Gruppo LEGO e Percassi ridefiniscono lo spazio immobiliare di Milano e Firenze. Gli ultimi trend del real estate

Il panorama immobiliare italiano è destinato a un’impetuosa evoluzione, catalizzata dall’alleanza strategica tra il Gruppo LEGO e Percassi, pronti a inaugurare il loro ultimo exploit nel cuore di Milano.

Il 29 marzo segna un momento da non perdere con l’apertura del 26° LEGO Certified Store, situato in Via Dante 4, un’incantevole oasi di creatività abbracciata dal vibrante centro della città. L’inaugurazione sarà ancorata da un evento senza precedenti: di fronte allo store, in Piazza Cordusio, sorge un monumentale uovo LEGO, alto 4 metri e con un peso di 1.200 kg, un’installazione affascinante destinata a incantare i passanti.

Matteo Morandi, CEO di Percassi Retail, condivide l’entusiasmo per questa avventura, sottolineando l’importanza di posizionare questo iconico store nel cuore pulsante di Milano, rinomata come “la strada nuova di Milano”, e destinata a diventare un faro di creatività per tutti gli appassionati di mattoncini LEGO. Rossana Mastrosimini, Channel Director LEGO Certified Stores West Europe, rafforza questo entusiasmo, celebrando l’espansione della presenza LEGO in Italia e la continua innovazione nel concept retail. Il nuovo flagship store unisce sapientemente elementi digitali e fisici, offrendo un’esperienza ‘immersiva’ che incanterà sia giovani che adulti.

Mentre Milano si prepara ad accogliere questa new entry nel retail, l’attenzione sul mercato immobiliare rimane vivace, soprattutto in un contesto di mutui in declino del 40%. Tuttavia, il segmento luxury del real estate brilla come un faro di stabilità in mezzo alle incertezze, rappresentando solo una piccola frazione del mercato totale ma contribuendo significativamente al suo valore complessivo. Secondo l’Osservatorio del Mercato Immobiliare del Lusso in Italia 2023, Milano primeggia come centro di gravità per il segmento del lusso, con uno stock di oltre 6 miliardi di euro, rappresentando il 13% del totale nazionale. Un dato che rimane sorprendente considerando la solidità e la costanza del settore, con il 99% dello stock composto da appartamenti, riflettendo una domanda costante e una crescita sostenuta.

Questa tendenza ascendente non è sfuggita nemmeno al colosso dei mattoncini, che nel 2022 ha già fatto il proprio ingresso a Firenze, riconvertendo gli spazi precedentemente occupati dallo store Disney. In collaborazione con Percassi, questo nuovo emporio LEGO introduce un’innovazione senza precedenti: il “Mosaic Maker”. I clienti hanno ora la possibilità di creare ritratti personalizzati utilizzando esclusivamente mattoncini LEGO, tramite un processo che trasforma una foto in un set di 4.500 pezzi, rendendo il ricordo tangibile e unico. In un contesto di continua trasformazione, il Gruppo LEGO e Percassi si ergono come piccoli grandi pionieri, ridefinendo non solo il panorama retail, ma anche lo spazio immobiliare, intessendo un tessuto urbano sempre più vibrante e creativo per le generazioni future.

Immagine tratta da LEGO Store

Quartieri Milano

Il progetto di rigenerazione urbana di Nhood promette di trasformare Piazzale Loreto a Milano (Il Sole 24 Ore)

Carlo Masseroli, CEO di Nhood Italia, esprime la sua visione riguardo a piazzale Loreto, a Milano, sottolineando le potenzialità del luogo e le sfide legate alla generazione di percorsi commerciali in contesti meno centrali e più complessi. Parlando con il Sole24Ore, Masseroli illustra il progetto “Loc-Loreto Open Community”, vincitore del bando Reinventing Cities indetto dal Comune di Milano nel 2021 e attualmente in fase di cantierizzazione per riqualificare piazzale Loreto. Il successo di tale iniziativa, spiega Masseroli, risiede nel rapporto sinergico tra settore pubblico e privato, fondamentale per una rigenerazione urbana e immobiliare efficace. Masseroli evidenzia l’importanza strategica di piazzale Loreto a Milano, frequentato da una considerevole quantità di persone che utilizzano la metropolitana e dagli abitanti della zona densamente popolata circostante. Tuttavia, il percorso commerciale lungo corso Buenos Aires verso piazzale Loreto risulta attualmente poco sviluppato.

