La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

Ristorazione e immobiliare. Leonardo Maria Del Vecchio: l’ascesa gastronomica del quartogenito di Luxottica

Il peso specifico, o, se preferite, la potenza di fuoco, determina il successo nel mondo della ristorazione. Leonardo Maria Del Vecchio, figlio del precedente patron di Luxottica, sta emergendo come un protagonista nel settore, con tre locali già aperti a Brera, nel cuore di Milano. Con piani ambiziosi di crescita, l’obiettivo dichiarato è raggiungere un fatturato annuo di sedici milioni di euro. Del Vecchio Jr, attualmente Chief Strategy Officer per l’azienda di famiglia, amministratore delegato di Salmoiraghi e Viganò, e possessore del 78% della Triple Sea Food tramite la sua holding Lmdv Capital, sta plasmando un potenziale impero gastronomico. La cronologia degli eventi inizia nel settembre 2022 con l’apertura di Vesta, un ristorante specializzato in pesce. Pochi mesi dopo, ad aprile 2023, debutta Casa Fiori Chiari, a pochi passi dalla prima apertura. Il terzo capitolo è la Trattoria del Ciumbia, inaugurata giusto in tempo per le vacanze natalizie.

L’obiettivo di Del Vecchio è chiaro: trasformare il quartiere Brera in un polo di alta ristorazione, con un distretto capace di attirare il target desiderato, creando un’immagine distinta, analogamente a quanto fatto da altri settori, come la moda, nella città. Il ceo di Triple Sea Food, Davide Ciancio, spiega che la sfida è far comprendere che tre ristoranti di alto livello non si fanno concorrenza, ma espandono il mercato, creando un distretto attraente. Tuttavia, questo progetto ambizioso potrebbe essere solo un preludio alle future avventure di Del Vecchio nel mondo della ristorazione.

La società ha già suggerito l’apertura di due nuovi locali in altre città italiane, mantenendo segreti i loro nomi. Una volta completato questo passo, si prevede di espandersi nei poli turistici italiani e all’estero. Nonostante la scomparsa del padre poco prima dell’apertura milanese, Leonardo Maria Del Vecchio continua a progettare nel segno del genitore, manifestando il desiderio di sorprenderlo con il suo piatto preferito sulla tavola: la pasta con le vongole.

(Fonte: Dissapore)

Richard Tayar

Case di lusso, Milano regina degli immobili di pregio. Al via la corsa degli stranieri in Italia

Milano al top.

Il Corriere della Sera ha elaborato una classifica delle quotazioni più alte delle case in Italia, partendo dagli ultimi dati delle Entrate. Subito dopo Portofino, segue l’area tra il Duomo e il Quadrilatero a Milano. Anche se, come si legge, sono indicazioni da prendere con prudenza e che riguardano solo gli appartamenti, in classifica c’è una forte presenza di Milano – mercato caldissimo per i broker di Columbus International – e una molto più ridotta di Roma.

Secondo Ingrid Hallberg Nardilli, titolare di Hallberg, agenzia specializzata nel lusso, “Milano è dinamica e più internazionale. A comprare sono prevalentemente gli italiani, mentre gli stranieri preferiscono la locazione”. E ancora: in cima alle preferenze a Milano c’è Brera, dove però sono rare le case con le caratteristiche più ambite dal target di acquirenti. Grandi dimensioni e spazi luminosi. Rimane alta la domanda per le zone più prestigiose del Centro e per corso Magenta, la strada storica della borghesia milanese.

“Chi cerca una dimora di prestigio di solito la compra da ristrutturare: tutte le persone potenzialmente interessate ad acquistare arrivano con il loro architetto — spiega Hallberg Nardilli —. La casa è la proiezione di chi la abita e chi compra le vuole dare la propria impronta”. Il legame tra casa e proprietario gioca un ruolo decisivo anche nella valutazione immobiliare, sottolinea il Corriere. “Chi vende spesso ha aspettative di guadagno esagerate, anche perché dà all’abitazione un valore affettivo che il mercato non riconosce, e questo vale soprattutto per le abitazioni di pregio — conclude Hallberg Nardilli —. La casa può trovarsi anche in una zona di prestigio, ma se non ha le caratteristiche richieste da questa fascia di mercato e viene offerta a prezzo inadeguato rischia di rimanere a lungo in attesa di un acquirente. La responsabilità è in buona parte delle agenzie che assecondano aspettative non realistiche: se dovessi vendere casa mia chiederei di valutarla a un collega e non ne farei io il prezzo”.

Richard Tayar

A Milano vanno di moda le case extra-lusso. È boom di vendite con le agevolazioni. Ecco perché

Tenetevi pronti: i dati dicono che nel primo semestre del 2022 è stato toccato il +10% di compravendite. grazie ai vantaggi fiscali. I “paperoni” che scelgono la residenza in Italia pagano una cedolare di 100 mila euro l’anno e cercano grandi case agli ultimi piani. Il prezzo medio nel Quadrilatero della Moda: 13.550 euro al metro quadrato. Lo rivela il Corriere della Sera di Milano secondo cui, fatte le debite proporzioni, “gli stranieri che comprano le residenze extra-lusso nel centro di Milano sono non solo decisamente benestanti, ma molto spesso si tratta di top manager che hanno già casa nelle principali piazze finanziarie o nei paradisi fiscali in Europa e sono abituati a fare i conti con prezzi tra i 30-40mila euro al metro in città come Londra, Parigi, Montecarlo, mentre qui, anche nelle aree dove le quotazioni sono ai massimi, trovano da spendere decisamente meno”.

