CityLife Milano: ridefinire la vita urbana nel cuore della capitale della moda Italiana (Neighborhood Spotlight)

Nella frenetica metropoli di Milano, uno sviluppo urbano rivoluzionario sta ridisegnando lo skyline della città e ridefinendo il concetto di vita moderna. CityLife Milano, un progetto ambizioso che si estende su un’impressionante area di 366.000 metri quadrati, sta stabilendo nuovi standard nella pianificazione urbana e nell’innovazione architettonica.

Il Futuro dello Sviluppo Urbano

Nel suo nucleo, CityLife Milano rappresenta una visione audace per il futuro degli spazi urbani. Questo sviluppo meticolosamente pianificato fonde armoniosamente settori pubblici e privati, creando un ecosistema equilibrato che soddisfa le esigenze sia dei residenti che delle imprese. L’approccio innovativo del progetto sfida le norme tradizionali della pianificazione urbana, offrendo uno sguardo sul futuro dell’abitare in città.

Uno Skyline Trasformato

I gioielli della corona dello sviluppo sono tre imponenti strutture commerciali che dominano lo skyline di Milano. Questi prodigi architettonici servono a più che semplici spazi per uffici; sono il cuore pulsante di CityLife, attorno al quale ruota l’intero progetto. I loro design accattivanti non solo simboleggiano la modernità, ma fungono anche da faro per le ambizioni economiche di Milano.

Ridefinire l’Abitare Residenziale

Circondando questi giganti commerciali ci sono gruppi di edifici residenziali che ridefiniscono il concetto di abitare di lusso. Queste abitazioni non sono mere aggiunte, ma componenti integrali della visione di CityLife. Ogni complesso residenziale è una testimonianza del design contemporaneo, offrendo ai residenti un’esperienza abitativa unica che si integra perfettamente con gli spazi commerciali e pubblici dello sviluppo.

Spazi Verdi: I Polmoni di CityLife

In una rinfrescante deviazione dagli sviluppi urbani tipici, CityLife Milano pone una significativa enfasi sugli spazi verdi pubblici. Queste aree non sono solo aggiunte estetiche, ma sono cruciali per l’approccio olistico del progetto alla vita urbana. Parchi lussureggianti e giardini accuratamente paesaggistici fungono da ritiri comuni, offrendo ai residenti e ai visitatori una fuga tanto necessaria dalla vita cittadina.

Le Implicazioni Economiche

CityLife Milano è più di una semplice impresa architettonica; è un investimento strategico nel futuro di Milano. Il progetto è destinato ad attrarre imprese internazionali, rafforzando lo status economico già formidabile della città. Inoltre, è probabile che inneschi un boom immobiliare nelle aree circostanti, potenzialmente ridisegnando il mercato immobiliare di Milano.

Un Modello per le Città Future

Con la continua crescita delle popolazioni urbane a livello globale, sviluppi come CityLife Milano offrono preziose intuizioni sulla pianificazione urbana sostenibile. Il suo approccio integrato nel combinare spazi commerciali, residenziali e pubblici potrebbe servire da modello per futuri sviluppi urbani in tutto il mondo.

Il Bilancio Finale

CityLife Milano rappresenta un passo audace nel futuro dello sviluppo urbano. Reinventando la relazione tra spazi commerciali, aree residenziali e domini pubblici, stabilisce un nuovo standard per la pianificazione urbana. Mentre il progetto continua a evolversi, cementerà indubbiamente la posizione di Milano come leader nel design urbano innovativo e nella vita sostenibile.

Per investitori e urbanisti, CityLife Milano è un progetto da osservare attentamente. Potrebbe ben essere il precursore di una nuova era nello sviluppo urbano, una che privilegia esperienze di vita olistica rispetto alla mera funzionalità. Mentre le città di tutto il mondo affrontano le sfide dell’urbanizzazione, CityLife Milano si erge come un esempio brillante di ciò che è possibile quando la visione incontra l’esecuzione nel regno della pianificazione urbana.

