Da New York City a Brooklyn: vi raccontiamo come cambia il mercato immobiliare nel post-pandemia

Da New York City a Brooklyn: vi raccontiamo come cambia il mercato immobiliare nel post-pandemia

Dopo una flessione all’inizio della pandemia, il mercato immobiliare a New York è stato protagonista di notevoli aumenti di prezzo a doppia cifra su co-op, condomini e case. Le ragioni della rincorsa sono molteplici. In primis, il Covid ha interrotto in modo significativo i consueti modelli di acquisto e di vendita di case, tanto da comprimere visibilmente l’offerta. C’è stata anche una ‘pent-up demand’ di case fuori città e alcuni acquirenti sono stati in grado di utilizzare i propri risparmi per investire dove prima non avevano pensato. Ci è voluto più tempo del previsto ma i mercati di vendita e affitto a New York City sono tornati a ruggire, fino ad eguagliare (o superare) i livelli pre-pandemici. Per guardare al mercato immobiliare di New York City sotto una luce più chiara, la società di valutazione Miller Samuel ha monitorato i prezzi medi degli ultimi due anni, mostrando dove si è stabilizzata la ‘median’ nel quarto trimestre del 2021 rispetto al valore del 2020 e del 2019.

Dall’inizio del coronavirus nell’inverno 2020, i cittadini di Manhattan sono più propensi degli altri residenti della città a spostarsi. Più persone si sono trasferite da Manhattan in luoghi come Hudson Valley e gli Hamptons; i residenti di altri distretti sono rimasti invece. Dopo una pausa di mesi nella compravendita di case, i prezzi hanno iniziato a rimbalzare. La barra ‘median’ è balzata da 999.000 a 1.050.000 dollari tra il 2019 e il 2020, fino a 1.165.000 dollari alla fine del 2021, un aumento in due anni del 16,6 per cento. Di tutte le co-op, condomini e case a schiera in vendita, il mese scorso a Manhattan circa 290 sono finite nei listings intorno al prezzo mediano di 1,17 milioni.

Come già raccontato dal fondatore e amministratore delegato di Columbus International, Richard TayarBrooklyn è la superstar degli immobili nel 2021, diventando di fatto la prima scelta per i potenziali acquirenti in cerca di un appartamento a New York, ma la sua ‘median’ negli ultimi anni è rimasta al di sotto di quella di Manhattan. Il prezzo medio è passato da 800.000 a 875.000 dollari tra il 2019 e il 2020, e poi fino a 941.000 dollari alla fine del 2021, un salto in avanti in due anni del 17,6 per cento. Secondo una ricerca online, solo pochi mesi fa erano disponibili circa 170 case intorno all’attuale costo medio (tra 900.000 e 1 milione). I quartieri caratterizzati da brownstone offrono numerose opzioni e la nuova Downtown Brooklyn è ormai il centro delle nuove costruzioni e di uffici che neppure la città di New York può oscurare o rimpiazzare.

Mercato immobiliare New York

Midtown Manhattan noiosa? Non più. New York oggi combina uffici, moda e divertimento

Midtown Manhattan noiosa? Non più. New York oggi combina uffici, moda e divertimento

Chi teme che le vacanze natalizie a New York rischino di diventare un disco in loop, si sorprenderà: il Rockefeller Center, quest’anno, è davvero rock! Ve lo possiamo dimostrare noi di Columbus International, con tre uffici a Rockefeller, nel cuore di New York e la Fifth Avenue del lusso e degli affari. Proprio così: anche Rockefeller si sta rinnovando e cambia volto in città. Nascosto dietro la facciata Art Déco del 30 Rockefeller Plaza, in uno spazio carico di 10mila vinili, ora sorge il paradiso degli amanti del rock. Rough Trade, un negozio di dischi indipendente di Londra, ha aperto a giugno dopo aver chiuso la sua sede di Williamsburg a marzo. Sta facendo la sua parte nell’introdurre un’atmosfera indie nell’area a lungo considerata ‘noiosa’ di Midtown, portando spettacoli dal vivo nella piazza all’aperto e all’interno della famosa Rainbow Room al 65° piano. Il mese scorso, il locale ha ospitato la band post-punk britannica Dry Cleaning e i Muckers di Brooklyn. “Sento che questa svolta a Midtown avvicinerà le persone a molti artisti indie e alternativi”, ha detto al New York Post Christian Salhany, un acquirente di 24 anni e residente a East Harlem, a proposito della presenza del negozio nel distretto. “Mostra solo la rinascita che la città può avere con grinta e coraggio, ed è in continua evoluzione – ed è fantastico”

