Miami il futuro del retail

Il futuro del retail a Miami: vantaggi fiscali e rinnovata energia trainano il settore immobiliare

Miami il futuro del retail: vantaggi fiscali e rinnovata energia trainano il settore immobiliare

Per Miami la crisi nel real estate non esiste. A un anno dalla pandemia, il mercato sta assistendo ad un aumento dell’attività nel settore delle vendite residenziali con un interesse crescente, da parte delle aziende, ad avere una presenza in Florida. Se e quanto a lungo quest’onda di ottimismo ed energia durerà non è possibile pronosticarlo, ma quattro leader del settore locale hanno condiviso con remiamibeach.com idee e consigli su cosa ci aspetta per l’immobiliare commerciale e il commercio al dettaglio a Miami Beach.

Secondo Neisen Kasdin, socio amministratore dell’ufficio di Miami di Akerman LLP, ed ex sindaco di Miami Beach, sostiene che “se si guarda, ad esempio, alle vendite di case e condomini superiori a 10 milioni di dollari, praticamente tutti risiedono a Miami Beach, Surfside, Bal Harbour, Sunny Isles, Golden Beach e così via. Dove si sta concentrando la maggior parte della ricchezza”. Le comunità costiere nella parte nord-orientale della contea sono molto forti nel real estate e contribuiscono a progetti di sviluppo orientati a persone con un patrimonio elevato. Prosegue Kaskin: “Penso che molto di questo porterà allo sviluppo di prodotti e servizi per ufficio in mercati che prima non erano sorti con lo stesso intento ma sono vicini a dove circola denaro e ricambio, inclusi Miami Beach, Coconut Grove, forse Bay Harbor Islands, il Design District… Le aziende più grandi, credo, inizieranno a popolare gli uffici in centro”.

Per David Berg, partner di Infinity real estate, “il mercato immobiliare commerciale è molto ben posizionato e sta prosperando a causa della domanda dei consumatori che si è davvero evoluta durante la pandemia”. Il Coronavirus è stata una medaglia a due faccia, sostiene: “Miami il futuro del retail, a fronte di una grande domanda residenziale per vivere nel sud della Florida, è diventato ancora più fiorente”.

Secondo Christina Cuervo, Executive Director di Mast Capital, “rinnovata energia e interesse a Miami Beach contribuiranno, nei prossimi mesi, a promuovere un ambiente che invita a investire, affinché le imprese stabiliscano e operino in un ambiente favorevole alle imprese”. Cuervo, che dice di avere “parecchio business in circolo, da Lincoln Road a South of Fifth”, aggiunge: “Questo livello di interesse e rinnovato entusiasmo a Miami Beach ispirerà anche altre aree del Paese”.

Conclude Lyle Stern, presidente di Koniver Stern Group e membro del board del Lincoln Road Business Improvement District: “Lo scenario è incoraggiante. Nuovi ristoratori aprono nuove locations e penso che questo ispirerà altri ristoratori a Miami, fino a rendere alcuni quartieri ancora più appetibili, come Lincoln Road, a sud della Quinta, il Design District, e Wynwood” Sono in corso ulteriori accordi non ancora resi pubblici: “L’attenzione che stiamo ricevendo da personalità che vogliono spingere il ramo commerciale in determinate aree del mercato, prima ignorate, è molto interessante. È stato un anno, il 2020, in cui i rivenditori hanno cercato di capire qual è il modello di crescita più funzionale. Dalla riduzione della metratura, alla chiusura di alcuni negozi, all’adeguamento dei termini di locazione e alla valutazione del modo migliore per distribuire il capitale di crescita, il percorso futuro si sta sviluppando tra Lincoln Road, Design District, Wynwood e Aventura Mall”. Visitare (Miami) per credere.

Manhattan immobiliare

Il lavoro da remoto è qui per restare. Manhattan accetta la sfida immobiliare e rilancia gli uffici

Manhattan accetta la sfida immobiliare e rilancia gli uffici. Il lavoro da remoto è qui per restare.

