Siamo tra i primi ad entrare a Little Island, una nuova oasi verde di New York sul fiume Hudson

Siamo tra i primi ad entrare a Little Island, una nuova oasi verde di New York sul fiume Hudson

Un nuovo parco da 260 milioni di dollari che galleggia sull’Hudson. Eccolo qui! Columbus International è tra i primi ad entrare a Little Island, un progetto sviluppato da Barry Diller, un’isoletta urbana che vanta un anfiteatro e viste spettacolari con un’apertura sull’Hudson River Park a 360 gradi.

Little Island sorge proprio sul fiume Hudson e sembra aprirsi come una scia di mongolfiere rovesciate sull’acqua in un mazzo di colonne a forma di tulipano. Fuori è un piacere per gli occhi. Dentro è incanto puro.

Ci troviamo in linea d’aria sula 13ma Strada e anche se ora sembra tutto calmo e pacifico, come accade sempre nella città di New York, nulla qui è costruito senza lottare. Per anni, infatti, in tribunale si è tentato di bloccare il progetto. L’idea di un ‘parco nel parco’ è stata concepita quasi 10 anni fa per sostituire il molo numero 54 nel West Side di Manhattan.

Nel 1912 il transatlantico Carpathia trasportò i sopravvissuti del Titanic proprio sul Pier 54. Negli ultimi anni il molo era diventato un luogo per concerti all’aperto prima di mettere in allarme i funzionari del parco che si sono avvicinati a Diller (il suo quartier generale si trova tra Chelsea e West Village) e a sua volta Diller ha arruolato Thomas Heatherwick, il designer inglese che lavora con un team di 200 architetti in tutto il mondo (suo anche il Vessel a Hudson Yards).

Dopo una serie di sfide legali e un accordo mediato dal governatore di New York, Andrew Cuomo, alla fine il progetto è stato approvato: una piattaforma ondulata, con dei bellissimi alberi piantati assieme a fiori ed erba, e un anfiteatro per spettacoli e concerti. 687 posti affacciati sull’acqua, tutto su misura per guardare il tramonto sorseggiando Bellini.

Sul punto più alto dell’isola, troviamo, infine, un nido d’erba verde con alberi di cornioli fioriti e un sentiero profumato dalle azalee dei boschi. Le colonne di Heatherwick fanno capolino da una collina qua e là ma, a parte il grande arco di bulbi di tulipani giganti all’ingresso, non invadono mai la vista.

Come scrive il New York Times, Little Island ricorda più una tenuta privata del 18mo Secolo che un parco cittadino. Una tenuta che costerà, in termini di manutenzione, una fortuna alla città. Ma la fondazione della famiglia Diller ha promesso che assorbirà i costi per i prossimi 20 anni.

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

Vi mostriamo da dove arrivano gli acquirenti che comprano casa a Milano (Ufficio Studi Tecnocasa)

Vi mostriamo da dove arrivano gli acquirenti che comprano casa a Milano (Ufficio Studi Tecnocasa)

L’Ufficio Studi del Gruppo Tecnocasa ha analizzato le compravendite realizzate nel primo semestre dello scorso anno nel comune di Milano. L’obiettivo? Capire da dove arrivano gli acquirenti che acquistano nel capoluogo lombardo e quali sono le loro scelte. Nella prima parte dell’anno precedente, si legge nel report, il 92,0% delle persone che ha comprato casa a Milano ha cittadinanza italiana, mentre nell’8,0% dei casi si tratta di stranieri (comunitari ed extracomunitari). La percentuale di compravendite da parte di stranieri si dimostra in calo negli ultimi anni: si passa dall’11,0% del 2018 all’8,9% del 2019, fino a toccare l’8,0% di quest’anno. Nel post-Covid, però, la tendenza sta cambiando giorno dopo giorno, con una risalita dell’interesse da parte dei clienti stranieri.

Da dove arrivano gli italiani che acquistano a Milano
“Per quanto riguarda gli acquirenti italiani, chi compra a Milano nell’82,7% dei casi è già residente in città, il 5,2% arriva dalla provincia di Milano ed il 12,1% proviene da altre province e da altre regioni. Si tratta di percentuali molto simili a quelle registrate un anno fa, con un lieve aumento della percentuale di coloro che arrivano da altre province italiane, si passa infatti dal 10,9% all’attuale 12,1%”.