Rough Trade è in buona compagnia e a Midtown è in arrivo un’onda di divertimento e novità che suona di rivoluzione culturale. La scorsa settimana, Ace’s Perfect Pizza in stile Detroit (di Williamsburg) ha aperto un avamposto al 30 Rock, così come il minimarket di Soho, attento alla salute e “socialmente consapevole”, The Goods Mart, che vende burritos di manzo da 5,75 dollari trasportati settimanalmente da Los Angeles. All’orizzonte: una tap room per il birrificio Other Half di Brooklyn a Rockefeller Plaza; e, attraverso la Sixth Avenue al 135 W. 50th St., un mercato alimentare in stile Singapore da Urbanspace e il guru dello street-food KF Seetoh, la cui apertura è prevista per il prossimo anno.

Nonostante alcune di queste locations stessero prendendo in considerazione un trasloco verso il Rockefeller Center già prima della pandemia, il COVID-19 li ha lanciati in azione, dato che le sedi vicine di catene di negozi come The Gap e Duane Reade hanno deciso di abbassare preventivamente le saracinesche. “Questo momento ci ha offerto l’opportunità di trasferirci in un’area della città che era priva di controcultura, che chiedeva a gran voce attività di cultura creativa indipendente, che era ampiamente considerata ‘non cool’, mentre allo stesso tempo era un’area facilmente accessibile”, ha affermato Stephen Godfroy, co-proprietario e direttore di Rough Trade di 48 anni, via e-mail da Londra.

Secondo il New York Times, negli ultimi anni, il padrone di casa Tishman Speyer ha contattato piccole imprese locali per l’apertura al Rockefeller Center e per contrastare la presenza di catene. Inoltre, sono in corso “affari ragionevoli” sugli affitti. Per Jill Lindsey, proprietaria di un’omonima boutique, caffetteria e centro benessere a Fort Greene, Brooklyn, un’impresa nel centro di Brooklyn ha rappresentato un’opportunità unica per portare designer emergenti in un quartiere noto per essere un colosso di grandi marchi.

“È stata davvero una bella boccata d’aria fresca da ciò che la gente ha detto”, ha rivelato al Post la fondatrice e proprietaria Lindsey, 43 anni. “Le persone dicevano, ‘Wow, un locale nel centro? È pazzesco!’… Questo è ciò di cui New York City ha bisogno”. Ha aperto lo scorso novembre, vendendo abbigliamento, accessori e articoli per la casa – come candele di Greentree Home e borse progettate in collaborazione con KZ_K Studio e 1 Atelier – in un accordo di 13 mesi che durerà fino a dicembre.

Anche Eli Sussman, il comproprietario 36enne del fast-casual shawarma spot Samesa – che ha operato da East Williamsburg prima della chiusura a causa del COVID-19 lo scorso settembre – ha optato per un debutto nel centro di Midtown. A marzo, Sussman e suo fratello Max, 39 anni, hanno aperto un ristorante sul livello dell’atrio al Rockefeller Center, centrando l’obiettivo di mettere alla prova il loro concetto in una zona trafficata. “Midtown è una creatura urbana completamente diversa, e anche se sembra non avere lo stesso fascino cool del West Village o dell’East Village, o di qualche parte a Brooklyn, se volete avere un ristorante di successo, dovete essere dove sono i clienti”, ha detto Susman. “Portiamo qualcosa di interessante a Midtown. Qualcosa di nuovo e fresco, qualcosa che non è certamente una catena fatta con lo stampino”.