L’obiettivo del progetto è trasformare questo luogo in una destinazione, coinvolgendo vari brand di mercato per avviare i lavori entro maggio. Il piano prevede l’installazione di punti vendita di diverse dimensioni per soddisfare le esigenze di chi è di passaggio e della comunità locale. Un aspetto innovativo del progetto è la gestione della piazza come punto di riferimento per il territorio, un modello finora assente a Milano ma presente in altre città. Masseroli vede questa iniziativa non solo come una sfida locale, ma anche come un’opportunità per sperimentare e successivamente esportare il modello adottato.

Diversamente dai tentativi passati con i distretti commerciali, il progetto mira a creare un valore collettivo superiore alla somma delle singole attività commerciali. Tuttavia, le complessità burocratiche hanno rappresentato un ostacolo al successo di tali iniziative. Il modello proposto potrebbe essere replicato in altre piazze poco animate, soprattutto quelle vicine alle fermate della metropolitana, per stimolare l’attrattività e la diffusione del commercio al dettaglio, generando valore aggiunto per gli spazi circostanti.

Il progetto presenta anche un vantaggioso rapporto economico-sociale (Sroi), stimando che ogni euro investito generi un valore pari a quattro euro. Gli affitti degli spazi commerciali nei pressi di corso Buenos Aires, vicino a piazzale Loreto, si attestano tra 1.000 e 2.000 euro al metro quadrato all’anno, e il progetto prevede la distribuzione di spazi commerciali su una superficie complessiva di 8.000 metri quadrati. Questo modello, radicato soprattutto nel mondo anglosassone, in cui i distretti commerciali sono gestiti privatamente, trova attuazione anche altrove. Nhood sta attualmente implementando un progetto simile in Spagna, confermando il potenziale internazionale di questa innovativa strategia di rigenerazione urbana e commerciale.

Milano

Milano: ecco chi acquista case di lusso oltre i 3 milioni di euro (e perché aumentano i prezzi anche in periferia)

Un recente rapporto immobiliare, il “Wealth Report 2024” dedicato a Milano e curato da Knight Frank, un network internazionale specializzato nell’intermediazione di immobili di prestigio, ha rivelato un interessante fenomeno: l’ascesa dei valori immobiliari nei quartieri di lusso come Porta Nuova sta influenzando direttamente i prezzi anche in aree tradizionalmente meno centrali come Quarto Oggiaro. Sebbene il rapporto non menzioni esplicitamente questi quartieri, evidenzia il notevole impatto che la forte domanda da parte degli stranieri nei quartieri di fascia alta ha avuto sulla crescita dei prezzi immobiliari a Milano negli ultimi anni.

Inizialmente potrebbe sembrare sorprendente, considerando che lo studio si concentra sugli Uhnwi, ovvero coloro con un reddito netto eccezionalmente alto (generalmente superiore a 30 milioni di euro), un segmento di acquirenti piuttosto esclusivo. Tuttavia, sia il rapporto di Knight Frank che l’Osservatorio di Tirelli & Partner confermano che gli acquirenti principali di immobili di lusso a Milano sono proprio questi individui ad altissimo reddito, molti dei quali stranieri. La scelta di Milano come meta per attività commerciali di alto livello nel Paese è ben nota, mentre coloro che cercano un luogo tranquillo per la pensione o le vacanze tendono a preferire regioni come la Toscana o la Sardegna.

Ma cosa rende Milano così attraente per gli investimenti immobiliari di lusso? Christian Dominici, un commercialista milanese, ha spiegato che oltre al suo status di importante centro finanziario internazionale, Milano offre anche una qualità della vita elevata, con una vivace scena culturale e una gastronomia di alto livello. Dal punto di vista degli investimenti immobiliari, Milano si distingue come l’unica città italiana in grado di garantire una stabilità nei valori nel tempo. Mentre una villa in Sardegna potrebbe non mantenere il suo valore in modo significativo nel tempo, una proprietà di lusso a Brera o in Corso Magenta offre prospettive di guadagno più concrete nel lungo periodo. Un fattore chiave che ha contribuito all’attrattività di Milano per gli Uhnwi è il favorevole regime fiscale offerto dalla legislazione italiana. Coloro che trasferiscono la propria residenza in Italia possono beneficiare di una tassazione agevolata di 100.000 euro all’anno, con ulteriori 25.000 euro per ogni membro aggiuntivo del nucleo familiare, evitando così altre imposte sui redditi esteri nei paesi con i quali l’Italia ha accordi contro le doppie imposizioni. Questa agevolazione fiscale ha portato a un aumento significativo di individui, compresi sportivi di alto livello, che scelgono Milano come loro residenza fiscale. Anche gli stranieri con redditi più modesti trovano vantaggioso investire in immobili a Milano grazie ai generosi bonus fiscali offerti per la ristrutturazione e l’efficientamento energetico delle abitazioni.