Motivo dell’acquisto per chi è straniero
L’analisi dell’Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa si sofferma sul motivo dell’acquisto da parte di chi proviene da fuori città: “Nel primo semestre del 2020 un terzo di queste compravendite riguardavano l’investimento, mentre nel 66,7% riguardavano la prima casa. Un anno fa, nel primo semestre del 2019, la percentuale di acquisti di prima casa da parte di acquirenti in arrivo da fuori Milano era più alta ed arrivava al 74,6%, gli acquisti per investimento si fermavano invece al 25,4%”.

Broadway riapre. Ma non fino a settembre. Ecco cosa significa per l’immobiliare e il turismo a New York

Broadway riapre a New York. Ma non fino a settembre. Ecco cosa significa per l’immobiliare e il turismo.

Broadway riapre a New York! Ma non fino a settembre. Siamo andati a raccogliere i primi segni di vita: le compagnie inizieranno a vendere i biglietti per spettacoli a pieno regime a partire dal 14 settembre. Perché un’attesa di quattro mesi? Con fino a otto spettacoli a settimana da riempire e i turisti che costituiscono una fetta importante dell’economia (e del real estate) di New York, i produttori hanno bisogno di tempo per distribuire pubblicità e commercializzare gli show. L’estate li vedrà tutti impegnati a rimontare e provare; gli attori sono senza lavoro da più di un anno. E hanno bisogno di risolvere e negoziare i protocolli di sicurezza.

Ma la ragione principale è più un fatto di “pancia”: individualmente e collettivamente, maestranze ed organizzatori stanno cercando di immaginare quando, verosimilmente, sarà probabile che un gran numero di persone si senta a proprio agio dirigendosi tra le arterie colorate di Times Square, incanalandosi attraverso lobby anguste e camminando lungo i corridoi stretti per sedersi spalla a spalla con degli estranei.

La maggior parte degli spettacoli di Broadway perde denaro anche nei momenti migliori, quindi i produttori dicono che non c’è modo di potersi permettere di riaprire con l’allontanamento sociale, dati gli alti costi del lavoro e degli immobili del settore. Noi rimaniamo fiduciosi e con lo sguardo rivolto all’autunno.

Gli effetti della pandemia su Firenze

Gli effetti della pandemia su Firenze: ecco il ritratto di chi compra casa per investimento nel post-Covid

Gli effetti della pandemia su Firenze: ecco il ritratto di chi compra casa per investimento nel post-Covid

Gli effetti della pandemia su Firenze, come cambia l’Italia e come cambiano gli acquirenti e i venditori italiani nel giro di un anno terribile, ce lo dicono i dati dell’Ufficio studi del Gruppo Tecnocasa, che ha analizzato le transazioni nell’anno dello scoppio della pandemia e in quello precedente, attraverso le agenzie affiliate in Italia, come riporta Immobiliare.it.

Secondo il report, “gli effetti del Covid-19 hanno infatti rallentato le compravendite e frenato sia gli acquisti per mettere a reddito sia quelli per l’avviamento di attività turistiche come B&B e case vacanza”. A partire dal 2017 la percentuale di acquisti per investimento si era fermata intorno al 18%, ma la recente discesa li riporta ai livelli del 2015 (con quei valori rimasti fissi al 16,3%).

A Milano gli acquisti per investimento coprono circa un quarto delle transazioni, il 24,1%. Un andamento simile a Firenze a quota 25,6%.

La fetta di popolazione più attiva sul mercato dell’investimento immobiliare è quella di età compresa tra 45 e 54 anni. Rispetto a due anni fa, si registra un calo della percentuale di acquisti da parte degli over 65: si passa dal 15,1% all’attuale 12,8%. Inoltre, a investire sul mattone, prosegue il report, sono in maggioranza coppie e famiglie, che compongono il 73,9% sul totale degli acquirenti. È single il rimanente 26,1% degli investitori.