Il quartier generale di Spotify negli Stati Uniti occupa 16 piani del 4 World Trade Center, imponente edificio per uffici a Lower Manhattan, il primo a sorgere sul cratere causato dagli attacchi terroristici del 2001. I suoi uffici potrebbero non essere mai più pieni come prima: Spotify ha appena fatto sapere ai dipendenti che potranno lavorare ovunque, anche in un altro Stato. Qualche piano più in basso, MediaMath, una società di tecnologia pubblicitaria, sta progettando di abbandonare il suo spazio, una decisione alimentata dai suoi nuovi accordi di lavoro a distanza durante la pandemia. A Midtown Manhattan, Salesforce, a cornice di un edificio di 190 metri che si affaccia su Bryant Park, si aspetta che i lavoratori siano in ufficio solo uno o tre giorni alla settimana. Uno studio legale attiguo, Lowenstein Sandler, sta valutando l’opportunità di rinnovare il contratto di locazione per l’ufficio di Avenue of the Americas, dove 140 avvocati lavoravano cinque giorni alla settimana. “Sono riuscito a trovare poche persone, me compreso, che pensano che torneremo com’era”, ha detto Joseph J. Palermo, direttore operativo dell’azienda, al New York Times.

La domanda, a un anno dal coronavirus, è una sola: lo straordinario esodo di lavoratori dagli uffici è un “inconveniente a breve termine” oppure ora sta chiaramente diventando un cambiamento permanente e tettonico nel modo (e nel luogo) in cui le persone esercitano il proprio mestiere? Sia i datori di lavoro che i dipendenti hanno abbracciato i vantaggi del lavoro a distanza, inclusi i minori costi di ufficio e una maggiore flessibilità per i dipendenti, in particolare quelli con le famiglie, scrive il giornalista Matthew Haag. Ma nessuna città degli Stati Uniti, e forse del mondo, deve fare i conti con questa trasformazione più di New York, e in particolare Manhattan, un’isola del real estate la cui economia è sostenuta dal venditore di hot dog all’angolo ai teatri di Broadway, per oltre 1,6 milioni di pendolari ogni giorno.

I proprietari di immobili commerciali a Manhattan si erano affacciati al vecchio anno con ottimismo, cavalcando una domanda costante di spazi per uffici, prezzi record in alcuni quartieri e il più grande boom edilizio dagli anni Ottanta. Da dodici mesi a questa parte, i proprietari di immobili si sono trovati improvvisamente a rincorrere l’affitto non pagato, negoziare piani di rimborso con gli inquilini e offrire sconti profondi per riempire lo spazio vuoto. Circa il 90 per cento degli impiegati di Manhattan lavora da remoto, tasso rimasto invariato per mesi, secondo un sondaggio condotto da Partnership for New York City. “Tornare in ufficio con il 100 per cento delle persone, il 100 per cento delle volte, penso che non ci sia possibilità che ciò accada”, ha detto Daniel Pinto, co-presidente e direttore operativo di JPMorgan, in un’intervista a febbraio su CNBC. “Per tutti quelli che lavorano da casa tutto il tempo, dico loro che ci sono anche in quel caso zero possibilità di farlo”.

Noi di Columbus International sappiamo bene che gli immobili e gli edifici commerciali contribuiscono per quasi la metà alle entrate fiscali della città. Per la prima volta in vent’anni, New York prevede che le entrate fiscali sulla proprietà diminuiranno di circa 2,5 miliardi di dollari nel prossimo anno fiscale. Tuttavia – aguzzate bene le orecchie – New York è destinata a ricevere un significativo push federale dal pacchetto di stimoli da 1,9 trilioni di dollari: 5,95 miliardi di dollari in aiuti diretti e altri 4 miliardi di dollari per le scuole, ha detto una portavoce del municipio. La quantità di spazi per uffici a Manhattan sul mercato è aumentata negli ultimi mesi a 101 milioni di piedi quadrati, circa il 37 per cento in più rispetto a un anno fa e più di tutti gli uffici combinati nel centro di Los Angeles, Atlanta e Dallas.

