).

Altre aree sono dedicate a Funny Girl, Fiddler on the Roof e The Phantom of the Opera. Ci sono video, costumi, modelli e una sezione adeguatamente teatrale dedicata alla vita nel backstage e alla “realizzazione di uno spettacolo di Broadway”. Le registrazioni originali del cast di ogni spettacolo escono dalla propria sala, a partire da “Ol’ Man River” nella sala Show Boat, “Oh, What a Beautiful Mornin'” nella sala Oklahoma, “Aquarius” da Hair, “Company” da Company e “Seasons of Love” da Rent. Dopo aver lasciato il Museo di Broadway canticchiando felici, siamo certi che passerete presso i nostri uffici a Rockefeller dove i nostri agenti immobiliari vi attendono ogni giorno.

Ponte Vecchio Firenze

Firenze da record. Columbus International vi guida tra gli annunci immobiliare nelle aree più gettonate

Provate a fare surf sugli annunci immobiliari di Firenze. Vertigini?

Un bilocale ristrutturato in via Don Minzoni sfiora i mille euro al mese, un trilocale arredato a Campo di Marte tocca i 1.200, un monolocale a Novoli vale 800 euro al mese, un trilocale in San Niccolò 2.500 euro. Per chi ha messo a reddito le proprie case in affitto a Firenze questo è il tempo della “raccolta”. I prezzi salgono, dicono le quotazioni del sito Immobiliare.it, riprese dal Corriere Fiorentino, e per gli immobili residenziali in affitto nel capoluogo toscano si richiedono in media 16,49 euro al mese per metro quadro, con un aumento di quasi il 12 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

È record.

Secondo una ricerca della Uil a Firenze un nucleo familiare paga mediamente 910 euro al mese, circa il 33,7 per cento del proprio budget. La Toscana è sull’altare delle prime dieci città con i canoni di locazione più alti, dove emergono quattro capoluoghi della regione: Firenze, Pisa, Prato e Carrara. “C’è un’altissima richiesta, quindi sul mercato degli affitti gli appartamenti mancano: essendoci penuria di begli appartamenti da affittare la tendenza economica è a un aumento” fa sapere Simone Beni presidente di Fiaip Toscana. “Le case che ci sono si affittano subito, nell’arco di due o tre appuntamenti. Ora stiamo cercando molti appartamenti con due camere soggiorno e angolo cottura e un minimo di spazio esterno, appartamenti funzionali che valgono circa mille euro al mese. Mono e bilocali hanno un’affitto invece dai 600 euro in su. Sotto questo prezzo spesso vengono proposti abitazioni uso magazzino o seminterrati uso ufficio, occorre fare attenzione”.

Tra le aree più gettonate ci sono le semicentrali: Novoli, per la presenza di Tribunale, Università e tramvia, Le Cure e Firenze Sud, l’area “preferita da chi deve prendere spesso l’autostrada e dalle famiglie”. È la “riscossa degli affitti brevi”. Quando il turismo era ad uno stop nel 2020, parecchi proprietari avevano optato per affitti sul medio-lungo termine, ora invece con la ripresa a pieno ritmo dei flussi turistici “appena si può si torna agli affitti brevi, più redditizi” commenta Tommaso Birignani di Tecnocasa Firenze. Il fenomeno degli affitti turistici ha tolto dal mercato del settore residenziale molti appartamenti, contribuendo a far diminuire l’offerta. La domanda invece è sempre (più) alta. E i prezzi, ad oggi stabili, continuano a salire.

New York e real estate: Eataly prepara una nuova sorprendente sede a Soho. I dettagli

I piani di espansione globale di Eataly sembrano iniziare a Soho.

Secondo quanto riportato dal New York Post, l’azienda italiana di alimentari e ristoranti gourmet ha firmato un contratto di locazione per 18.000 metri quadrati al 200 di Lafayette Street di Brookfield Properties. Il contratto comprende il piano terra e i piani inferiori al livello stradale.