Mercato immobiliare Stati Uniti

L’uso delle criptomonete nel mercato immobiliare: dite addio a notai, documenti e attestati di proprietà

L’uso delle criptomonete nel mercato immobiliare: dite addio a notai, documenti e attestati di proprietà

Criptomonete nel mercato immobiliare, gli agenti immobiliari del Sud della Florida sostengono che ci sia un vero e proprio “risveglio”. E voi ci credete? Ad un’analisi attenta, il real estate è così competitivo, soprattutto a Miami, in questo momento, che gli acquirenti del nord-est stanno facendo offerte in contanti. Ora, molte persone prediligono altri metodi, più “creativi”, per acquistare case, incluso l’utilizzo di criptovalute.

Da qualche mese, in Florida, i venditori possono indicare se accettare o meno la criptovaluta in un’offerta, fenomeno indicativo del fatto che la criptovaluta sia decisamente in aumento. E non solo per il pieno di spettatori fatto da Elon Musk, l’imprenditore affiancato dalla cantante Miley Cyrus durante il Saturday Night Live dell’8 maggio su Nbc. Stiamo assistendo ad un incredibile aumento di Bitcoin e criptovalute nel settore delle offerte immobiliari. Dopo la pandemia, la Florida ha visto un gran numero di titani esperti di tecnologia e della finanza arrivare dalla Silicon Valley e da New York. Sono proprio loro i “nuovi clienti del real estate”, quelli che stanno facendo offerte in criptovaluta e non sono affatto intenzionati a tornare ai “vecchi modelli”.

Come riporta il Corriere della Sera, trasparente, sicura e allergica a qualsiasi forma di controllo, blockchain letteralmente significa “catena di blocchi”, nasce nel 2008 insieme ai bitcoin ma sempre più numerosi sono i possibili utilizzi, oltre agli investimenti nelle criptovalute. Per mettere in vendita il suo appartamento, un informatico invece di affidarsi a un’agenzia immobiliare ha sfruttato una nuova piattaforma, Propy, per raggiungere potenziali compratori in tutto il mondo. Su questa piattaforma è stato contattato dall’americano Michael Arrington che ha acquistato l’abitazione. Senza bisogno di notai, documenti o attestati di proprietà.

Foto via André François McKenzie @silverhousehd / Unsplash

Downtown Brooklyn

Ora potete affittare la casa dei Tenenbaum a Harlem. È sul mercato l’icona del film di Wes Anderson

Ora potete affittare la casa dei Tenenbaum a Harlem. È sul mercato l’icona del film di Wes Anderson

La casa di culto del film di Wes Anderson del 2001 è sul mercato, completamente arredata, per 20.000 dollari al mese. Quando è uscito The Royal Tenenbaums (I Tenenbaum, in italiano), il regista aveva detto all’Observer: “Abbiamo passato mesi a cercare case diverse. Doveva essere una casa di New York che non fosse stereotipata e dove avresti avuto un forte senso della storia familiare”. Prima ancora che la sceneggiatura fosse finita, Anderson ha trovato la casa di Archer Avenue, che in realtà si trova al 339 Convent Avenue (sulla 144th Street) a Hamilton Heights di Harlem. “Ha una qualità da libro di fiabe”, dirà Anderson.

Molto prima che la famiglia disfunzionale descritta da Anderson si trasferisse lì, era la casa dell’avvocato americano Charles H. Tuttle, e “diverse illustri personalità di New York, come Fiorello LaGuardia e James Russel Parson, erano ospiti abituali”. Nella casa dei Tenenbaum ci sono sei camere da letto, 4,5 bagni, una cucina da maggiordomo, una cucina da chef, sei caminetti, un ascensore e oltre 50 finestre. La proprietà è anche convenientemente situata vicino alla fermata A / B / C / D sulla 145th Street, ma se vivete da quella parte, potreste sperare in un mezzo di trasporto un po ‘più stravagante, come una sidecar con Bill Murray a bordo!

Foto via Google Maps

Lusso e non solo: le migliori case di Miami sul mercato. Scopritele con Columbus International

Lusso e non solo: le migliori case di Miami sul mercato. Scopritele con Columbus International

Il mercato immobiliare di Miami è alle stelle: condomini di lusso e case unifamiliari non sono mai stati così richiesti da clienti internazionali (anche dall’Italia) come in questo momento. Se siete abbastanza fortunati da accaparrarvene uno prima che sia fuori mercato, leggete la nostra lista o consultate il nostro nuovo portfolio QUI.

