New York è il posto più costoso d’America, il real estate si scatena
New York è il posto più costoso d’America. L’inizio della pandemia aveva portato ad una serie di previsioni disastrose sul futuro di New York e del suo mercato immobiliare. Si prevedeva che il costo della vita in città sarebbe crollato drasticamente. Ma, già. a partire dall’inizio del 2021, è subito stato chiaro che New York è di un’altra pasta. Nessuno avrebbe però ipotizzato che, nel giro di breve tempo, riuscisse a detronizzare il polo tecnologico di San Francisco come “posto più costoso in cui vivere”.
Il prezzo medio di un appartamento con una camera da letto a New York è di 2.810 dollari, appena leggermente sopra la media di 2.800 di San Francisco. I dati sono pubblicati in un rapporto nazionale sugli affitti del sito web immobiliare Zumper. La scorsa estate gli affitti sono andati al di sopra dei livelli pre-Covid per un certo numero di quartieri molto richiesti a New York City. Secondo un rapporto di mercato di StreetEasy pubblicato all’inizio di questa estate, l’affitto di Manhattan, che ha visto il calo più drammatico durante la pandemia, ha toccato un aumento di 60 dollari, arrivando a 2.860 dollari, mentre gli affitti di Brooklyn e Queens hanno incrementato rispettivamente di 49 e 50 dollari i loro standard, raggiungendo 2.449 e 2.100 dollari, rispettivamente.
San Francisco, d’altra parte, ha subìto un forte calo della popolazione (1,7% per l’esattezza) durante la pandemia, da cui non si è completamente ripresa, impedendo agli affitti di tornare o salire sopra i livelli pre-Covid. Migliaia di inquilini, nel frattempo, stanno ancora lottando per pagare l’affitto e gli sgravi per l’affitto non sono stati distribuiti a un numero significativo di richiedenti, un ritardo che il governatore Katchy Hochul si è recentemente impegnato a correggere.
Secondo Nancy Wu, un’economista di StreetEasy che ha parlato con Gothamist, l’aumento dei prezzi degli affitti non è il riflesso di un’economia in ripresa, ma soprattutto di un trend di proprietari che cercano di “recuperare il tempo e il denaro persi durante la pausa della pandemia, aumentando i prezzi e non facendo più sconti”.