Le statistiche dell’anagrafe cittadina evidenziano la presenza significativa di cittadini stranieri ad alto reddito a Milano, provenienti principalmente da Francia, Germania, Regno Unito, Stati Uniti, Svizzera e Giappone, molti dei quali scelgono di risiedere nei quartieri centrali della città. Questi dati confermano il ruolo sempre più centrale di Milano nel panorama degli investimenti immobiliari di lusso a livello internazionale.

Fonte: Corriere Milano

Ponte Vecchio Firenze

Opportunità di affitto in crescita. Da Milano a Firenze, è il momento ideale per investire in Italia (Immobiliare.it)

I costi dell’affitto nelle principali città italiane sono diventati così elevati da escludere sia individui che famiglie con un solo reddito. È interessante notare che non è Milano, ma Firenze, ad emergere come la città meno accessibile per coloro che cercano un bilocale in affitto. E questo la rende un ottimo asset se state cercando un investimento immobiliare sicuro.

Secondo le analisi di Immobiliare.it, l’importo mensile medio che una persona dovrebbe destinare all’affitto – non superiore al 30% del proprio reddito netto – è stato confrontato con l’effettivo affitto medio richiesto per un bilocale nei principali centri urbani. A Firenze, ad esempio, l’affitto mensile medio per un bilocale si attesta sui 1.066 euro, ma il budget medio disponibile per un singolo individuo a malapena supera i 480 euro. Sorprendentemente, solo lo 0,5% dei bilocali presenti sul mercato è accessibile ai singoli affittuari.

A stretto giro c’è Napoli, dove l’affitto mensile medio raggiunge gli 850 euro, ma dato il reddito medio un singolo individuo può permettersi solo circa 415 euro, meno della metà dell’importo richiesto. Di conseguenza, il tasso di accessibilità scende al di sotto dell’1%. Milano vanta i canoni d’affitto più elevati tra le città prese in esame, con affitti che superano i 1.320 euro al mese per un bilocale, mentre il budget disponibile per un singolo individuo, pari a 650 euro, è significativamente insufficiente.

Una situazione simile si presenta a Venezia, dove nonostante un affitto mensile medio di circa 880 euro, un singolo individuo può permettersi solo 430 euro, meno della metà dell’importo richiesto. Inoltre, mentre a Milano solo lo 0,8% dei bilocali in offerta è accessibile ai singoli affittuari, la situazione a Venezia è ancora più “grave”, con nessuna opzione accessibile disponibile. Anche i singoli individui affrontano condizioni di affitto difficili a Bari e Bologna. A Bari, dove l’affitto per un bilocale è aumentato di quasi 200 euro al mese nell’ultimo anno, raggiungendo gli 800 euro, lo stipendio medio non è sufficiente, oscillando intorno ai 430 euro. Nel caso di Bologna, invece, l’affitto medio si attesta sui 925 euro al mese, superando di molto i 510 euro che una persona potrebbe realisticamente pagare. A Roma, c’è una disparità evidente tra l’affitto richiesto dai proprietari e il budget disponibile per gli affittuari, con un divario superiore al 70%. I proprietari richiedono un affitto medio mensile di 890 euro, mentre il budget di un singolo individuo si attesta a malapena sui 520 euro. Verona ha una situazione leggermente migliore, con un affitto mensile medio di 770 euro, più vicino al budget di circa 480 euro che un residente può destinare all’affitto.

Nelle due principali città siciliane, Palermo e Catania, il divario tra l’affitto richiesto dai proprietari e il budget dei singoli affittuari si aggira intorno al 45%. In entrambe le città, infatti, l’affitto mensile supera di poco i 580 euro, mentre i singoli affittuari possono permettersi solo circa 400 euro. Nei comuni come Torino e Genova, dove il budget disponibile per l’affitto di un bilocale si avvicina al canone richiesto, la situazione è più equilibrata. A Torino, l’affitto mensile medio supera di poco i 600 euro, mentre il budget medio mensile di un singolo individuo si avvicina ai 500 euro. Analogamente, a Genova, la differenza tra l’affitto mensile medio di 550 euro e le risorse personali di 450 euro è più stretta. Da notare che Genova resta la città con la maggiore accessibilità ai bilocali per i singoli affittuari, con il 38% delle opzioni disponibili.