Guidato da alcune delle più grandi aziende del mondo, il settore tecnologico ha ampliato la sua presenza a New York durante la pandemia. Facebook ha aggiunto 1 milione di piedi quadrati di uffici a Manhattan e Apple ha aggiunto due piani in un edificio a Midtown. E l’ondata di immobili commerciali disponibili è stata un enorme vantaggio per alcune nuove imprese che sono state in grado di trovare spazi con affitti inferiori rispetto a prima della pandemia. Innegabile sia un periodo storico di grande transizione ma, al tempo stesso, è anche arrivato il momento per tutto quello che avete sempre sognato, in termini di vantaggi fiscali e immobiliari: lavorare fisicamente nella città più amata del mondo, a costi ridotti.

mercato immobiliare Milano

A Milano prezzi in aumento e boom del mercato delle case, il Covid non arresta il real estate

Il mercato immobiliare Milano prezzi in aumento e boom delle case, il Covid non arresta il real estate

Il mercato immobiliare di Milano ha una vita tutta sua, lo dicono numeri, report e statistiche. E il Covid non ha certo invertito la tendenza, anzi. Per ciò che riguarda il mercato degli investimenti, scrive il Corriere della Sera (L’Economia), il capoluogo lombardo vale da sé quasi la metà di tutto il mercato italiano: in modo particolare, a dare ossigeno al real estate nel Nord sono le operazioni effettuate da soggetti istituzionali come i fondi, dal valore con un minimo di sette fino a un massimo di nove cifre (generalmente i fondi ruotano attorno ad immobili non residenziali). Le variazioni dei prezzi sono di norma migliori rispetto a quelli delle medie nazionali anche per le case: il capoluogo lombardo è l’unica grande città a vantare valori perfettamente in equilibrio e, in alcuni casi, più alti rispetto a quelli registrati nel 2007-2008, l’anno del grande crollo.

L’Ipab – tranquilli, non è una paraloccia, sta per “indice dei prezzi delle abitazioni” – rivela che, nell’anno del Coronavirus, il mercato della casa di Milano ha registrato una performance superiore rispetto a quella del resto dell’Italia: + 7,4%, contro una media nazionale ferma all’1,9%. Ciò nonostante, l’Agenzia delle Entrate ci riporta con i piedi per terra, dando una panoramica sull’andamento delle compravendite a Milano non molto rassicurante; di fatto, le compravendite sono diminuite del 17,5% a fronte del -5,5% registrato in Italia e, nel quarto trimestre 2020, le transazioni in città sono diminuite dell’8,9% (mentre a livello nazionale si registrava un +8,8%).

Viaggio nella Miami dei record: ecco perché in Florida il real estate fonde lusso e sostenibilità

Viaggio nella Miami dei record: ecco perché in Florida il real estate fonde lusso e sostenibilità

In questi tempi incerti, il grande exploit di Miami merita una medaglia: il prezzo della casa a Miami ha battuto tutti i record a gennaio per il quinto mese consecutivo. Nel Miami-Dade, il valore medio di una casa ad uso familiare ha toccato i 469.500 di dollari, più del 25% rispetto l’anno passato. E, come se non bastasse, la Florida è diventata baluardo della perfetta integrazione tra real estate e clima, nonostante le premesse non fossero delle migliori.

Dalle parti di Miami-Dade County, infatti, gli esperti stanno costruendo abitazioni sempre più ecosostenibili per fare di Miami un’autentica città salva-clima, con un piano immobiliare che fonda perfettamente lusso, natura ed ecosistema.