Secondo quanto scrive The Real Deal, l’affitto richiesto per lo spazio è di 2,7 milioni di dollari all’anno. Brookfield ha dichiarato di aver concesso una franchigia di milioni di dollari per le migliorie agli inquilini, riducendo così l’importo netto che Eataly pagherà per lo spazio.

Il contratto di locazione prevede anche l’installazione di un’insegna a bandiera per Eataly, la cui apertura non è prevista prima della metà del 2023, in quanto lo spazio è in fase di allestimento.

Oscar Farinetti ha fondato l’azienda italiana Eataly nel 2003. L’azienda ha diverse sedi a New York, tra cui una al 200 di Fifth Avenue, completa di birreria all’aperto, e un’altra al 4 World Trade Center.

Il mese scorso l’azienda ha venduto una quota di maggioranza a Investindustrial per circa 200 milioni di dollari, dichiarando all’epoca che l’investimento era finalizzato all’espansione internazionale. Al momento dell’accordo, la catena aveva 44 sedi, di cui otto negli Stati Uniti.

Lo spazio per la vendita al dettaglio nell’edificio di Soho, che occupa una superficie di 130.000 metri quadrati, non ha visto molta attività di recente, nonostante un progetto di miglioramento del capitale che ha contribuito a riempire i piani superiori con inquilini per uffici. L’immobile, costruito nel 1896, ha subito anche una serie di frequenti cambi di proprietà.

La famiglia Zaccaro ha acquistato la proprietà nel 2006 per 20 milioni di dollari. Sei anni dopo, Jared Kushner e CIM sono intervenuti acquistandola per 50 milioni di dollari. L’anno successivo, General Growth Properties ha pagato 148,8 milioni di dollari per l’edificio.

Nel 2015, GGP ha messo in vendita la parte dell’edificio adibita a uffici, con l’intenzione di conservare gli spazi commerciali. Ciò si è rivelato irrilevante nel 2018, quando Brookfield ha rilevato GGP con un’acquisizione da 9 miliardi di dollari, assumendo la proprietà dell’immobile.

Foto via Eataly

Immobiliare Firenze (da La Repubblica): un palazzo sul lungarno Serristori passa a Casamonti

Casamonti non si smentisce. Come riporta Repubblica di Firenze, dopo l’ex teatro Nazionale di via de’ Cimatori, il Joyce in piazza Ferrucci e l’antico rifugio di guerra trasformato in galleria in via della Fornace l’architetto patron dello studio Archea e progettista del Viola Park della Fiorentina a Bagno a Ripoli mette a segno un altro colpo sul mercato immobiliare.

La società Mg Property (Marco Casamonti ne detiene il 67 per cento con un’altra porzione che spetta al socio e partner di studio Giovanni Polazzi) ha da poco rilevato la società San Giorgio, proprietaria di un palazzo di 3mila metri quadrati sul lungarno Serristori per trasferirci il quartier generale di Archea e al pian terreno aprire una sede ufficiale della collezione di suo padre, il mecenate Roberto Casamonti. Un affare concluso nei mesi scorsi con la società pratese che ne era proprietaria per una cifra top secret, fa sapere Repubblica. E in pochi mesi potrebbero anche partire i lavori di ristrutturazione.

L’immobile ha un valore storico. “Si tratta di un annesso ottocentesco del vicino, prestigioso palazzo Serristori, comprato da un magnate di Taiwan negli anni scorsi per essere trasformato in appartamenti di super lusso, dove i cantieri sono già in corso”. Il palazzo ora di Casamonti ha “una facciata con le finestre ai piani che assomigliano molto a quelle del Serristori, mentre al pian terreno mostra una successione di arcate con spazi interni che ben si prestano ad ospitare una galleria d’arte”. Sul retro, si legge nella descrizione, vanta un grande giardino mentre all’angolo del palazzo con via Lupo c’è una lapide in italiano e in inglese, posta dal Comune nel 1997 in ricordo dell’uccisione qui avvenuta per mano di un cecchino il 4 agosto 1944 del tenente della guardia scozzese Hugh M. Snell.