Antonio Intini, Chief Business Development Officer di Immobiliare.it, ha commentato: “L’analisi rivela che il mercato dell’affitto nelle nostre principali città offre poche opzioni sostenibili per coloro che hanno un solo reddito. Nella maggior parte dei casi, i singoli individui devono destinare almeno il 50% in più rispetto al budget considerato sostenibile per l’affitto, se non addirittura il doppio. Considerando il potenziale per ulteriori aumenti degli affitti, è imperativo riflettere sul futuro dei nostri principali centri urbani, che stanno diventando sempre meno accessibili alle nuove generazioni, costrette a cercare soluzioni abitative nelle periferie e potenzialmente indebolendo il tessuto socio-economico delle città.”

Fonte: Monitor Immobiliare

Un affare milionario: Campari acquista da Bnp sede a Milano. Tutte le ultime informazioni qui (fonte: Sole24Ore)

Un’operazione che rimette in gioco il mercato immobiliare di Milano, in calo dall’inizio dell’anno. La transazione in questione vede come protagonisti Campari, nel ruolo di acquirente, e Bnp Paribas Reim, società di gestione degli investimenti specializzata nell’immobiliare e parte del Gruppo Bnp Paribas, come venditore. La società immobiliare ha ceduto, per conto di un fondo immobiliare gestito, un edificio ad uso uffici situato in corso Europa 2, a pochi passi dal Duomo di Milano.

Qui Campari stabilirà il proprio quartier generale. La transazione è stata completata per una cifra di circa 110 milioni di euro, a cui si aggiungono i costi di ristrutturazione. L’edificio si estende su una superficie complessiva di circa 10.000 metri quadrati, distribuiti su nove piani fuori terra e quattro piani interrati. L’edificio si affaccia sia su corso Europa sia su via Larga. Dopo la vendita, l’edificio sarà sottoposto a lavori di ristrutturazione e modernizzazione da parte dell’acquirente, poiché attualmente è diviso in spazi precedentemente affittati a vari inquilini italiani e internazionali. Molti di loro hanno già lasciato lo stabile, inclusa la filiale di Bpm, e presto seguiranno Commerzbank e il negozio Molteni.

Nascerà così il nuovo quartier generale dove Campari Group si trasferirà nel 2027, come dichiarato dalla società. Attualmente, la sede di Campari si trova a Sesto San Giovanni, in un complesso progettato dall’architetto Mario Botta e inaugurato nel 2009. Tornando all’edificio in corso Europa, è stato acquistato nel 2016 dalla società immobiliare del gruppo bancario tramite il fondo Fundamenta, pagato all’epoca 91 milioni di euro. A vendere l’asset era stata la famiglia Borromeo, assistita nell’operazione da JLL Italia.

I Borromeo rimangono attivi nel settore immobiliare anche attraverso Merope Asset Management, società di investimento e sviluppo immobiliare fondata e guidata da Pietro Croce, di cui detengono il 10%. “La vendita dell’asset in corso Europa a una società internazionale e prestigiosa come Campari testimonia quanto Bnp Paribas Reim sia in grado di proporre soluzioni di altissimo livello nella gestione attiva degli investimenti immobiliari”, ha commentato Vincenzo Nocerino, CEO di Bnp Paribas Reim Italy al Sole24Ore. “Dimostra l’interesse per un edificio con solidi fondamentali e situato in una posizione strategica nel centro di Milano, cuore pulsante di una metropoli sempre più orientata verso l’Europa, caratteristiche essenziali per un immobile destinato a ospitare il quartier generale di un grande gruppo”.

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

Lusso e real estate, Milano nella top 30 dei mercati resilienti (Savills World Cities Prime Residential Index)

Il mercato residenziale di lusso a Milano sta attraversando un periodo di mutevoli dinamiche, secondo il recente rapporto del Savills World Cities Prime Residential Index. Nel 2024, le previsioni indicano una crescita media dei prezzi degli immobili di lusso dello 0,6%, segnando una moderata diminuzione rispetto al +2,2% registrato nel 2023. Milano emerge nella classifica, collocandosi al 13° posto dei 30 maggiori mercati residenziali di lusso globali. Per quanto riguarda la classifica europea, sale al 4° posto, segno della crescente domanda e dell’appeal internazionale della metropoli italiana. «Nonostante le preoccupazioni legate all’aumento dei tassi di interesse e la conseguente maggiore sensibilità ai prezzi – ha fatto sapere Danilo Orlando, Head of Residential di Savills in Italia -, gli acquirenti con maggiore disponibilità finanziaria continuano ad acquistare proprietà nel segmento prime a Milano. E, in questa direzione, vi è stata un’impennata anche nel mercato degli affitti di lusso. La città continua ad attrarre il capitale a livello mondiale, grazie alla sua vivibilità, allo stile di vita e anche al minor costo di acquisto rispetto alle più importanti capitali mondiali».