Il dibattito su un mercato immobiliare sostenibile in Florida si era intensificato, tempo fa, proprio nelle Florida Keys, il gruppo di isole a sud di Miami con una volta di barriere coralline sottomarine. Le Keys e Downtown Miami sono state le prime ad avviare l’idea di Green Real Estate a Miami, dove i nuovi edifici presentano tutti la certificazione LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Qualche esempio? Reach Brickell City Center, Rise Brickell City Center, Grove al Grand Bay, Brickell Ten, Biscayne Beach, 1 Hotel & Homes e 26 Edgewater. Reach Brickell City Center e la sua torre-sorella Rise sono ufficialmente i buildings più green della città. Il design team di Arquitectonica non solo si è impegnato a preservare i componenti naturali dell’ambiente ma ha dato origine a dei bellissimi open green spaces con materiali riciclati o locali, ed impiego di legno certificato. La water efficiency vanta un 40% di riduzione dello spreco dell’acqua fino a renderla tra le più pure e potabili dell’area.

Milano

MilanoSesto: una città in progress. Così cambierà l’area Falck con nuovi residenti e city users

MilanoSesto: una città in progress. Così cambierà l’area Falck con nuovi residenti e city users

Una città in evoluzione: MilanoSesto è uno tra i più ambiziosi progetti di rigenerazione urbana in Europa. Un territorio della Grande Milano dall’antica vocazione industriale che rinascerà sulla base di modelli avanzati di inclusione sociale e sostenibilità ambientale per diventare una nuova destinazione urbana dove vivere, lavorare, studiare e costruire il futuro insieme. Il masterplan firmato da Foster + Partners, uno dei più prestigiosi studi di architettura e progettazione a livello internazionale, prevede uno sviluppo progressivo che vedrà nascere nei prossimi anni aree verdi, quartieri residenziali, nuove piazze, spazi retail e direzionali, oltre a luoghi pensati per favorire l’incontro tra le persone.”

Concepita con l’obiettivo di adempiere ai criteri definiti dai Sustainable Developement Goals 2030 delle Nazioni Unite, l’intera area, riporta il sito ufficiale del progetto, vedrà nascere un polo di sviluppo a lungo termine che grazie all’utilizzo sapiente della tecnologia permetterà di rispettare i più elevati standard internazionali di sostenibilità, efficienza energetica e qualità della vita. Un impegno concreto verso l’ambiente e verso tutte le persone che qui vivranno, studieranno e lavoreranno.

Ecco i numeri: il progetto si sviluppa su un’area di oltre 1,5 milioni di metri quadrati che, una volta completati i lavori, ospiterà oltre 50.000 persone tra residenti e city users. Il cantiere MilanoSesto è già attivo e le prime operazioni di costruzione inizieranno nel 2021.

Siete a favore di questo neo-modello Silicon Valley per Milano?

Palazzo delle Ferrovie a Firenze

Firenze guarda al futuro dell’immobiliare. E inaugura il suo parco dei tulipani

Firenze guarda al futuro dell’immobiliare. E inaugura il suo parco dei tulipani

La Toscana ha una marcia in più quando si tratta di pensare al rilancio del mercato immobiliare. Lo dicono le stime di Abitare Co., secondo cui a Firenze, nonostante un calo delle compravendite di abitazioni nuove e usate fra il -15,0% e il -25,0%, a riscrivere le regole del real estate sono proprio le nuove abitazioni: oltre 470 transazioni nel 2020 e -9,5% sul 2019. Le costruzioni in progress danno carburante al mercato, dopo lockdown e restrizioni. E per restare in tema di previsioni, mentre il residenziale non sembra invertire la rotta, le abitazioni in via di sviluppo nel 2021 potrebbero segnare in media un incremento del +7,9% di compravendite e +1,1% dei prezzi.

L’anno del Covid non ha risparmiato nessuno. Eppure, stando ad un recente studio di Tecnocasa, il centro storico svuotato dei turisti, pur soffrendo per la diminuzione degli investimenti nel mattone (soprattutto nella macroarea dell’Isolotto), mantiene alto il suo onore, con prezzi medi (€5.100 al mq.) in aumento del +3%.