Foto via City-Life

Mercati immobiliari globali in evoluzione: New York e Milano sfidano il trend (UBS Global Real Estate Index)

L’ultimo report dell’UBS Global Real Estate Bubble Index rivela un significativo cambiamento negli squilibri del mercato immobiliare nelle principali città di tutto il mondo. Secondo il rapporto, solo Zurigo e Tokyo mantengono lo status di “essere a rischio di una bolla immobiliare”, segnando un miglioramento sostanziale rispetto ad altre aree nell’anno precedente. In particolare, New York e Milano spiccano come città che hanno registrato segnali positivi, avvicinandosi a una valutazione equa.

Panoramica Globale
La tendenza complessiva indica una diminuzione degli squilibri del mercato immobiliare, attribuita all’impatto dell’inflazione globale e all’aumento dei tassi di interesse negli ultimi due anni. In media, i prezzi reali delle case in 25 grandi città sono scesi del 5% da metà 2022 a metà 2023. Nonostante questa correzione, il rapporto suggerisce la possibilità di ulteriori ribassi nei prezzi.

New York e Milano: Un Cambiamento Positivo
New York, insieme a Boston, San Francisco e Madrid, ha registrato una diminuzione degli squilibri, portando a una classificazione di valore equo. Allo stesso modo, Milano, São Paulo e Varsavia hanno raggiunto una posizione di equilibrio sul mercato. Una trasformazione degna di nota poiché indica una netta deviazione dalla categoria di rischio bolla ad una fase in cui il mercato immobiliare si dimostra in via di assestamento.

Correzione dei Prezzi su Tutta la Linea
La diminuzione della crescita dei prezzi delle case è attribuita all’importante aumento dei costi di finanziamento, con i tassi di mutuo medi che sono quasi triplicati dal 2021 nella maggior parte dei mercati. La crescita annua nominale dei prezzi nelle città analizzate si è fermata dopo un aumento del 10% nell’anno precedente. In termini reali, i prezzi sono ora del 5% più bassi rispetto a metà 2022, cancellando la maggior parte dei guadagni realizzati durante la pandemia.

Il Ruolo dell’Inflazione nella Riduzione del Rischio Bolla
La brusca diminuzione degli squilibri del mercato immobiliare non è dovuta solo alla diminuzione dei prezzi, ma è influenzata anche dalla crescita del reddito e degli affitti guidata dall’inflazione. La crescita del credito ipotecario è diminuita del 50% da metà 2022, portando a una diminuzione del debito delle famiglie rispetto al reddito, specialmente in Europa. Alcune città stanno già assistendo ai germogli della prossima esplosione dei prezzi immobiliari. Il lavoro ibrido non ha indebolito significativamente la domanda per la vita in città, e si prevede una carenza di abitazioni poiché sono stati rilasciati meno permessi di costruzione, specialmente nei centri urbani europei.

Ecco chi Spicca il Volo
Mentre Miami e New York mostrano tendenze variabili, il mercato immobiliare di New York sta vivendo un forte ritorno, con un aumento del 3% nei prezzi reali tra metà 2022 e metà 2023. In Europa, Milano si distingue con una diminuzione del 2% nei prezzi reali, attribuita alla crescita locale degli affitti e dei redditi, ma con solide prospettive economiche.

Gli aggiustamenti positivi a New York e Milano sono indicativi delle tendenze più ampie nelle correzioni del mercato immobiliare e della possibilità di una domanda rinnovata. Con l’evolversi delle condizioni economiche globali, è probabile che il mercato immobiliare continui a subire fluttuazioni, con la possibilità di ulteriori correzioni e nuove opportunità emergenti.

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

Mercato Immobiliare di Milano. Rallentamento delle transazioni residenziali nel secondo semestre 2023 (dettagli)

L’indicatore di prestazione delle transazioni immobiliari mette in luce un brusco rallentamento nel mercato immobiliare di Milano nel secondo semestre del 2023. Le principali cause di ciò possono essere individuate nella diminuita domanda rispetto ai semestri precedenti, attribuibile alla maggiore difficoltà degli acquirenti nell’ottenere finanziamenti. Questo è quanto emerge dal terzo Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2023 di Nomisma, focalizzato sul mercato immobiliare della città lombarda.