1600 NE 1st Avenue, Apt. 3416

Bellissima unità d’angolo con vista panoramica sulla città e sulla baia. Vi attendono due camere da letto, due bagni e momenti conviviali in cucina e in soggiorno.

Prezzo: $525,000

Una location imperdibile che vi porta nel cuore di Bayside, American Airlines Arena, Miami Port, Adrienne Arsht Center, Perez Museum e molte altre aree di Miami. Un investimento assicurato!

41 Arvida Parkway, Coral Gables

Questa tenuta sul lungomare è il sogno di un acquirente di lusso. Vanta un uso sontuoso delle finiture delle pareti in tutto e un’impareggiabile attenzione ai dettagli. Ogni centimetro di questa casa è progettato per l’acquirente più esigente, con viste da sogno del centro e della baia, oltre a un corso d’acqua protetto per uno yacht privato.

Prezzo: $54,9 milioni

La proprietà al 41 di Arvida Parkway si trova nel prestigioso quartiere di Coral Gables, Gables Estates. La straordinaria proprietà è situata su un lotto a forma di V di 54.014 piedi quadrati, circondato da acqua su entrambi i lati. La tenuta di 23.282 piedi quadrati progettata da Ramon Pacheo dispone di nove camere da letto, nove bagni completi e tre bagni di servizio. La tenuta vanta una cucina dal design nuovissimo e una piscina in mosaico di vetro progettata da Estudio Arqué, oltre a un’area lounge a bordo piscina, una cucina all’aperto e una sala da pranzo coperta con vista diretta sull’alba.

19575 Collins Ave., PH 43 Floor, Sunny Isles Beach

Nessun altro attico attualmente sul mercato nel Sud della Florida offre la combinazione di una planimetria chiavi in ​​mano, ampi spazi per intrattenere, viste a 360 gradi, all’interno di un edificio-boutique.

Prezzo: $29,95 milioni

L’attico a Regalia Sunny Isles Beach, che si estende su tre piani, sembra una casa privata nel cielo, con tutti i servizi e le comodità di un condominio di fronte all’oceano. Il residence con 6 camere da letto dispone di una varietà di aree soggiorno e di intrattenimento, dal grande soggiorno a doppia altezza, al cocktail bar in quarzo e bronzo, sala giochi, teatro e piscina panoramica con cucina estiva. Le aree private non sono da meno, con l’enorme bagno principale con spa privata comunicante dotata di sauna e bagni turchi e il soggiorno degli ospiti. Un ascensore privato collega tutti e tre i piani. All’esterno, terrazzi ondulati avvolgono a 360 gradi ininterrotti al primo e terzo livello, con un terrazzo parziale al secondo.

3315 Collins Ave., Penthouse A – Faena House, Miami Beach

Questa Mansion in the Sky, come la ribattezza OceanDrive.com, vanta viste panoramiche sull’oceano, sulla città e sulla baia. 6.400 piedi quadrati di spazio vitale incontrano quasi 4.000 piedi quadrati di spazio esterno, con sei letti e 6 bagni. Questo attico è davvero unico nel suo genere.

Prezzo: $ 34,95 milioni

Faena Penthouse A è un capolavoro art déco dal design impeccabile, accuratamente curato da Wetzels Brown Partners di Amsterdam per illustrare Miami Beach nei primi anni ’40. È dotato di un ingresso con ascensore privato all’arrivo in una galleria d’arte, pavimenti ‘Italian terrazzo’ con aree di intrattenimento, libreria Ebony personalizzata di Metrica + illuminazione a LED per l’arte, cucina gourmet Molteni in noce con elettrodomestici Miele, area per la colazione con vista sull’oceano e master suite con vista sull’oceano con arredi in ebano su misura. I servizi dell’edificio includono una piscina privata, un centro fitness con sauna e bagno turco e servizi del Faena Hotel.

370 S Hibiscus Dr., Miami Beach

370 S Hibiscus Drive offre la massima privacy rivolta a sud-ovest con viste infinite del tramonto che si affaccia sul porto di Miami e sul centro. Seduto su un doppio lotto di 21.000 piedi quadrati, è uno dei pochi rari Miami Case unifamiliari sulla spiaggia che offrono un ampio tetto per intrattenere e 122 piedi di facciata d’acqua lineare.