È in questi spazi, si legge, che Casamonti al momento pensa di trasferire i suoi uffici attualmente sparsi in più sedi, alcune anche in affitto, tra via della Fornace e il lungarno Cellini.

Porta Nuova di Milano è il primo al mondo a ottenere le certificazioni Leed e Well for community

Il quartiere di Porta Nuova di Milano è il primo a livello mondiale a ottenere le certificazioni Leed e Well for community, che riconoscono la sostenibilità sociale, ambientale ed economica di un progetto immobiliare.

Lo annuncia Coima, che riporta come il suo impegno verso uno sviluppo immobiliare sostenibile trovi anche conferma nei punteggi tra i più alti al mondo assegnati da Gresb a tre fondi immobiliari, valutati fra i più sostenibili in Europa e primi in Italia a rientrare tra i “Global sector leader”.

L’annuncio delle certificazioni è stato fatto in occasione del Coima real estate forum – appuntamento annuale di confronto sullo sviluppo del territorio con istituzioni e investitori nazionali e internazionali. Richard Tayar, Fondatore e Amministratore Delegato di Columbus International ha partecipato all’inaugurazione di ED.G.E., un centro direzionale in piena Porta Nuova. ED.G.E. sarà “un polo terziario sostenibile in tutto il suo processo realizzativo e gestionale, che nasce per essere certificato LEED Platinum”.

Assegnate dall’Us green building council e dall’International Well building institute (Iwbi), scrive Requadro, le certificazioni riconoscono la sostenibilità sociale, ambientale ed economica di un progetto immobiliare o, come in questo caso, di un’intera area urbana.

Porta Nuova, la cui progettazione è stata avviata nel 2003, diventa così il primo progetto al mondo di riqualificazione urbana a ottenere questo prestigioso doppio riconoscimento, contribuendo al posizionamento del capoluogo lombardo e dell’Italia tra i territori più avanzati nel perseguire investimenti immobiliari sostenibili con un impatto misurabile e trasparente. Lo sviluppo di Porta Nuova ha permesso la riqualificazione di un ecosistema precedentemente compromesso dalla presenza dello scalo ferroviario dismesso di Garibaldi-Repubblica e la riconnessione urbana di quartieri storici divisi tra loro per più di un secolo.

Il passo successivo è stato l’attivazione degli spazi pubblici e la creazione di una comunità di quartiere, anche attraverso un’innovativa partnership pubblico-privato fra il Comune di Milano, Coima e la Fondazione Riccardo Catella per la gestione della sicurezza, della manutenzione e del programma culturale del parco BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, che ospita un programma diversificato di oltre 200 eventi e attività culturali ogni anno con l’obiettivo di costruire e promuovere l’impegno civico con un modello di business sostenibile che possa essere replicato in altri parchi e in altre città del mondo. Lo sviluppo del quartiere, conclude Requadro, è sostenuto dal 2012 da Qatar Investment Authority (Qia), il fondo sovrano dello Stato del Qatar.

Foto via Coima

Case a Miami

Dal residenziale al commerciale, il mercato immobiliare di Miami è inarrestabile

Una rivoluzione immobiliare. Ecco come potremmo definire il trend che, negli ultimi anni, ha portato Miami ad attirare un afflusso di finanzieri di alto profilo, grazie anche all’assenza di imposte sul reddito (in Florida), nonché di persone che si sono trasferite durante la pandemia da altre parti del Paese, attratte dalle prospettive di lavoro a distanza. Nel frattempo, i costi di costruzione stanno aumentando e i prezzi delle assicurazioni sono alle stelle. Ma se da un lato c’è un’enorme richiesta di case per la classe media, dall’altro la combinazione di queste forze rende difficile per i costruttori privati costruirli. “È come se a Miami si stesse verificando una tempesta perfetta”, ha dichiarato Masoud Shojaee, un promotore immobiliare la cui azienda, lo Shoma Group, opera a Miami dagli anni ’80, sviluppando residenze unifamiliari e proprietà commerciali.