Nel primo semestre del 2023, secondo Nomisma, il mercato residenziale milanese ha registrato una significativa battuta d’arresto, con soli 12.490 scambi rispetto ai 15.600 del primo semestre del 2022 (-20%). Questo calo nelle transazioni ha influenzato parzialmente le dinamiche dei prezzi delle proprietà, con una crescita ancora presente, ma di intensità notevolmente inferiore rispetto al semestre precedente. Nel secondo semestre del 2023, i prezzi delle abitazioni nuove e ristrutturate hanno subito una frenata (-0,6% su base semestrale), nonostante un aumento annuale del +1,7%. La percentuale di sconto medio rispetto al prezzo iniziale richiesto (circa 3-4%) rimane stabile, confermando una diminuzione significativa rispetto agli immobili usati. Il settore degli immobili usati mostra una performance positiva, con un aumento dei prezzi medi del +1,3% su base semestrale e del +3,3% su base annuale. I tempi medi di vendita per le case usate variano da 3 a 4 mesi, mantenendo uno sconto medio dell’8-9%. Questi dati si verificano in un contesto di mercato contraddistinto da una limitata elasticità dell’offerta. Per quanto riguarda la locazione, la domanda di case in affitto a Milano continua a crescere nel secondo semestre del 2023. I canoni di locazione mostrano una variazione positiva (+2,9% su base semestrale), con un incremento annuale del 4,7%. Il rendimento medio lordo da locazione rimane stabile al 4,8%. In media, sono necessari circa 2 mesi per concludere una trattativa di locazione, anche se le proprietà con caratteristiche desiderabili possono restare sul mercato solo per pochi giorni.

L’indagine condotta da Nomisma suggerisce che circa il 50% della domanda gestita attraverso agenzie è orientata verso operazioni di acquisto, con il 73% dei casi supportato da un mutuo. Aumenta la pressione della domanda nel mercato della locazione, a causa dell’incremento graduale dei tassi sui mutui immobiliari e dell’aumento delle residenze offerte per l’affitto a breve termine. Nel primo semestre del 2023, l’attività transattiva degli uffici al dettaglio a Milano ha subito una significativa diminuzione del 33%, con soli 430 immobili scambiati rispetto ai 652 del 2022 e ai 671 del 2021. Nel secondo semestre del 2023, i prezzi medi continuano a salire per il quarto semestre consecutivo, con variazioni positive sia su base semestrale (+1,2%) sia annuale (+2,9%), nonostante un risultato negativo per gli immobili situati nei business district. Gli sconti medi rimangono stabili nelle zone più attrattive (9-11%) su base semestrale, ma aumentano in periferia (14%). I canoni medi di locazione continuano ad aumentare dal primo semestre del 2022, con un tasso medio di crescita del +1,2% annuale. I tempi di vendita (6 mesi) e di locazione (4-5 mesi) rimangono stabili, mentre il rendimento medio lordo annuo da locazione è pressoché costante al 5,1%. Nel primo semestre del 2023, il volume di compravendite di negozi al dettaglio a Milano ha subito una leggera flessione su base tendenziale (-2,6%). Nel settore dei negozi, le quotazioni medie continuano a salire su base annuale (+1,8% su base semestrale). La velocità di assorbimento diminuisce progressivamente nelle localizzazioni centrali, con tempi medi di vendita di 4-5 mesi nel centro e 6-7 mesi in periferia. Lo sconto medio sul prezzo richiesto cresce leggermente (9,5%), rimanendo il più basso tra le grandi città e l’unico a una cifra. Nel comparto locativo, i canoni medi di locazione crescono leggermente su base semestrale (+1,3%). Il mercato mostra tempi di assorbimento veloci (3-4 mesi), leggermente più lunghi in periferia. I rendimenti medi annui lordi rimangono pressoché stabili al 6,7%.

Palazzo delle Ferrovie a Firenze

Non sarà un autunno da ricordare: mercato immobiliare in calo ma le prospettive di investimento restano salde

Non possiamo definirle buone notizie ma “notizie di transizione”, quelle che stiamo per darvi. Nuovi dati confermano infatti una marcata diminuzione delle vendite nel mercato immobiliare. Secondo l’Osservatorio semestrale del Consiglio Nazionale del Notariato, nel periodo gennaio-giugno le compravendite sono scese dell’8,7%, mentre i mutui hanno subito una flessione del 29,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sebbene ci siano differenze metodologiche con i dati rilasciati dall’Agenzia delle Entrate, l’andamento generale di riduzione del mercato è innegabile.