Prezzo: $27.99 milioni

Questo esclusivo gioiello architettonico moderno di Hibiscus Island è stato costruito nel 2016 su un doppio lotto con 122 piedi di fronte d’acqua, orientamento a sud. È stato progettato dall’architetto Reinaldo Borges e dall’architetto paesaggista Raymond Jungles, con cinque camere da letto, cinque bagni e un bagno di servizio. Vanta un’automazione Crestron all’avanguardia che include tutte le tendine per finestre, una cucina di design gourmet con frigoriferi Miele e SubZero, cucina a gas Wolf e due cantinette. C’è un home theater Bowers & Wilkins, sala giochi per bambini, soggiorno al secondo piano, ascensore, doppia lavanderia e deposito a secco. Potete godervi ben due piscine riscaldate e sauna, bagni cabana, area soggiorno all’aperto con cucina completa e bar e la caratteristica principale: un tetto con vista sullo skyline a 360 gradi, jacuzzi e cucina.

7111 Los Pinos Blvd., Coral Gables

Benvenuti nell’incredibile Casa Amalfi! Questa proprietà si trova all’interno della ricercata gated community di Cocoplum. Lo splendido palazzo di ispirazione italiana sul lungomare è proprio un oggetto d’arte speciale e offre accesso diretto all’oceano.

Prezzo: $4,6 milioni

Seduta in un angolo, vicino a un terreno di mezzo acro, questa proprietà privata recintata offre tre piani, sette camere da letto e 7 bagni con oltre 8.000 piedi quadrati di spazio. La tenuta dispone di grandi scale d’ingresso che conducono al foyer privato e un cortile interno che collega tutti gli spazi luminosi del secondo piano con i soffitti alti e pavimenti in marmo di Carrara. La camera da letto principale di grandi dimensioni offre spazio per sedersi, una cabina armadio separata per lui e per lei e un ampio bagno principale. La spettacolare area esterna vanta un’area barbecue, una piscina mozzafiato con bagno cabana e una stanza bonus ideale per intrattenere e divertirsi con la famiglia e gli amici.

 

L'arte americana a Firenze

L’arte americana rinasce a Palazzo Strozzi. Da Warhol a Rothko: Firenze è il centro dell’American Dream

L’arte americana a Firenze rinasce a Palazzo Strozzi. Da Warhol a Rothko: Firenze è il centro dell’American Dream

Ci siamo. L’arte americana a Firenze dal 28 maggio al 29 agosto Palazzo Strozzi presenta American Art 1961-2001, una grande mostra che celebra l’arte moderna degli Stati Uniti d’America attraverso oltre 80 opere di artisti come Andy Warhol, Mark Rothko, Louise Nevelson, Roy Lichtenstein, Claes Oldenburg, Bruce Nauman, Barbara Kruger, Robert Mapplethorpe, Cindy Sherman, Matthew Barney, Kara Walker, esposte a Firenze, alcune di esse per la prima volta in Italia, grazie alla collaborazione con il Walker Art Center di Minneapolis.

L’esposizione propone un percorso attraverso opere di personalità e movimenti che hanno segnato l’arte americana tra due momenti storici decisivi, l’inizio della Guerra del Vietnam e l’attacco dell’11 settembre 2001: dalla Pop Art al Minimalismo, dalla Conceptual Art alla Pictures Generation, fino alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila. La mostra radiografa la produzione artistica americana tra pittura, fotografia, video, scultura e installazioni, proponendo una inedita rilettura di quarant’anni di storia e affrontando tematiche come lo sviluppo della società dei consumi, la contaminazione tra le arti, il femminismo, le lotte per i diritti civili.

Nel 1961 John F. Kennedy diviene presidente e l’11 dicembre inizia ufficialmente la Guerra del Vietnam, quando i primi elicotteri americani arrivano a Saigon; nel 2001 è presidente George W. Bush mentre l’11 settembre quasi tremila persone muoiono nel più drammatico attacco su suolo americano dopo Pearl Harbor. Questi due anni diventano date spartiacque che definiscono l’affermazione degli Stati Uniti come superpotenza politica ma segnano anche un’epoca di sperimentazione senza precedenti per l’arte di cui l’America diviene punto di riferimento a livello globale.