Il settore immobiliare a Miami sta registrando il numero di vendite di case più alto della storia, secondo la MIAMI Association of Realtors (MIAMI) e il sistema Multiple Listing Service (MLS). “Il recente aumento dei tassi ipotecari dovrebbe attenuare la velocità di apprezzamento del mercato immobiliare di Miami, che ha raggiunto livelli record, ma alla fine sarà l’inventario a dirlo”, ha dichiarato il presidente del consiglio di amministrazione di MIAMI Fernando Arencibia Jr. “Anche se vediamo l’opportunità per gli acquirenti di avere più scelta, con un leggero aumento dei giorni sul mercato e meno guerre per le offerte, la mancanza di equilibrio tra domanda e offerta indica che, mentre ci dirigiamo gradualmente verso un mercato più equilibrato, il settore immobiliare di Miami dovrebbe rimanere forte”.

Real estate e tecnologia: Columbus International vi mostra i progetti tecnologici più innovativi di Wall Street

I progetti tecnologici più innovativi di Wall Street? A realizzarli sono aziende di primo piano come Morgan Stanley, JPMorgan, Goldman Sachs e Millennium. Lo rivela Business Insider puntando l’accento su JPMorgan che si starebbe preparando a un futuro quantistico, con in testa Andrew Lang, responsabile globale della tecnologia, Marco Pistoia, responsabile della ricerca applicata alla tecnologia globale, e David Castillo, responsabile a livello aziendale della tecnologia AI e ML. JPMorgan starebbe puntando su un’alternativa emergente al computer tradizionale in grado di rivoluzionare il modo in cui le società finanziarie eseguono i calcoli. La differenza potrebbe consentire agli utenti della tecnologia di elaborare algoritmi ed eseguire calcoli a velocità elevatissime. Questo perché l’informatica quantistica utilizza un tipo di fisica che sfrutta i bit quantistici, o qubit, al posto degli uni e degli zeri impiegati normalmente dai computer classici.

Molte idee per l’utilizzo dei quanti nella finanza e altrove sono state teoriche, con alcuni che sostengono che l’hardware non è ancora abbastanza avanzato e che le macchine quantistiche richiedono più risorse per funzionare. Ma i ricercatori di JPMorgan affermano che ci sono segnali che indicano che il settore si sta avvicinando al punto in cui i computer quantistici possono elaborare i problemi del mondo reale più velocemente dei computer classici. In un blog di ricerca del 2019, IBM, che ha condotto ricerche quantistiche con JPMorgan, ha dichiarato che la banca potrebbe eseguire un algoritmo utilizzato per prevedere i prezzi delle opzioni quasi in tempo reale, anziché durante la notte. Inoltre, molti degli algoritmi quantistici della banca sono dotati di logica AI e di apprendimento automatico. Le due tecnologie condividono una piattaforma software basata su cloud e consente a diversi team di ricercatori e sviluppatori di condividere lo stesso ambiente di programmazione. La piattaforma è inoltre hardware-agnostica, il che significa che può interfacciarsi con computer quantistici di diversi fornitori senza dover riscrivere il codice dell’applicazione.