Gli stranieri che scelgono la residenza in Italia possono optare per un regime agevolato che consente di pagare una cedolare secca di 100mila euro all’anno, una cosa da poco dal punto di vista dei “paperoni” che cercano casa nei dintorni del Quadrilatero. Si calcola che 700 stranieri, con un patrimonio di almeno 30 milioni di euro, abbiano optato per questo regime fiscale nella penisola e per la massima parte le operazioni di acquisto hanno riguardato la città di Milano.

Sono notizie che ricava il Corriere dalla società di servizi Vincenzo Monti Prestige. Dall’analisi emerge inoltre che “le vendite di immobili top a stranieri sono aumentate del 10 per cento nei primi sei mesi del 2022 e che — nonostante la vulgata che descrive come operatori compulsivi del mattone le star del calcio — per la gran parte i rogiti sono sottoscritti da imprenditori, che in oltre la metà dei casi puntano su una casa già riqualificata”. Solo uno su sette si accontenta di un immobile ancora da ristrutturare, mentre le residenze solo parzialmente ammodernate conquistano il favore di un acquirente su dieci.

“Gli stranieri – si legge nel report – che comprano casa a Milano sono soprattutto alla ricerca di grandi appartamenti agli ultimi piani, almeno di 200-250 metri quadrati, con ampi terrazzi e spazi aperti”. I quartieri più richiesti? Il Quadrilatero della Moda, la zona di Brera, l’area di via Venti Settembre e corso Magenta, ma anche Porta Nuova e Citylife. Le maggiori richieste, rileva lo studio, arrivano dagli Stati Uniti con una quota del 26 per cento sul totale della domanda, dal Regno Unito (16) e dalla Germania (13); seguono svizzeri, francesi, canadesi, belgi, israeliani e olandesi, tutti con percentuali comprese fra il 2 e il 6 per cento.

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La ripresa del mercato immobiliare fa rima con la vendita di tre dimore superlusso a Milano

È un nuovo inizio per il mercato immobiliare in Italia. Sono sempre più in crescita i prezzi degli immobili e il numero di compravendite. E le proprietà di pregio sembrano dare nuova linfa vitale al real estate grazie alla vendita esclusiva di tre dimore di superlusso a Milano, da tempo senza acquirenti.

Come riporta Milano Città Stato, tre sono i casi record da segnalare: un appartamento in Brera da 7,5 milioni di euro, un attico e superattico da 8 milioni di euro in Porta Venezia e Villa Mondadori, 2.000 mq da “sogno” in stile Liberty dal valore di 22 milioni di euro. L’appartamento di Brera era stato scelto dallo Studio durante le riprese del film House of Gucci di Ridley Scott come soggiorno per il regista, mentre l’attico (interamente vetrato) a Porta Venezia si estende su una superficie di 750 mq con 250 mq di terrazze e panoramica su tutta la città.

Infine, la villa in stile Liberty in via Venti Settembre, angolo via Tamburini, è stata progettata dall’architetto Steno Sioli Legnani per l’imprenditore tessile Pasquale Crespi nel 1897. Vanta 15 camere, 15 bagni, ampi saloni, spa con palestra completa, sala cinema, bar e terrazzi.

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Caccia all’investimento: vi sveliamo quali sono i quartieri d’oro nella città di Milano

Caccia all’investimento: vi sveliamo quali sono i quartieri d’oro nella città di Milano

La caccia all’oro è partita. Lo annuncia Repubblica in un reportage sulla rincorsa del mercato immobiliare di Milano. Appuntamenti cancellati nel giro di qualche ora: “Ci dispiace, l’immobile in San Luigi è stato già venduto”. Come quei 90 metri quadrati con terrazzo tra Porta Venezia e Stazione Centrale che hanno trovato un nuovo proprietario in un giorno. E senza neanche bisogno di attaccare un cartello sul portone. Perché tanto ormai molti appartamenti viaggiano invisibili ai radar degli annunci e, in alcuni quartieri, ci sono agenzie che hanno la coda di richieste, basta attingere lì per chiudere l’affare. Lo rivela un servizio di Alessia Gallione in un perfetto punto di incontro con la realtà immobiliare che i nostri broker conoscono a menadito sul territorio italiano.

Non solo. Se da un lato c’è la conferma che le zone centrali comprese tra Brera, il Quadrilatero e corso Magenta hanno prezzi che superano i 16mila euro al metro quadro, con un aumento medio di oltre il 26 per cento negli ultimi 5 anni, dall’altro c’è quella che Immobiliare.it definisce “la riscossa della periferia”, che nello stesso periodo di tempo ha visto rincari fino al 50 per cento come nel caso del Vigentino. È il report ufficiale tratto dal bollettino Fimaa, analizzato dal Corriere.it, che ha messo a confronto il costo del mattone a Milano nel 2016 e quello nel 2021.