Il primo grattacielo “supertall” di Brooklyn tocca ufficialmente la sua massima altezza

Il primo grattacielo “supertall” di Brooklyn tocca ufficialmente la sua massima altezza

Manhattan non è estranea ai grattacieli ma lo skyline di Brooklyn, ora, supera un nuovo limite, dal momento che il primo supertall ha appena raggiunto la sua massima altezza. L’edificio residenziale di 93 piani, alto 1.066 piedi, che si trova al numero 9 di DeKalb Avenue nel centro di Brooklyn, è stato progettato da SHoP Architects. (Gli edifici supertall, per definizione, sono buildings residenziali o per uffici che raggiungono i 300 metri – 984 piedi – o più).

Recentemente battezzata “The Brooklyn Tower”, è in costruzione dal 2018 e il suo sviluppo è costato 750 milioni di dollari. L’esterno scanalato in acciaio inossidabile nero, bronzo e vetro del grattacielo emerge da dietro la facciata neoclassica in marmo bianco della storica Dime Savings Bank dell’inizio del XX secolo. JDS Development Group, che ha condotto il progetto, ha acquistato la banca dismessa per 95 milioni nel 2016; i suoi interni sono stati restaurati e convertiti per uso commerciale, mentre il tetto ospiterà servizi residenziali tra cui una piscina che si estende intorno alla sua cupola.

Sebbene 9 Dekalb possa risaltare per essere “l’ultimo arrivato più alto”, in realtà è uno dei tanti nuovi sviluppi che stanno trasformando rapidamente il profilo di Brooklyn. Già il distretto più popolato di New York, Brooklyn è cresciuto di più rispetto alle altre quattro controparti nell’ultimo decennio, secondo i dati del censimento del 2020, con un aumento del 9,2% che ha portato la popolazione totale a 2,74 milioni. Mentre i “transplants” di New York e gli ex abitanti di Manhattan attraversavano il ponte di Brooklyn, gli sviluppatori hanno seguito l’esempio, concentrandosi su Downtown Brooklyn e Brooklyn Heights come le prossime aree per estendere lo skyline della città. La Williamsburgh Savings Bank Tower, costruita nel 1929, ha avuto la particolarità di essere l’edificio più alto di Brooklyn per 80 anni, ma dal 2009 è finita in fondo alla top 10.

A Manhattan, invece, la fotografia è abbastanza diversa, con edifici di lusso super sottili che svettano sempre più in alto, molti dei quali concentrati in un’area appena sotto Central Park soprannominata “Billionaire’s Row”. JDS e SHoP, tra l’altro, hanno precedentemente progettato uno di questi spazi residenziali al 111 West 57th Street. I supertall di Manhattan non hanno sempre fatto notizia per le giuste ragioni, dall’esile 432 Park Avenue, che, secondo un rapporto del New York Times, ha subito inondazioni, forti oscillazioni del vento ed esplosioni elettriche, alla torre per uffici denominata PENN15 che, secondo quanto riferito, è diventata un punto di contesa tra l’ex governatore Andrew Cuomo e il sindaco uscente Bill de Blasio.

Credit: JDS Development Group

Downtown Brooklyn

Le agevolazioni fiscali sugli immobili di New York sono una scappatoia per giovani facoltosi

Le agevolazioni fiscali sugli immobili di New York ora sono una scappatoia per giovani facoltosi

I cambiamenti del mercato immobiliare nel quartiere di Williamsburg a Brooklyn sono iniziati nel 2009, quando un proprietario di un negozio di chitarre (il cui padre era un rinomato perito d’arte) ha acquistato un appartamento con quattro camere da letto. Sua madre gli ha prestato i soldi. Poi è arrivata una scrittrice che ha preso un prestito da sua madre, una psicologa. Un direttore di produzione cinematografica e il suo partner, un direttore della fotografia, sono subentrati acquistando il loro appartamento con un prestito dal padre, un medico nel Maryland. Ne è seguita una raffica di acquisti aggiuntivi senza ipoteche, tra cui un’attrice shakespeariana con il padre che vive in un attico con vista su Central Park e uno stilista il cui padre è un ginecologo in California.