A Fidelity, Jamie Barras, vice presidente della gestione dei prodotti IT presso l’incubatore di tecnologie emergenti Fidelity Center for Applied Technology, e il suo team, hanno un mandato generale, ha dichiarato a Insider: “Il nostro obiettivo è sempre quello di essere almeno cinque anni avanti rispetto all’azienda”. Negli ultimi anni, questo ha significato esplorare i modi in cui il gigante dei fondi da 4,3 trilioni di dollari può attingere alla realtà virtuale e aumentata. Dopo aver iniziato a esplorare la tecnologia nel 2014, i team di apprendimento e sviluppo di Fidelity hanno gradualmente iniziato a usarla per formare i dipendenti remoti, come quelli dei call center. Nel 2020, la pandemia di coronavirus ha aperto le porte al gruppo di emerging-tech di Fidelity per offrire la realtà virtuale e aumentata ai dipendenti di altre sedi dell’azienda. Fidelity ha iniziato a coinvolgere i collaboratori inviando loro caschi per la realtà virtuale. L’idea è che possano collaborare in gruppo virtualmente, invece di dover portare i nuovi assunti alla sede centrale di Boston. Barras ha fatto sapere che i prodotti di realtà virtuale e aumentata hanno ancora bisogno di tempo prima di essere diffusi su larga scala, soprattutto perché le aziende si prendono il loro tempo per scalare e sviluppare nuove forme di contenuti per la tecnologia. Ma essere all’avanguardia, o in anticipo, è fondamentale per il lavoro di Barras e del suo team di Fidelity, che si è concentrato su quattro obiettivi chiave per la VR e l’AR: formazione dei dipendenti, educazione dei clienti, collaborazione e visualizzazione dei dati. “Facciamo sempre domande strane”, ha detto Barras. “Cerchiamo sempre cose che le persone non sanno fare e cerchiamo di mettere le persone a disagio”.

Jimmy Sharma, responsabile globale della tecnologia per l’investment-banking e i mercati dei capitali, Mike Vukovich, responsabile delle piattaforme di dati e analisi per l’investment-banking e la tecnologia per i mercati dei capitali, e Ryan Magee, vice direttore operativo globale per l’investment banking, sostengono invece che i dati alla base del lavoro svolto dai team di investment banking e dai desk di trading delle società finanziarie sono una miniera d’oro per il futuro. Ma per i banchieri, i trader e i ricercatori quantitativi che attingono a queste informazioni per conto dei clienti, tutti i dati devono essere facilmente accessibili e presentati in modi facili da usare. A Morgan Stanley, è qui che entra in gioco Poet. Poet è uno strumento di gestione e analisi dei dati attraverso il quale i dipendenti possono accedere alle vaste informazioni proprietarie di Morgan Stanley in un unico luogo centralizzato, ben lontano dalla natura frammentaria e disparata delle informazioni spesso archiviate nelle grandi banche. Supervisionato da Sharma, Vukovich e Magee, Poet è utilizzato dai membri del personale che lavorano nelle divisioni investment-banking e global-capital-markets dell’azienda. Un aspetto fondamentale di Poet è stato quello di andare incontro agli utenti dello strumento – pensiamo ai giovani banchieri che lavorano a un modello di valutazione per una società cliente – là dove si trovano. Il più delle volte questo avviene in Excel, dove Poet funziona con un plug-in dedicato che i banchieri possono utilizzare per richiamare nuove fonti di dati e modelli e formule finanziarie standardizzate per l’intera azienda. Poet è stato sviluppato per i dipendenti di Morgan Stanley anche con una mentalità più tecnica. Attraverso interfacce di elaborazione delle applicazioni basate su Python, i quants e i data scientist della banca sono in grado di accedere direttamente ai set di dati dell’azienda. In futuro, l’attenzione si concentrerà sul modo in cui Poet può sfruttare nuovi modelli di intelligenza artificiale e di apprendimento automatico.