L’Osservatorio evidenzia che la diminuzione degli acquisti riguarda principalmente le prime case. Un fenomeno coerente con il fatto che le abitazioni non agevolate, spesso destinate a utilizzi non residenziali, tendono ad essere pagate in contanti, specialmente in un contesto di tassi di mutuo in aumento. Attualmente, molte famiglie italiane dispongono di liquidità, come evidenziato dai depositi su conto corrente che ammontavano a 1.764 miliardi di euro nel settembre precedente. Tuttavia, l’incertezza economica e l’aspettativa di eventuali ribassi dei prezzi potrebbero essere tra le ragioni che frenano gli acquisti.

Analizzando i dati nel dettaglio, emerge che il calo delle compravendite è stato progressivo nel semestre: -2,7% nel primo bimestre, -4,8% nel primo trimestre e -1% nel secondo trimestre del 2023. Le compravendite di prime case tra privati hanno subito una riduzione dell’11%, mentre quelle di prime case da impresa sono scese del 34,2%. Per quanto riguarda i mutui, la diminuzione del 29,5% è stata il risultato di cali sia nel primo che nel secondo trimestre del 2023. In termini di capitale erogato, si è passati da 38,5 a 26,9 miliardi di euro. Il 38,6% dei mutui è stato concesso a acquirenti nella fascia di età 18-35 anni, beneficiando delle agevolazioni per i giovani.

Le prospettive future indicano un potenziale/ulteriore calo, con previsioni del -10,5% per le compravendite e del -23,8% per i mutui nel corso del 2023. Queste proiezioni potrebbero tuttavia risultare ottimistiche, considerando gli sviluppi inattesi come l’ulteriore aumento dei tassi di interesse deciso dalla Bce. Infine, i tassi di interesse sui prestiti per l’acquisto di abitazioni, comprensivi di spese accessorie, sono aumentati a agosto, passando dal 4,58% di luglio al 4,67%. Nel complesso, il mercato immobiliare italiano sta attraversando una fase di significativa contrazione, influenzata da diversi fattori economici e finanziari.

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Patrizia Reggiani, venduta l’iconica villa “gotica” a Milano. Tutti i retroscena dietro l’affare da 9,5 milioni

All’incrocio tra via Andreani e via della Guastalla, di fronte ai giardini omonimi, si trova la celebre villa “Gotica”, nota per essere stata di proprietà di Patrizia Reggiani, ex moglie e mandante dell’omicidio dello stilista Maurizio Gucci. Secondo quanto riportato da Il Giorno, l’immobile al civico 5 di via Andreani è stato ceduto per 9 milioni e mezzo di euro a una coppia (un cittadino britannico e una cittadina austriaca) residente nel Comasco.

I lavori di ristrutturazione della casa, che comprende un seminterrato, un piano terra e due piani superiori, sono stati affidati a un’azienda edile di Parre, in provincia di Bergamo. La villa ha visto il ritorno di Reggiani, ora settantaquattrenne, il 16 settembre 2013, dopo che il tribunale di sorveglianza aveva deciso di sospendere la sua pena di 26 anni di reclusione. La donna era stata condannata come mandante dell’omicidio del suo ex marito, avvenuto il 27 marzo 1995, quando Gucci fu ucciso con tre colpi di pistola da un sicario in via Palestro. Dopo essere uscita dal carcere di San Vittore, Reggiani si era dedicata all’assistenza della madre Silvana Barbieri, insieme alla governante e al domestico cingalese ospiti della villa.

Proprio la madre di Reggiani aveva acquisito nel 2004 le quote della società proprietaria dell’immobile a Guastalla. Secondo Il Giorno, al momento Reggiani risiede in un appartamento vicino a San Babila, non lontano dall’attico in cui aveva vissuto con Gucci per un certo periodo. La casa a due passi dal Duomo, che aveva ospitato la coppia, è stata venduta nel 2022 per 20 milioni di euro all’imprenditore Risha Suah, indiano proprietario della società Jekson Vision, specializzata nel confezionamento di farmaci in diverse sedi in tutto il mondo, tra cui India, Stati Uniti, Russia, Malta, Germania e Gran Bretagna.