Colonie simili di giovani, dotati di sensibilità creativa e genitori benestanti, hanno messo radici a Williamsburg per anni, ma la gentrificazione di questo particolare edificio di sei piani sulla South 2nd Street ha avuto una serie sorprendente di facilitatori: i contribuenti di New York. È infatti una delle circa 1.000 proprietà in tutta la città che ricevono una speciale agevolazione fiscale sulla proprietà creata per rendere l’immobile accessibile alle persone con un basso reddito. L’edificio aveva limitazioni di reddito e questi acquirenti le hanno soddisfatte. Allo stesso tempo, avevano accesso a un sacco di soldi “cash”, che usavano per valutare le loro unità a prezzi ben al di sotto del mercato. Non importa la loro ricchezza o quella dei loro genitori; l’agevolazione fiscale non impone alcun limite al patrimonio né preclude “regali” dalle famiglie in questione.

I figli dei ricchi d’America stanno quindi stringendo accordi come quello dell’esempio riportato qui sopra in alcuni dei quartieri più desiderabili di New York, in edifici noti come cooperative di Housing Development Fund Corporation, o HDFC. Questi edifici erano un tempo in difficoltà finanziarie (e spesso strutturali), e molti di questi vengono ancora evitati dai sottoscrittori di mutui convenzionali, da qui la necessità per gli acquirenti di pagare in contanti. Molti non sono più economici, perché sono scaduti gli accordi che un tempo limitavano i prezzi di rivendita. Ma anche a prezzi che possono raggiungere ben oltre 1 milione di dollari risultano “scontati” al mercato, a causa del limite di reddito per gli acquirenti e della mancanza di finanziamenti disponibili in alcuni casi. E le tasse possono essere notevolmente basse. Sulla South 2nd Street, i proprietari godono di sconti annuali sulle tasse di proprietà di circa il 70 per cento!

Il tax break (o agevolazione fiscale) è stato progettato per essere semplice, troppo semplice, a quanto pare. Il programma stabilisce un valore imponibile massimo per ogni unità HDFC in tutta la città. Quest’anno è di 11.079 dollari, in un mercato in cui il prezzo medio di una casa è salito a 770.000. A causa di questo sistema, metà del beneficio fiscale aggregato andrà al 20 per cento più alto degli edifici ammissibili per valore. Gli edifici in difficoltà nelle aree più povere, nel frattempo, non otterranno alcun beneficio. I loro valori sono troppo bassi perché l’agevolazione fiscale abbia alcun effetto e, a causa del loro status HDFC, non ottengono un abbattimento che riceve la maggior parte delle cooperative a tasso di mercato. Negli ultimi anni decine di persone sono state pignorate per tasse non pagate. In breve, a causa di regole inadeguate, design scadente e decenni di supervisione lassista, questi sussidi fiscali a basso reddito vengono raccolti dai ricchi. “Stanno solo giocando con il sistema”, afferma Penny Gurstein, intervista da Bloomber.com, un’esperta di alloggi a prezzi accessibili che dirige l’Housing Research Collaborative presso l’Università della British Columbia. “Questo ora viene utilizzato solo come parco giochi per i ricchi”.

Negli Stati Uniti, gli studi hanno dimostrato che i sistemi di tassazione della proprietà locale, che raccolgono più di 500 miliardi di dollari all’anno, sono profondamente ingiusti, favorendo i ricchi e applicando sistematicamente aliquote fiscali effettive più elevate alle proprietà di valore inferiore. Gli esiti di New York sono tra i più diseguali. Ma anche in un sistema pieno di disuguaglianze, spicca lo sfruttamento del programma HDFC da parte di ricchi a caccia di affari.

Nuove costruzioni: iniziano i lavori per la pista automobilistica di lusso Drivers Club Miami

Drivers Club Miami: iniziano i lavori per la pista automobilistica di lusso

Drivers Club Miami i lavori per una pista automobilistica di lusso e uno sviluppo commerciale pianificato vicino a Miami Gardens dovrebbero partire il prossimo novembre, dopo un ritardo nelle prime fasi che ha spinto la data di completamento in avanti di quasi due anni.