Presso Millennium Management, un hedge fund con 58 miliardi di dollari di asset in gestione, i gestori di portafoglio che utilizzano le app avevano difficoltà a navigare tra gli strumenti messi a disposizione. La maggior parte delle app variava drasticamente nell’aspetto, causando un’esperienza d’uso disordinata. Inoltre, le app non dialogavano tra loro e gli utenti dovevano spesso tagliare e incollare le informazioni da un’app all’altra come parte dei loro flussi di lavoro. Inoltre, alcune applicazioni venivano eseguite nei browser e non c’era modo di salvare o ripristinare il lavoro di un gestore di portafoglio per il giorno successivo. In altri casi, i gestori di portafoglio non sapevano quando venivano sviluppate e rese disponibili nuove app. Nel 2018, Kotch, responsabile della tecnologia di trading azionario di Millennium, ha deciso di unificare le diverse app. Voleva offrire interoperabilità sul back end e un aspetto coerente sul front end. Appena realizzato il prototipo di Kotch, Johnson, responsabile della tecnologia di rischio di Millennium, ha integrato tutte le applicazioni del team di tecnologia di rischio in quello che oggi si chiama MLP Launchpad. L’anno successivo, il prototipo di prova è stato presentato agli stakeholder interni e continuamente migliorato. Nell’estate del 2022, la maggior parte dei team tecnologici delle azioni e del rischio si sono integrati nella piattaforma, che conta più di 100 applicazioni. Kotch e Johnson continuano a lavorare a stretto contatto con la piattaforma, aiutando a introdurre nuovi team in MLP Launchpad. Inoltre, man mano che vengono sviluppate nuove app Millennium, i proprietari sono incoraggiati ad adottare gli stessi standard di esperienza utente per un’esperienza desktop coerente. Il progetto è ancora in corso. Millennium sta ora lavorando per unire tutte le app Millennium sulla nuova piattaforma, uno sforzo che sarà guidato da Dean Vasilakos, responsabile degli strumenti di gestione del portafoglio azionario.

Infine, in qualità di dirigenti a capo del Financial Cloud for Data di Goldman Sachs, Darling e Phillips sono stati incaricati di gestire l’esplorazione della condivisione dei dati come prodotto a sé stante. Questo li mette anche a capo della nascente partnership di Goldman con Amazon Web Services. Lanciato nell’autunno del 2021, Financial Cloud for Data è un servizio di flusso di informazioni e analisi ospitato nel cloud di AWS che Goldman ha progettato per gli ingegneri che lavorano presso i clienti istituzionali della banca. Lo strumento significa che i data scientist, i quants e gli sviluppatori di un hedge fund, ad esempio, possono attingere al patrimonio di dati di mercato e di rischio di Goldman attraverso le efficienti vie d’accesso back-end offerte da AWS. L’obiettivo è reimmaginare il modo in cui i clienti buy-side scoprono, organizzano e analizzano i dati di Wall Street per prendere decisioni di investimento. Collegandosi ai tubi di AWS, gli utenti di Financial Cloud for Data possono accedere ad analisi quantitative avanzate senza la responsabilità di dover sviluppare e mantenere la tecnologia di integrazione dei dati. Goldman non è nuova alla condivisione dei dati. Nel 2014 la banca ha lanciato Marquee, uno strumento centralizzato di flusso di informazioni e di gestione del rischio per i clienti istituzionali. Ma Financial Cloud for Data è unico per la sua struttura cloud-native e per l’enfasi sulla connessione specifica agli sviluppatori e non solo ai gestori di portafoglio e ai trader, ha dichiarato Goldman al momento del lancio. Il lancio del cloud di dati di Goldman è avvenuto in un momento di adozione senza precedenti del cloud pubblico a Wall Street, che non ha sempre abbracciato questa tecnologia. Questo ha portato a un’impollinazione incrociata di cervelli tra i giganti del cloud pubblico e i potenti della finanza, ha dichiarato Goldman Sachs.

Con i profitti e i pacchetti di remunerazione di Wall Street saliti ai livelli più alti degli ultimi dieci anni, la situazione tecnologica è alle stelle mentre quella immobiliare (che fa rima con “uffici”) sta mutando. Le sei principali banche di Wall Street hanno guadagnato 192,8 miliardi di dollari pre-tasse l’anno scorso, più del doppio rispetto ai 95,3 miliardi di dollari guadagnati nel 2020, secondo l’ufficio del controllore dello Stato di New York. Le retribuzioni di queste aziende sono aumentate di quasi il 12 per cento, mentre il personale è aumentato solo dell’1 per cento. I bonus, che superano abitualmente il 100 per cento degli stipendi dei banchieri, sono probabilmente aumentati del 15 o più rispetto all’anno scorso, secondo Alan Johnson di Johnson Associates, una società di consulenza sulle retribuzioni. In alcuni settori, come le fusioni e le acquisizioni, Johnson ha stimato che i bonus potrebbero aumentare fino al 50 per cento. Nel frattempo, grazie all’anno toro, le stock option dei precedenti pacchetti retributivi sono maturate a un livello di gran lunga superiore al loro valore al momento dell’assegnazione. Una tempesta perfetta di meraviglie, in termini di retribuzione. Mentre le retribuzioni raggiungono nuove vette, le società finanziarie si contendono i talenti. Secondo uno studio del MIT, l’anno scorso il tasso di ricambio del settore finanziario ha raggiunto il 10 per cento. Goldman Sachs ha perso 15 lavoratori su 100.