In un percorso che propone le opere di oltre 50 artisti, un’attenzione speciale è data ad alcune figure chiave di questi quarant’anni. Centrale è Andy Warhol, di cui sono presentate 12 opere tra cui la celebre Sixteen Jackies (1964), dedicata a Jackie Kennedy all’indomani della morte di JFK. Una sezione speciale della mostra è dedicata al padre della danza contemporanea, Merce Cunningham, la cui ricerca è presentata attraverso grandi installazioni nate dalla collaborazione con Robert Rauschenberg e Jasper Johns. La grande stagione degli anni Sessanta è testimoniata da opere di maestri come Donald Judd, Robert Morris, Bruce Nauman, John Baldessari: figure che diventano punti di riferimento per le successive generazioni di artisti che ridefiniscono le nuove possibilità dell’arte. Tra queste emergono la riflessione sulla figura della donna di Cindy Sherman, le appropriazioni dal mondo della pubblicità di Richard Prince e Barbara Kruger, la denuncia dello stigma dell’AIDS di Felix Gonzalez-Torres o le inquietanti narrazioni postumane di Matthew Barney, di cui è presentata in maniera inedita per l’Italia l’installazione di Cremaster 2 (1999).

Un focus particolare della mostra è infine quello dedicato alle più recenti ricerche degli anni Novanta e Duemila, tra cui spiccano figure di riferimento per la comunità afroamericana quali Kerry James Marshall e Glenn Ligon o artisti che investigano in modo totalmente originale l’identità americana come Paul McCarthy, Mike Kelley, Jimmie Durham e Kara Walker.

“Gli Stati Uniti d’America rappresentano un complesso meltin’ pot di culture, tradizioni e identità diverse: uno dei prototipi storici della democrazia contemporanea che ancora oggi più che mai racchiude in sé profonde contraddizioni sociali, razziali, di genere” dichiara Vincenzo de Bellis, curatore e direttore associati dei programmi visivi. “L’arte ci permette di poter raccontare le stratificazioni di una società tanto complessa. Ed è questo che si prefigge di fare la mostra American Art 1961-2001, concepita come un racconto attraverso le molteplici espressioni artistiche degli USA. Questa narrazione si avvale delle straordinarie opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, che accoglie una delle più singolari e importanti collezioni museali degli Stati Uniti e del mondo. La ricchezza e la diversità delle sue opere provano che una sola storia dell’America e della sua arte non esiste; ci sono, piuttosto, innumerevoli storie e figure che schiudono ulteriori nuovi racconti e possibilità. Dopo un anno difficile come il 2020 la mostra vuole dare un segnale di ripartenza per la vita sociale e culturale di Firenze e della Toscana, in primo luogo per il nostro pubblico locale ma anche come offerta per i visitatori nazionali e internazionali – dichiara Arturo Galansino – American Art 1961-2001 si pone come un grande evento culturale che celebra l’arte americana affrontando anche importanti temi come le lotte per i diritti civili e il ruolo della donna nell’arte: un progetto originale e suggestivo per una rinnovata riflessione sull’idea di American Dream grazie alle opere di artisti che ridefiniscono il ruolo e le possibilità dell’arte, anche come strumento per affrontare e mettere in luce questioni e contraddizioni che toccano la politica, la società e l’identità individuale, americane e non solo”.

Fonte: Palazzo Strozzi

piscina galleggiante a New York

La piscina galleggiante che tutti aspettavano a New York ora è realtà. “+Pool” trova casa nell’East River

La piscina galleggiante che tutti aspettavano a New York ora è realtà. “+Pool” troverà casa nell’East River

Da quanto tempo i newyorchesi aspettano + POOL? Anni. Time Out ne parla dal 2011 e, tra i progetti estivi, l’idea di una piscina gigante, posteggiata proprio in mezzo al fiume, era quasi diventata una fantasia urbana. Oggi, invece, diventa parte integrante della città. + POOL è una piscina galleggiante a forma di “più”, progettata per filtrare il fiume stesso in cui galleggia attraverso le pareti della struttura, consentendo ai newyorkesi e ai suoi visitatori di nuotare nell’acqua pulita del fiume. La piscina si impegna a bonificare il fiume come risorsa ricreativa per la città, educando il pubblico sui problemi che influenzano la qualità dell’acqua e dell’ambiente.