Drivers Club Miami, un progetto da oltre 100 milioni di dollari sviluppato da 13 Pista LLC, includerebbe una pista di guida privata di due miglia, club, hotel, negozi, ristoranti e attrazioni culturali (completamento previsto entro l’inizio del 2029). Il progetto si basa su un sito di proprietà della contea al 20000 NW 47th Ave. che in precedenza ospitava il Landmark Learning Center. Al momento, 13 Pista è in fase di progettazione e sta ottenendo l’autorizzazione per i lavori, ha confermato a Miami Today l’avvocato Eric Singer di Bilzen Sumberg, l’azienda che rappresenta 13 Pista, affiliata dello sviluppatore sudamericano Carlos de Narváez.

Come riportato dal quotidiano l’anno scorso, lo sviluppo è slittato di diverso tempo poiché tre agenzie senza scopo di lucro situate nella parte meridionale del sito Landmark dipendono dalle utenze che corrono da nord a sud sulla proprietà. 13 Pista inizialmente prevedeva che la costruzione potesse iniziare nella parte nord, senza dover prima spostare le agenzie. Ma poiché l’acqua e l’elettricità sarebbero state tagliate alle agenzie, la società e la contea hanno modificato il contratto di locazione per includere un nuovo programma con il trasferimento delle organizzazioni no-profit e la costruzione di un centro governativo prima dello sviluppo della pista automobilistica, come parte della “fase zero”, ha spiegato Singer.

Foto e sito ufficiale: 13 Pista LLC

 

I grandi affari immobiliari mostrano fiducia in New York: il Covid sarà presto un brutto ricordo 

I grandi affari immobiliari mostrano fiducia in New York: il Covid sarà presto un brutto ricordo

Il New York Post non ha dubbi: il mercato immobiliare della Grande Mela “si riprenderà alla grande”. Un esempio? Il developer Edward Minskoff aprirà al 29 Jay St. un edificio per uffici a Dumbo che sarà il primo nuovo indirizzo di “uffici di prima classe” del quartiere di Brooklyn da oltre un secolo. Il mercato degli uffici non è morto, Columbus International lo aveva reso nota mesi fa tramite interviste rilasciate dal Fondatore e Amministratore Delegato Richard Tayar, e questa ne è una ulteriore dimostrazione. La domanda sorgerebbe spontanea: “Ma Minskoff non sa che siamo in una pandemia senza fine?”. In effetti, Manhattan sembra sapere qualcosa sul futuro post-COVID che il resto dell’America e il mondo non sanno. I magnati delle proprietà della Grande Mela, così come i normali cittadini, hanno guardato in faccia la variante Delta e hanno scelto di andare avanti. I newyorkesi guardano oltre i doomcast quotidiani e si fanno guidare dall’ottimismo e da una rinnovata visione del mercato. Sanno, in fondo, che il tasso di nuove infezioni della città è e resterà basso. Solo alcuni luoghi richiedono ancora maschere anche all’aperto, come nel giardino pensile del Metropolitan Museum of Art e sui ponti superiori all’aperto dei traghetti di New York. Il ritorno alla vita quasi normale si riflette in ristoranti affollati e vendita di biglietti per Broadway e Radio City Music Hall.

A New York stanno avanzando le nuove costruzioni e anche il temporaneo “esodo” residenziale del 2020 (insieme agli avvertimenti sull’aumento della criminalità e delle tasse e sulla qualità della vita in declino) ha trovato via via un suo punto di svolta. Nella giungla competitiva degli immobili, i developers restano “animali sorprendentemente cauti”, scrive il New York Post, soprattutto per quanto riguarda il lancio di nuovi uffici.

Foto via Adam Gong @radiantsnaps

Mercato immobiliare New York

…New York è tornata! Ecco come i broker locali vedono il mercato immobiliare nell’America post-Covid

…New York è tornata! Ecco come i broker locali vedono il mercato immobiliare nell’America post-Covid

Il rinnovato slancio del mercato immobiliare di New York City sta registrando una forte domanda e prezzi interessanti rispetto al periodo 2020-21, fa sapere CNBC. “Sto vedendo un mutamento su tutta la linea: tutti i segmenti stanno effettuando transazioni. New York è tornata e la gente vuole tornare ad abitare qui”, sostiene Christopher Kromer, un broker di Brown Harris Stevens. “Stiamo uscendo da un numero record di contratti firmati nel secondo trimestre e ciò che sta guidando il trend è che gli acquirenti ne vedono subito il valore. Ci sono più opportunità rispetto al passato, oltre ad un vero senso di speranza per un boom economico a settembre quando si riaprirà ufficialmente”.