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Immobiliare a Milano: ecco i quartieri dove conviene investire comprando casa (fonte: Immobiliare.it per Repubblica)

Investire in immobili? Forse è meglio puntare su quelli situati in periferia piuttosto che nel cuore della città. Questa è la principale conclusione di uno studio condotto da Immobiliare.it in esclusiva per Repubblica Milano, che ha esaminato la redditività lorda di diverse aree della città. Gli esperti hanno confrontato i prezzi medi di vendita delle proprietà in ciascun quartiere con i canoni di mercato per affitti, fornendo così una panoramica sul rendimento potenziale degli investimenti immobiliari.

Il risultato dello studio indica che la zona più conveniente per gli investimenti immobiliari include Bisceglie, Baggio e Olmi. In queste aree, il costo medio di un’abitazione (principalmente monolocali o piccoli bilocali) è di circa 165.400 euro, e gli affitti medi ammontano a 950 euro al mese. Questo si traduce in un rendimento medio annuo del 7,38%, superiore al 5,01% della media cittadina.

Al secondo posto troviamo la macroarea di Ponte Lambro-Santa Giulia, che offre un rendimento medio del 6,7%. Il terzo posto va alla zona di Affori-Bovisa con il 6,62%. Al contrario, l’area di Arco della Pace-Arena-Pagano ha un rendimento medio del 3,45%, risultando addirittura inferiore alla zona Garibaldi-Moscova-Porta Nuova (3,49%).

“Acquistando un bilocale nelle zone esterne rispetto alla circolare 90/91, il prezzo risulta inferiore di quasi il 50% rispetto a un’abitazione situata in una zona centrale della città (230.000 euro contro 430.000 euro)”, spiega Antonio Intini, Chief Business Officer di Immobiliare.it. “Inoltre, il differenziale dell’affitto si riduce al 25% (1.100 euro contro 1.480 euro). Questo è principalmente dovuto a due fattori: da un lato, il mercato degli affitti è più reattivo ai cambiamenti socioeconomici rispetto a quello delle compravendite, e, in una città come Milano, con diverse aree di attrazione, la crescita coinvolge l’intero territorio. Dall’altro lato, il fatto di non possedere la proprietà spinge gli affittuari a cercare soluzioni alternative se i canoni nelle zone centrali e ambite superano il loro budget, mentre, quando si acquista, la scelta della zona continua a essere un fattore significativo”, aggiunge l’esperto.

Richard Tayar

Nel corso di un anno, a Milano gli affitti hanno registrato una crescita doppia rispetto a Roma. (Fonte: Sole24Ore)

Nel corso del mese di luglio, nei due maggiori centri urbani italiani, i prezzi delle abitazioni e i canoni d’affitto mantengono una stabilità, pur restando rilevante la crescita su base annua per gli affitti. In aggiunta, la capacità di accesso al mercato immobiliare, intesa come “affordability”, rimane allineata alle tendenze dei mesi precedenti. Nello specifico, un cittadino medio può avere accesso solo al 3,6% delle offerte disponibili a Milano e al 6,3% a Roma. Questi sono i risultati emersi dall’Osservatorio mensile sui mercati immobiliari di Roma e Milano, elaborato da Immobiliare.it Insights, una società affiliata a Immobiliare.it, come riportato dal Sole24Ore.

In merito ai prezzi, a Milano si è raggiunta una media di 5.270 euro al metro quadrato per le vendite, evidenziando un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente (+5,4% su base annua). A Roma, invece, i prezzi si sono stabilizzati a 3.336 euro/mq (-0,1% nell’ultimo mese e rispetto a un anno fa). I canoni di affitto, per la loro parte, si attestano a 22,1 euro al metro quadrato a Milano e a 15 euro/mq a Roma. In entrambi i casi, si osserva un incremento di circa mezzo punto percentuale rispetto al mese precedente, ma con una crescita più marcata su base annua: +10% a Milano e +5,4% a Roma.