Qual è il prezzo mediano di vendita e il prezzo mediano per sq ft nel Financial District? Nel secondo trimestre, il prezzo mediano di vendita delle case nel Financial District è stato di 1,2 milioni di dollari, con un aumento del 7 per cento rispetto all’anno precedente. In totale sono passate di mano 153 proprietà, il che rappresenta una contrazione del 5 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Il prezzo mediano per piede quadrato nel secondo trimestre è stato di 1.248 dollari, con una variazione del 12 per cento rispetto all’anno precedente. A Manhattan, il prezzo mediano di vendita delle case è stato di 1,2 milioni di dollari.

Firenze, Palazzo Strozzi: a settembre la più grande mostra di Olafur Eliasson mai realizzata in Italia

Dal 22 settembre Palazzo Strozzi presenta Nel tuo tempo, la più grande mostra di Olafur Eliasson mai realizzata in Italia fino a oggi. Con luci e ombre, riflessi e colori l’artista coinvolge l’architettura rinascimentale in un suggestivo percorso di installazioni che pongono al centro il dialogo tra spazio e visitatore, esaltando i temi della percezione soggettiva e dell’esperienza condivisa.

Curata da Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi, la mostra è il risultato del lavoro diretto di Olafur Eliasson sugli spazi di Palazzo Strozzi. L’artista lavora su tutti gli ambienti rinascimentali, dal cortile al Piano Nobile alla Strozzina, creando un percorso coinvolgente tra nuove installazioni e opere storiche che utilizzano elementi come il colore, l’acqua e la luce per creare un’interazione con nostri sensi e lo spazio rinascimentale.

Il contesto architettonico, storico e simbolico del palazzo viene così ripensato esaltando il ruolo del pubblico come parte integrante delle opere.

La mostra è ideata da Olafur Eliasson e promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi e Studio Olafur Eliasson. Main Supporter: Fondazione CR Firenze. Sostenitori: Comune di Firenze, Regione Toscana, Camera di Commercio di Firenze, Comitato dei Partner di Palazzo Strozzi, Intesa Sanpaolo. Con il sostegno di Fondazione Hillary Merkus Recordati, Maria Manetti Shrem, Città Metropolitana di Firenze.

Info e Foto: Fondazione Palazzo Strozzi – Lavinia Rinaldi

Mercato immobiliare New York

New York, il piano per la Penn Station rappresenta una scommessa ad alto rischio sul futuro del lavoro d’ufficio

Il passaggio fulmineo al lavoro a distanza durante la pandemia ha colpito l’industria immobiliare commerciale, una pietra miliare dell’economia di New York. Nel tentativo di rimodellare Midtown Manhattan, il governatore Kathy Hochul e i funzionari dello Stato di New York stanno portando avanti uno dei più grandi progetti di sviluppo immobiliare della storia americana: 10 torri di uffici intorno alla Penn Station, il centro di transito più trafficato del Paese.

Secondo il New York Times, gli edifici contribuirebbero a finanziare la ristrutturazione della non proprio “invitante” stazione sotterranea, motivo per cui i funzionari hanno dichiarato di voler aggiungere un’aggiunta allo skyline. Ma il piano si sta muovendo in un contesto di incertezza che attanaglia il mercato degli uffici. Molte aziende stanno cercando di ridurre la loro impronta immobiliare, mentre i lavoratori continuano a lavorare da casa. Un indizio del successo del progetto potrebbe trovarsi proprio a due isolati a ovest, nel quartiere di Hudson Yards. Lo sviluppo di questo quartiere non ha soddisfatto le aspettative tre anni dopo l’apertura di una serie di nuove costruzioni – tra cui torri di uffici, negozi e residenze – con grandi ambizioni. I principali inquilini degli uffici si stanno ridimensionando a causa dell’ostinata popolarità del lavoro a distanza, e un quarto dei condomini ultralussuosi non riesce ancora a dare i frutti sperati (alcuni report fanno presagire però che il prossimo anno le cose cambieranno notevolmente per il meglio).