Curbed riferisce che il progetto sia finalmente stato in grado di assicurarsi un posto ufficiale sul “lungofiume” del Lower East Side, appena a nord del Manhattan Bridge. La piscina è progettata per galleggiare sull’East River e fornire ai suoi ospiti oltre 600mila litri di acqua filtrata pulita al giorno. Il progetto era stato inizialmente lanciato su Kickstarter nel 2011 e ha praticamente visto l’ultimo decennio raccogliere nuove idee, nuovi fondi e piani strutturali per arrivare ad un punto di realizzazione. Durante una raccolta fondi nel 2017, Heineken si è persino offerta di donare 100mila dollari.

Kara Meyer, amministratore delegato di +Pool, fa sapere: “Abbiamo una conferma ufficiale per riscuotere successo con i prossimi passi del progetto. Abbiamo una casa. Ne parlano anche i candidati sindaco”. Visto che il prossimo, grande ostacolo citato da Meyer per il progetto sono i regolamenti (sia sanitari che quelli del governo della città), potrebbe volerci ancora del tempo prima che la piscina sia effettivamente costruita e annessa al LES.

Rendering via Instagram & Luxigon

 

L’ippodromo di San Siro

Siete pronti per San Siro? L’ippodromo del galoppo si appresta a diventare la “Scala dell’ippica”

Siete pronti per San Siro? L’ippodromo del galoppo si appresta a diventare la “Scala dell’ippica”

San Siro ora ha due stadi. Dopo quello destinato al calcio, arriva l’impianto che siede davanti al Meazza: l’ippodromo del galoppo, destinato a diventare, secondo i piani della proprietà, la “Scala dell’ippica”. Lo riporta il Corriere della Sera, che aggiunge: “Non più solo galoppo, fino ad oggi praticato con cadenza stagionale, ma sta per nascere un vero stadio dedicato agli sport equestri per tutto l’anno, grazie alla futura nuova pista che permetterà le corse in ogni condizione atmosferica, e ai nuovi campi per il cross country oltre che per le gare di equitazione. Un progetto che contribuirà a ridisegnare l’intero quartiere di San Siro, su cui stanno convergendo una serie di investimenti internazionali, non ultimo quello da oltre 30 milioni di euro per realizzare un Teatro Termale”.

Il gruppo Snaitech, concessionario di giochi, e proprietario dell’ippodromo di San Siro, oltre ai nuovi tracciati per le piste siepi-ostacoli e Cross Country, avvia un un progetto che prevede la creazione di un nuovo impianto per il trotto, con le due piste e il tondino, di una pista per il galoppo e di una area dedicata ai concorsi internazionali di equitazione, con campo gara in erba e campo prova in sabbia. L’impianto sarà dotato di un sistema di illuminazione per le corse in notturna e gestione dei proiettori per “scenari” illuminotecnici.

L’ippodromo Snai San Siro diventerà un punto di riferimento per tutte le discipline equestri e potrà ospitare 5 giornate di corse a settimana (due al trotto e tre al galoppo) nel corso dell’anno. Grazie al tracciato all weather, la stagione del galoppo di Milano, tradizionalmente prevista da marzo a novembre, proseguirà senza sosta nel corso di tutto l’anno.

Un nuovo volto per il distretto dell’ippica e “un unicum in Italia, sia per quanto riguarda il valore dell’investimento, che per l’obiettivo finale, creare uno stadio dell’ippica completo, funzionale e moderno, che non ha eguali in Italia, e forse in Europa”, fa sapere Fabio Schiavolin, amministratore delegato di Snaitech. “Sei anni fa abbiamo avviato un progetto di rilancio dell’ippodromo che ha portato quasi un milione di visitatori, numeri che ci hanno convinto a investire ulteriormente in questa struttura”.

Le novità, oltre ai 1.800 metri di pista all weather composta di un materiale (un mix di sabbia, resine naturali e siliconi) che permette l’utilizzo anche a temperature rigide, comprendono inoltre il nuovo percorso del trotto (negli ultimi anni si correva alla “Maura”). Restano l’area concerti da 25mila posti e le iniziative un pubblico più ampio: “Abbiamo fatto scoprire ai milanesi un posto bello della loro città, e vogliamo attrarne ancora di più”.

Foto: Ippodromo Snai San Siro