Il mercato immobiliare milanese presenta una contrazione nella domanda per le abitazioni in vendita, con un calo del 7% registrato a luglio. Questo è accompagnato da una diminuzione delle offerte immobiliari disponibili, che è stata del 2,1% nello stesso periodo, un dato che va in controtendenza rispetto alla cifra annuale. Un quadro simile si presenta a Roma, con una riduzione dell’offerta dello 0,7% a luglio e una diminuzione della domanda del 5,9% nello stesso arco temporale.

Nel settore delle locazioni a Milano, si è osservato un aumento delle offerte immobiliari nell’ultimo mese, pari al 7,9%, e un incremento della domanda nello stesso periodo, del 4,5%. In entrambi i casi, si mantiene un trend positivo su base annua, con una crescita mensile che addirittura triplica il ritmo registrato nei dodici mesi precedenti. A Roma, la situazione è diversa rispetto a Milano. Nel mese appena trascorso, si è verificata una riduzione netta delle offerte di locazione di quasi 5 punti percentuali. Tuttavia, la domanda procede a un ritmo doppio rispetto a quella di Milano, registrando un aumento del 9,4% nell’ultimo mese.

Tra le due principali città italiane, i quartieri più costosi sono i rispettivi centri storici: il prezzo medio al metro quadrato supera i 10.100 euro a Milano e oltre i 7.100 euro a Roma. In aggiunta a questa informazione attesa, l’Osservatorio rivela anche i quartieri che hanno registrato la maggiore rivalutazione nell’ultimo anno.

A Roma, il quartiere di Termini e Repubblica si distingue per una rivalutazione dell’11,8% in un anno, raggiungendo una media di 4.459 euro al metro quadrato. Seguono Battistini, Torrevecchia e Appio Claudio, Capannelle, con prezzi medi che oscillano tra i 3.200 e i 3.300 euro al metro quadrato; il primo di questi ha visto un aumento del 6,8% nell’ultimo anno, mentre il secondo del 6,6%. Aventino, San Saba e Caracalla, oltre a essere il secondo quartiere più costoso di Roma con una media di 6.278 euro al metro quadrato, hanno registrato la maggiore crescita dei prezzi nell’ultimo mese, con un aumento del 1,7%, pur mantenendo la stabilità rispetto all’anno precedente.

A Milano, simile a quanto accade a Roma, è un quartiere vicino a una stazione a registrare le rivalutazioni principali: Corvetto e Rogoredo evidenziano un apprezzamento del 10,7% in un anno (+1,5% nell’ultimo mese) e raggiungono una media di 3.980 euro al metro quadrato. Garibaldi, Moscova e Porta Nuova, il secondo quartiere più costoso della città (e dell’Italia) con una media di 9.958 euro al metro quadrato, sono anche i più alti per quanto riguarda l’incremento dei prezzi di vendita: +9,7% rispetto a luglio 2022. Il terzo quartiere più rivalutato rispetto all’anno precedente è nuovamente vicino a una stazione, in questo caso Lambrate: Udine e Lambrate raggiungono una media di 4.187 euro/mq dopo un aumento annuale del 9,6%.

Quanto ai quartieri più costosi per le locazioni, i centri storici delle due città si confermano le zone più onerose, con un prezzo medio di quasi 30,2 euro al metro quadrato per il centro di Milano e 24,2 euro/mq per il centro storico di Roma. Nel caso di Roma, il quartiere Aventino, San Saba e Caracalla ha visto la maggiore crescita degli affitti nell’ultimo anno, con un +19,4% (nonostante la stabilità nel mese), portando il prezzo medio a 23,3 euro al metro quadrato e mantenendolo al secondo posto tra i quartieri più costosi in termini di affitto. Subito dopo, si trovano Trionfale, Monte Mario e Ottavia, con un aumento annuale del 15%, e Pigneto, San Lorenzo e Casal Bertone con un +11,6%. Nel caso di Milano, l’area di Bisceglie, Baggio e Olmi rappresenta la zona più economica, con 15,9 euro/mq, ma anche quella con la maggiore crescita rispetto all’anno precedente (+21,3%). Sul podio ci sono anche Cimiano, Crescenzago e Adriano (+21,1%), seguiti da Famagosta e Barona (+15,6%), che precedono di poco Affori e Bovisa (+15,4%). Nel mese di luglio, è stata evidenziata un’apprezzamento per gli immobili in affitto nella zona di Pasteur e Rovereto, con un +3,3% (comunque un +13,4% su base annua).