Milano ha registrato valori in crescita nell’ultimo anno, e il trend è destinato a persistere nel 2024. La discrepanza tra domanda e offerta di prodotti prime e nuovi sviluppi continua a sostenere una crescita più moderata dei prezzi. Spostandoci nel panorama internazionale, Sydney e Dubai hanno le migliori previsioni per il 2024. Entrambe dovrebbero infatti trarre vantaggio dall’aumento della popolazione ad alto reddito, gli High Net Worth Individuals (Hnwi). Sydney, con una domanda di residenze di pregio che supera l’offerta, potrebbe vedere un aumento significativo dei prezzi nell’ordine dell’8%-9,9%. Nel caso di Dubai, che ha già sperimentato un aumento del 17,4% nel 2023, si prevede che la crescita rallenti leggermente nel 2024. «Di fronte alla continua incertezza economica – ha dichiarato Kelcie Sellers, associate di Savills World Research -, i mercati residenziali prime hanno registrato variazioni contenute nel 2023, dopo due anni di crescita significativa. Si prevede che l’incremento rallenti ulteriormente nel 2024, quando i mercati torneranno a condizioni più normali, ma si rimarrà in territorio positivo».

Nonostante la crescita complessiva dei prezzi, alcune delle principali città globali, come Los Angeles, New York, San Francisco, Seoul, Londra, Singapore e Hong Kong, sono proiettate a sperimentare un calo nel 2024. Questo è attribuito all’indebolimento del clima di fiducia, all’aumento dei tassi d’interesse e al difficile contesto economico. Il contesto macroeconomico incerto e le prospettive di tassi d’interesse più elevati potrebbero influenzare il sentiment degli acquirenti e dei venditori nel settore residenziale di lusso a Milano. Tuttavia, il mercato prime sembra meno suscettibile alle difficoltà di accesso al credito rispetto al mercato residenziale nel suo complesso. «Ci aspettiamo che il 2024 sarà un anno interessante nel panorama del mercato residenziale a Milano – conclude Sellers -. Il potenziale taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, a metà o alla fine del 2024, potrebbe sostenere ulteriormente il mercato».

Fonte: Sole 24 Ore

Il mercato immobiliare in Lombardia

Case di lusso, Milano è la città più cara. Il mercato senza crisi porta le compravendite in aumento del 9%

Le transazioni immobiliari nel settore delle case di lusso stanno vivendo un incremento del 9%, con una domanda che supera l’offerta, secondo il report dell’Ufficio Studi Gabetti basato sui dati forniti da Santandrea Luxury Houses & Top Properties, specializzato nell’analisi del mercato immobiliare di prestigio. Gli acquirenti stranieri rappresentano il 70%, mentre il restante 30% è di nazionalità italiana.

Nella maggior parte dei casi, l’acquisto è motivato dall’utilizzo esclusivo, che può riguardare sia la residenza principale che una seconda casa. La fascia d’età media degli acquirenti varia dai 45 ai 70 anni per immobili dal costo minimo di un milione di euro, il cui mantenimento può risultare oneroso. Le caratteristiche più richieste includono piani alti e terrazze, seguiti dai box auto. Milano emerge come la città più costosa, con un aumento medio dei prezzi del 1,4% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Nel quartiere di Brera, il prezzo medio al metro quadro supera gli 11.000 euro, mentre nel quadrilatero si attesta sui 12.300 euro.

A Roma, la domanda si concentra nei quartieri Prati e Salario-Trieste, con prezzi medi di circa 6.000 euro al metro quadro per immobili nuovi o ristrutturati. Nel centro storico della capitale, la media supera i 10.000 euro al metro quadro. A Firenze, le zone più costose sono centrali, come i Lungarni, dove il costo medio di una nuova costruzione o ristrutturazione si attesta sui 6.200 euro al metro quadro. Genova registra un aumento dei prezzi in tutte le zone, eccetto che nella zona di Quarto/Quinto. A Napoli, i prezzi rimangono sostanzialmente stabili, mentre il numero di compravendite mostra una lieve diminuzione. Anche a Torino, i prezzi si mantengono stabili, sebbene la domanda di acquisto vari in base ai quartieri.