I dettagli:

Il Vigentino, nella porzione tra viale Ortles e via Cermenate, è l’area che ha conseguito la maggiore rivalutazione immobiliare negli ultimi cinque anni: le abitazioni nuove hanno registrato un balzo del 50 per cento, quelle usate ma in buono stato oggi costano il 37,5 per cento in più del 2016. Al secondo posto, sempre per quanto riguarda le case nuove (gli edifici ristrutturati a nuovo) la zona Parco-Castello, con 47,3 per cento, dato che per l’usato sale al 50,7 per cento. Terza piazza per Gratosoglio –Missaglia, con +45 per cento per il nuovo e +36,7 per cento per l’usato. Quarto posto per Fiera Sempione (rispettivamente +42,2 per cento e +50,7 per cento), che precede Washington-Po-Vesuvio (+41,4 e +41,5 per cento).

La graduatoria dei prezzi trova in testa il Quadrilatero, con punte di 16.400 euro al metro, ma – sostiene Gino Pagliuca del Corriere – si tratta anche dell’area che registra la rivalutazione minima, almeno secondo i dati su cui qui ragioniamo: solo +3,3 per cento per il ristrutturato a nuovo. Va detto che nelle zone più in voga (Quadrilatero, Brera, Magenta, corso Venezia) le transazioni per gli immobili passano spesso per una sorta di mercato parallelo del passaparola a quotazioni stellari mentre quello che va sul mercato per così dire pubblico spesso non ha caratteristiche di esclusività coerenti con le richieste di prezzo. Il nuovo ha registrato nel quinquennio un aumento medio del 26,9 per cento, l’usato in buono stato del 25,2 per cento.

Commentando i dati Enzo Albanese, presidente di Fimaa Milano Monza Brianza, spiega: “La novità più interessante sul mercato milanese è che negli ultimi anni è venuta meno quella sorta di barriera rappresentata dalla Circonvallazione della 90-91, portando a un aumento della richiesta di case nuove nelle aree che un tempo si definivano di periferia, anche se ovviamente la presenza di servizi è ancora una forte discriminante tra quartiere e quartiere. Nelle aree più centrali c’è solo la possibilità di riqualificare edifici e di fare piccole costruzioni, certo non si potranno replicare Porta Nuova o Citylife e non c’è nemmeno una domanda così ampia di case costose. Nelle aree più decentrate invece sono ancora possibili interventi di vera e propria rigenerazione urbana, con complessi di grandi dimensioni che apportano valore a tutto il quartiere, e a costi inferiori a 5mila euro al metro”.

Richard Tayar

Brera Design Week: al Fuorisalone la “Milano da abitare” che sfida il futuro dell’immobiliare

Brera Design Week: al Fuorisalone la “Milano da abitare” che sfida il futuro dell’immobiliare

Una Design Week personale e di svolta quella che si terrà a Brera dal 4 al 10 settembre, sotto il segno del tema “Forme dell’Abitare” proposto da Fuorisalone, un’occasione di confronto sulle rinnovate esigenze abitative, al tempo di una pandemia che sta ancora cambiando i concetti di spazio e di mercato immobiliare.

È in questo contesto che prende il via un’edizione-simbolo della ripartenza e del rilancio degli eventi diffusi in città, con protagonisti design e creatività. Le vie e piazze del distretto di Brera (Milano), ricche di storia e grande bellezza, tornano dopo il break estivo ad animarsi di appuntamenti, mostre e installazioni. Online e offline non rappresentano più dimensioni opposte, ma trovano una convergenza grazie all’esperienza maturata durante le precedenti edizioni in formato digitale. Quella di settembre, si legge nel comunicato ufficiale, sarà un’edizione proiettata verso le sfide del futuro, nella direzione dell’inclusione e della condivisione, e che punta a confermare la città di Milano come riferimento internazionale per il comparto arredo e design.

“L’edizione di settembre del Fuorisalone rappresenta un traguardo ancora più sfidante per tutti gli operatori, le imprese, le Associazioni e le Istituzioni che insieme, dopo questa lunga pausa dovuta all’emergenza COVID, sono impegnate a riaffermare il ruolo di Milano quale primario luogo di riferimento internazionale per il design e la cultura del progetto”. Così l’Assessora alle Politiche del lavoro, Attività produttive, Moda e Design Cristina Tajani, che prosegue: “Confidiamo che l’impegno profuso dalle imprese che con coraggio partecipano a questa inusuale edizione, sia apprezzato dal pubblico e dagli addetti ai lavori. In quest’ottica abbiamo scelto, come Amministrazione, di concedere gratuitamente gli spazi pubblici per gli eventi a valenza culturale, al fine di incentivare il più possibile la partecipazione a questa edizione che può rappresentare il primo passo per far ritrovare alla città la sua attrattiva internazionale”.