Milano

Vi sveliamo quanto costa affittare una stanza a Milano. Gli ultimi trend e notizie dall’Osservatorio sulle Stanze di Immobiliare.it

Il costo medio dell’affitto mensile di una stanza singola a Milano nel 2023 è di 626 euro al mese, secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio sulle Stanze di Immobiliare.it. Questo prezzo rappresenta una stabilità rispetto all’anno precedente, con un modesto aumento del 1%, mantenendo comunque la posizione di città più costosa d’Italia in questo ambito. Tuttavia, è importante sottolineare che questa cifra non è uniforme in tutta la città. Infatti, secondo lo stesso studio, i costi variano a seconda delle diverse zone di Milano.

Le aree più esclusive in termini di affitti sono il triangolo composto da Porta Venezia, il Centro e Porta Genova. Qui, per assicurarsi una stanza singola, gli affittuari devono essere pronti a spendere di più rispetto alle altre zone della città. Ad esempio, nella zona di Genova e Ticinese, il costo mensile medio è aumentato del 29%, arrivando a 871 euro. Allo stesso modo, a Porta Venezia e Indipendenza, si registra un aumento del 22% rispetto al 2022, con un costo medio di 769 euro al mese. Nel centro storico, invece, si è avuto un incremento del 10%, con un costo medio di 758 euro al mese. Sebbene esistano aree dove è possibile risparmiare rispetto alla media della città, è interessante notare che Milano rimane comunque la città più costosa in termini di affitti, anche nelle zone in cui i prezzi sono più contenuti. Per coloro che desiderano vivere a Milano ma cercano soluzioni più economiche rispetto al centro, ci sono alcune zone più convenienti. Ad esempio, a Napoli, nella zona di Soderini, il costo medio mensile per una stanza singola è di 536 euro. Nella zona di Forlanini, a Milano, si registra un costo medio di 553 euro al mese. Anche a Udine, nella zona di Lambrate, è possibile trovare affitti più contenuti con una media di 567 euro al mese.

Guardando alle variazioni dei prezzi nell’ultimo anno, si osserva che alcune zone hanno registrato un’apprezzabile crescita del valore degli affitti. Le cinque zone dove si è verificato il maggior incremento sono Genova (Ticinese), Maggiolina (Istria), Precotto (Turro), Porta Venezia (Indipendenza) e Navigli, con costi che variano da 609 euro a 871 euro al mese. Al contrario, ci sono alcune aree dove l’aumento dei prezzi è stato più contenuto. In particolare, le zone di Quadronno, Palestro, Guastalla, Solari e Washington, Napoli (Soderini), Forlanini e Cenisio, Sarpi, Isola, hanno registrato un incremento dei costi più moderato, con prezzi che vanno dai 536 euro ai 682 euro al mese. Questi dati dell’Osservatorio sulle Stanze di Immobiliare.it evidenziano il quadro dei costi degli affitti nelle diverse zone di Milano nel 2023, offrendo una panoramica esaustiva delle variazioni dei prezzi nel corso dell’ultimo anno. Fonte: Immobiliare.it.

Milano

Scoprite con Columbus International il quartiere di Milano dove acquistare casa è un affare imperdibile

Milano continua la sua impennata nel mercato immobiliare, mantenendosi saldamente in cima alla classifica dei prezzi delle case in Italia, con una media di 5.186 euro al metro quadro. A livello europeo, si posiziona al terzo posto delle città più costose per un bilocale, superata solo da Amsterdam e Lisbona. Tuttavia, c’è ancora una speranza per coloro che cercano di acquistare una casa a un prezzo inferiore alla media cittadina e con la possibilità di una rivalutazione nel prossimo futuro.

L’osservatorio di Immobiliare.it Insights, ripreso e rielaborato da Fanpage.it, ha analizzato i quartieri che hanno sperimentato una crescita significativa dei prezzi rispetto al periodo pre-Covid, ma che ancora mantengono costi accessibili rispetto alle aree più ambite di Milano. Questi quartieri si trovano principalmente nella zona Nord/Nord-Est della città, spesso ben collegati alla rete della metropolitana e meta di una nuova gentrificazione. Tra le località interessanti troviamo Cimiano-Crescenzago-Adriano, Viale Certosa-Cascina Merlata, Pasteur-Rovereto, Affori-Bovisa e Precotto-Turro.