L’economia di New York è cambiata drasticamente da quando, più di dieci anni fa, i funzionari governativi e gli sviluppatori hanno annunciato per la prima volta i piani per l’area di Hudson Yards, e si è trasformata ancora di più durante la pandemia. Le grandi aziende che si sono trasferite nel quartiere, tra cui WarnerMedia, JPMorgan Chase e IHS Markit, stanno ora cercando di scaricare i piani di uffici inutilizzati. Tuttavia, con il progetto della Penn Station, la gov. Hochul sta raddoppiando la sua scommessa sul fatto che i colletti bianchi torneranno a Midtown e che le aziende saranno sempre più affamate di uffici.
La signora Hochul ha sostenuto il ruolo forte dello Stato nel progetto, che ha scavalcato le norme urbanistiche della città di New York per consentire agli sviluppatori dei siti – la maggior parte dei quali sono di proprietà di un’unica società, Vornado Realty Trust – di costruire più in alto e più in grande di quanto avrebbero potuto fare altrimenti. Il sindaco Eric Adams ha annunciato il suo sostegno al progetto dopo che lo Stato ha chiarito che la città non avrebbe perso il gettito dell’imposta sulla proprietà. Ma non ci guadagnerà nemmeno molto. I sostenitori del piano per la Penn Station spesso inquadrano i lavori di ristrutturazione della stazione, che dovrebbero costare 7 miliardi di dollari ed essere completati entro il 2027, come il fulcro del progetto. Il piano prevede l’aggiunta di soffitti più alti e di nuovi ingressi alla stazione, ma non di ulteriori binari o piattaforme.

Ma l’impatto più significativo del piano sarebbe rappresentato dai nuovi edifici, che dovrebbero richiedere due decenni per essere completati e la demolizione di numerose proprietà in diversi isolati, tra cui una chiesa cattolica romana di 150 anni. Una parte di Hudson Yards è stata costruita sopra i cantieri ferroviari del West Side di Manhattan. La seconda metà del progetto, più vicina al fiume Hudson, non ha ancora iniziato i lavori. Per i suoi sostenitori, il progetto della Penn Station è un’enfatica approvazione del futuro della città di New York e una scossa attesa per una zona di Manhattan così scialba. I sostenitori affermano che la stazione, universalmente non gradita, ha un disperato bisogno di essere rinnovata e che ha senso costruire delle torri intorno ad essa.

Il mercato immobiliare in Lombardia

Mercato immobiliare: Milano aumenterà del 12 per cento il prezzo dei suoi immobili entro il 2024

Nel 2023 un lieve calo e poi una nuova ripresa nel 2024. È quello che emerge dalle proiezioni del real estate in Italia. Con particolare enfasi su Milano, uno dei mercati più “hot” di Columbus International.

I nostri clienti e futuri investitori possono aspettarsi un ritorno sopra i livelli pre pandemia, con alcune città che performeranno meglio di altre. Per la città di Milano si stima una crescita del 12 per cento sul mercato immobiliare complessivo e la capitale finanziaria d’Italia sarà a tutti gli effetti un vero e proprio traino per tutto il settore.

Sui prezzi possiamo attenderci un notevole effetto da parte dell’inflazione che inciderà nel triennio 2021-2024. Dal 2021 al 2022 Milano è già incrementata di oltre il 6 per cento. Milano è inoltre una delle città d’Italia in cui vendere casa non ha eguali in fatto di tempistiche: occorrono infatti appena 3 mesi per arrivare al rogito.