Secondo i broker locali, i potenziali acquirenti possono ancora trovare opportunità ragionevoli, dopo che i prezzi degli immobili in città sono rimasti “schiacciati” all’apice della pandemia. “Per la maggior parte dei casi, se si acquista oggi, è probabilmente meno costoso di quanto sarebbe stato tre o quattro anni fa”. Tuttavia, un recente rapporto di Douglas Elliman e Miller Samuel ha rilevato che il prezzo di rivendita medio per gli appartamenti di Manhattan ha raggiunto il massimo storico nel secondo trimestre. I prezzi medi di vendita sono aumentati del 12 per cento nel trimestre e hanno superato 1,9 milioni di dollari, con un aumento delle vendite del 150 per cento durante lo stesso periodo di tempo rispetto allo scorso anno.

Nel secondo trimestre del 2020, le vendite di appartamenti a Manhattan hanno visto il loro più grande calo percentuale in 30 anni, poiché i residenti sono letteralmente fuggiti dalla città durante la pandemia e i broker non sono stati in gran parte in grado di mostrare a potenziali, nuovi acquirenti i vari appartamenti sul mercato. Alcuni agenti ritengono che il recente prezzo medio di vendita record sia influenzato dalle dinamiche nel mercato del lusso. Il mercato del lusso ultimamente è in forte espansione con molti sconti. Ora, i venditori scendono di prezzo per agevolare le trattative con gli acquirenti. Gli acquirenti hanno opzioni, cosa che nel 2020 non era pensabile. I mercati nei quartieri esterni di New York, come Brooklyn, sono stati “molto più resistenti” alla pandemia rispetto a Manhattan. Le persone cercavano valore, spazio e aree meno dense, e non si sono visti gli sconti di Manhattan nei distretti esterni, come nel Queens e a Brooklyn, dove di recente gli immobili sono stati venduti al di sopra del prezzo richiesto dopo aver ricevuto più offerte. Una cooperativa con due camere da letto a Brooklyn ha persino venduto dall’8 per cento al 9 per cento in più rispetto al prezzo di tre anni fa. Una casa unifamiliare nel Queens è stata “sommersa da interesse” con 50 visite in una settimana.

Downtown Brooklyn

È boom per il mercato immobiliare a Downtown Brooklyn. Tutti i dati della ripresa a New York

A Downtown Brooklyn è boom per il mercato immobiliare. Tutti i dati della ripresa a New York

Il mercato immobiliare nel centro di Brooklyn, a Downtown, è in ripresa dopo che il COVID-19 ha messo in ginocchio il paese e l’economia. Le case nel quartiere sono aumentate di valore dai giorni più bui della pandemia, con prezzi medi in aumento del 79 per cento quest’anno rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, secondo uno studio di PropertyShark appena pubblicato.

I nostri clienti potevano quindi aggiudicarsi un appartamento per 765mila dollari tra aprile e giugno dello scorso anno, ma negli ultimi tre mesi il prezzo medio è salito alle stelle (a 1.368.000 dollari, secondo lo studio). Secondo il report, l’area di Downtown Brooklyn è passata addirittura dal 42° più costoso dei distretti al 13° più costoso della città in una sola stagione. Il fondatore e amministratore delegato di Columbus International, Richard Tayar, aveva già anticipato tutto nella intervista uscita a giugno su Economy. Lo studio rileva inoltre che fino a pochi mesi fa Hudson Yards era la zona più costosa della città, con prezzi medi delle case a 5.710.000 dollari.

Tribeca e Soho sono stati a lungo e saranno ancora per molto nelle prime posizioni dei mercati più di grido, mentre i quartieri di Manhattan hanno dominato la top ten poco prima della pandemia (e non retrocedono affatto). Dumbo è arrivato nono per parecchio tempo ed è stato il quartiere più costoso dei quartieri periferici, con un prezzo medio di una casa di 1.490.000 dollari. Se le cose cambieranno, succederà tutto in fretta. È il real estate di New York, bellezza!