In queste zone, il valore medio al metro quadro rimane al di sotto della media cittadina di 5.186 euro. Cimiano-Crescenzago si distingue per essere il quartiere con la maggiore crescita dei prezzi negli ultimi tre anni, registrando un aumento del 30 per cento e un prezzo medio attuale di 3.495 euro al metro quadro. Seguono Viale Certosa-Cascina Merlata, con un aumento del 29,8 per cento e un costo medio di 3.798 euro al metro quadro, e Pasteur-Rovereto, che ha sperimentato una crescita del 28,5 per cento e presenta un prezzo medio di 4.579 euro al metro quadro. Affori-Bovisa e Precotto-Turro sono anche loro quartieri in crescita, con un incremento rispettivamente del 26,9 per cento e del 25,3 per cento, e costi medi al metro quadro di 3.425 euro e 3.996 euro.

Tra le menzioni d’onore, merita attenzione la zona servita dalla nuovissima linea della metro blu M4 Forlanini, dove il prezzo medio al metro quadro è di “soli” 3.191 euro per una casa, ma ha registrato un aumento del 24,9 per cento negli ultimi tempi. Allo stesso modo, Udine-Lambrate è una zona più costosa, con un prezzo medio di 4.136 euro al metro quadro, ma ha comunque visto una crescita del 24,1 per cento negli ultimi anni. Questi quartieri emergenti offrono interessanti opportunità per chi desidera acquistare una casa a Milano a un prezzo più accessibile, mantenendo comunque prospettive di rivalutazione a breve termine.

Milano superlusso

Il rapporto di Scenari Immobiliari: a Milano il costo medio di una stanza raggiunge gli 810 euro. Ecco come muoversi

Il mercato immobiliare delle principali città italiane continua a registrare prezzi elevati per l’affitto di una stanza, con Milano e Roma a svolgere un ruolo di primo piano. Secondo gli ultimi dati, il costo medio di una stanza a Milano ha raggiunto la cifra notevole di 810 euro al mese, mentre a Roma sono sufficienti 630 euro per trovare alloggio.

Milano, una delle città più importanti e costose d’Italia, continua a sperimentare una domanda crescente per le stanze in affitto. La vivace vita notturna, l’offerta culturale e le numerose opportunità di lavoro attirano molti giovani e professionisti, aumentando così la richiesta di alloggi. Di conseguenza, i prezzi delle stanze sono saliti in modo significativo. Il costo medio di 810 euro al mese è una cifra considerevole che richiede un impegno finanziario considerevole da parte degli inquilini.

Dall’altra parte, Roma, la capitale italiana, offre un’alternativa più conveniente. Nonostante sia anch’essa una città costosa, il costo medio di una stanza a Roma si attesta a 630 euro al mese. Questo potrebbe essere attribuito a vari fattori, come la maggiore disponibilità di alloggi e una concorrenza leggermente inferiore rispetto a Milano.

Milano offre un’ampia gamma di opportunità di lavoro e un vibrante stile di vita urbano, nonostante il costo elevato rappresenti una sfida finanziaria per molti. Cresce, però, il dato degli appartamenti sfitti sul territorio cittadino. Sì, perché se secondo l’osservatorio di Immobiliare.it ben il 46 per cento degli annunci immobiliari sono “difficili da collocare sul mercato”, e restano online per mesi. A Milano, secondo quanto registrato dall’Agenzia delle entrate, le unità immobiliari residenziali sono circa 820mila, di cui 700mila occupate dalle famiglie residenti. Restano quindi 120mila case. Gli studenti fuori sede sono più di 70mila, e il loro fabbisogno si aggira tra le 25mila e le 30mila unità, arrivando a 90mila appartamenti occupati, rileva Fanpage.it. Airbnb e altre piattaforme di affitti brevi, inoltre, hanno sottomano tra i 15mila e i 20mila appartamenti. Altri 50mila vanno a chi vive e lavora a Milano, senza prendere la residenza: secondo questo calcolo, a restare fuori sarebbero circa 20mila appartamenti.