Downtown

La fine dell’ufficio? Brooklyn risponde aprendo la più alta torre per impiegati a Downtown

La fine dell’ufficio? Brooklyn risponde aprendo la più alta torre per impiegati a Downtown

La torre per uffici più alta nel centro di Brooklyn apre ufficialmente i battenti. Sviluppato da JEMB Realty e progettato da FXCollaborative, One Willoughby Square si sviluppa su 34 piani. Abbreviata come 1WSQ, la torre è anche il primo nuovo edificio per uffici di classe A costruito nell’area dalla riqualificazione del centro di Brooklyn nel 2004.

“L’apertura di One Willoughby segna un enorme punto di svolta nella nostra ripresa”, afferma il sindaco Bill de Blasio. “Più di un anno fa, mentre la città chiudeva per salvare vite umane, potevamo solo sognare l’apertura di una nuovissima torre per uffici. One Willoughby mostra come la città può lavorare con successo in collaborazione con le comunità e il settore privato per creare posti di lavoro e favorire la ripresa di New York”.

L’edificio per uffici ha una hall con soffitti altissimi e di vetro, dal pavimento al soffitto. I servizi per gli inquilini includono una lounge, strutture per conferenze, uno spazio esterno comune, 250 posti per biciclette, spogliatoi e docce.  FXCollaborative prevede di trasferire 100 dipendenti da Manhattan a 1WSQ già a partire da questa estate.  Una scuola pubblica da 300 posti occuperà parte dei primi sei piani dello sviluppo e avrà un ingresso dedicato. Gli uffici si affacciano sul parco pubblico, Willoughby Square Park, un elemento chiave della riqualificazione del centro di Brooklyn proposta dal sindaco Michael Bloomberg quasi 20 anni fa.

I progetti precedenti, riporta 6sqft, prevedevano che il nuovo parco fosse costruito sopra un parcheggio ad alta tecnologia. Ma quando lo sviluppatore non è riuscito a ottenere il finanziamento, la città ha abbandonato il progetto. L’EDC ha poi annunciato che la divisione del capitale dell’agenzia avrebbe preso l’incarico senza un partner privato, abbandonando così la proposta di parcheggio sotterraneo. I piani per rinominare Willoughby Square come Abolitionist Place Park sono emersi per la prima volta due anni fa, in seguito alla nomina di Willoughby Street come Abolitionist Place nel 2007. Dopo che la Landmarks Preservation Commission ha designato la proprietà come punto di riferimento, la città ha acquistato il sito per 3.2 milioni di dollari. A seguito di un lungo dibattito tra funzionari della città e gruppi locali, il mese scorso il parco è stato ribattezzato Abolitionist Place. La costruzione del parco inizierà prima di settembre.

Foto via 1wsq

La rivincita di Brooklyn: Richard Tayar racconta ad Economy come si espande la nuova New York

La rivincita di Brooklyn: Richard Tayar racconta ad Economy come si espande la nuova New York

“Il Covid ha causato una spinta centrifuga della popolazione che ha scelto di abbandonare Manhattan. Per quanto possa essere bello vivere al quarantesimo piano di un grattacielo, passare il lockdown in 30 mq ha fatto fuggire le persone verso la Florida, il Connecticut o verso altre zone di New York, come Brooklyn”. Richard Tayar, amministratore unico e fondatore di Columbus International, ha una visione completa di quello che sta succedendo nella Grande Mela. E ha deciso di condividere il suo punto di vista con Economymagazine.it

Tayar, che cosa sta succedendo a New York?
Succede che già negli ultimi anni Brooklyn si era imposto come un mercato in forte crescita rispetto a una Manhattan un po’ più “ingessata”. Il primo slancio è arrivato dal riposizionamento di Williamsburg, delle zone limitrofe e perfino dell’entroterra del quartiere. Con il Covid, poi, è cresciuto ulteriormente l’interesse per Brooklyn, sia perché offre dei prezzi ridotti rispetto a Manhattan, sia perché ha maggiori spazi verdi che invece dall’altra parte dell’East River si concentrano solo a Central Park.

L’ampliamento dell’interesse riguarda anche altri quartieri o solo Brooklyn?
Per quanto riguarda il Queens c’è un certo fermento nella zona di Astoria: si tratta di un’area prevalentemente greca e italiana. Il Bronx stava iniziando a svilupparsi sull’onda della crescente gentrification. Si è passati infatti da Harlem al South Bronx. E tutto questo mentre si sviluppa una buona rete di commute.

Il calo di Manhattan è strutturale e destinato a durare nel tempo?
Ogni 8-10 anni il mercato si corregge, è una dinamica fisiologica. Però il Covid ha causato una spinta della popolazione fuori dalla città partendo dalla considerazione che vivere in 30 mq durante il lockdown, anche se con una bella vista, è stata un’esperienza particolarmente gravosa. Abbiamo assistito a un esodo verso la Florida, per motivi fiscali e perché le norme anti-Coronavirus sono state più “morbide”. E poi veso il Connecticut. Questo ha portato a un progressivo calo dei prezzi che già erano in discesa. Gli spazi a Manhattan, d’altronde, sono quelli che sono: o ci si può permettere abitazioni di un certo tipo, oppure gli appartamenti medi non sono certo spaziosi come le case italiane.

Questa flessione ha avuto effetti anche nel segmento lusso?
Sicuramente sì. La famosa townhouse appartenuta a Jeffrey Epstein era stata messa in vendita a 89 milioni e aggiudicata per circa 50 milioni. E questo non ha nulla a che fare con la storia del finanziere. Si tratta di una delle case più belle di Manhattan, posizionata sulla 71esima strada, un vero gioiello. Anche le nuove costruzioni stanno patendo: chi ha firmato i preliminari 34 anni fa può chiedere uno sconto (e spesso ottenerlo). In generale c’è una forte flessione dei prezzi a Tribeca e a Soho intorno al 10%, Midtown -14%. Upper West Side -21%. Questo non perché mancano i soldi, soprattutto nelle fasce di prezzo più elevate, ma perché è proprio cambiato il mercato.

Quanto vale oggi Manhattan e quanto Brooklyn?
La differenza si sta progressivamente assottigliando: a Manhattan (dati di aprile) il prezzo medio era di 1.254 dollari al piede quadrato, a Brooklyn siamo a 921. Abbiamo assistito a delle storture come la vendita per 238 milioni di un triplex all’interno di una torre. Ma era anche un immobile unico nel suo genere, difficilmente replicabile. E altrettanto difficilmente vedremo a breve prezzi del genere. A Brooklyn non arriveremo mai a quei livelli, anche se qualche celbrity si vede, come Sarah Jessica Parker e il marito Matthew Broderick.

Come stanno affrontando i costruttori questo calo di prezzi?
Per smaltire rapidamente gli appartamenti già realizzati offrono incentivi estremamente interessanti, come nel caso della copertura integrale delle spese condominiali per cinque anni.

Che supporto offre Columbus International?
Abbiamo iniziato nel 2006 come investitore real estate, poi ci siamo spostati verso l’intermediazione. Il nostro punto di forza è fare da ponte tra Italia e Usa. Inizialmente rivolgendoci a investitori italiani che volevano venire a New York e poi anche a Miami. Oggi invece abbiamo aperto anche alla possibilità di americani che vogliono venire in Toscana.

Gli italiani amano la Grande Mela?
Moltissimo. E il momento è propizio per fare ottimi affari: un appartamento tra la Quintae la 36esima viene venduto al 20% in meno del prezzo di acquisto originale. C’è però l’ostacolo della difficoltà di venire negli Stati Uniti. Per questo avere degli intermediari di fiducia come noi permette di arrivare a chiudere autentici affari d’oro. Siamo in un momento che probabilmente non si ripeterà chissà per quanto. Meglio approfittarne…

Columbus è in un momento particolare perché aggiunge una nuova “gamba” al suo business…
Sì, e questo perché diversamente da russi e cinesi, la clientela americana è rimasta una presenza costante in Italia e in Toscana in particolare. In questo momento stiamo lavorando sia a Firenze, sia nell’entroterra, dove sono richieste case coloniche di ampia metratura.

Intervista di Marco Scotti per Economy