Persino il “verde” accompagna la crescita di Firenze con l’inaugurazione del parco di tulipani. Di recente la Tribù della terra ha portato i tulipani nel Parco del Mensola elevando il progetto verso un autentico impianto floreale del tempio vitruviano toscano, nella tradizione e nei luoghi dei progenitori etruschi. Al momento in cui scriviamo, il parco continuerà ad essere visitabile solo con autocerficazione.

Foto: Wander And Pick

Broker immobiliari

10 buoni motivi per cui fate bene ad affidarvi a un broker se cercate casa (fate largo, influencers di TikTok!)

Broker immobiliari: 10 buoni motivi per cui fate bene ad affidarvi se cercate casa (fate largo, influencers di TikTok!)

 

Broker immobiliari, Guida galattica per aspiranti: se pensate che tutte le opportunità di investimento oggi si trovino in qualche videoclip caricato da un influencer coi capelli colorati su TikTok… patentino revocato! E se attraverso TikTok siete rimasti stregati da tour di case, con tanto di stroncature di ispettori e broker del settore, consigli su mutui e acquisti fai-da-te, forse siete anche voi vittime dell’Ok Boomer, la fantastica bolla dove la casa dei sogni ormai si acquista online, soltanto online, senza nemmeno mai averla visitata di persona e senza conoscere il posto.

Fermi tutti: la nostra è una provocazione. Noi di Columbus International non siamo 100% anti-TikTok. (Indizio: sotto il nome in codice TheItalianBroker potrete trovare il nostro Amministratore Delegato in attività tiktokkiane che neppure Charli D’Amelio e Addison Rae…). Siamo infatti consapevoli del fatto che, da un anno a questa parte, TikTok abbia subito un’impennata, soprattutto nella categoria “immobiliare”, grazie a teenagers rampanti che raccontano a suon di hip-hop, con video conditi da grafiche e numeri accattivanti, che cosa significhi comprare o affittare una proprietà a New York, Miami e in altre parti del mondo. E non è un caso che, da inizio 2021, il famoso sito di listings Zillow, società di advertising immobiliare, abbia segnato un accesso record di utenti e potenziali inquilini che, stanchi di YouTube, Netflix o Robinhood, l’app che ha messo sottosopra Wall Street, hanno finito per fiondarsi sui motori di ricerca del real estate, tra grattacieli di lusso ed evasioni nella campagna toscana.

Viet Shelton, portavoce di Zillow, ha fatto sapere a BuzzFeed che l’app di real estate ha visto un balzo del 50% rispetto la primavera scorsa: “Ciascuno di noi, ai tempi del Coronavirus, sembra cercare una valvola di sfogo immobiliare, che sia la casa dei propri sogni oppure un casolare in campagna, senza parlare dell’applicazione Zillow Surfing, molto divertente e intuitiva da usare”. L’età media di chi sceglie di comprare casa via TikTok o su Zillow, senza passare per un broker in carne ed ossa, è di trent’anni o poco più; segno che il social network della Generazione Z che viene dalla Cina – (identikit: “chi ha più di 25 anni difficilmente è iscritto o ne conosce le regole, le parole non servono, contano il linguaggio del corpo e le espressioni del viso”) – si presta ad attrarre un preciso target di fan dell’home shopping, come se si trattasse di un generico ordine su Amazon. Al contrario di un libro o di un pacco d’acqua, vi arriva una casa.

Lo scorso anno, una fetta importante di realtors è stata protagonista di un sondaggio in cui solo il 2% dichiarava di usare TikTok professionalmente, mentre il 6% sosteneva di farne un “uso personale,” fa sapere Jessica Lautz, vicepresidente del National Association of Realtors. Queste percentuali sono destinate a crescere, poiché, con la pandemia in corso, tecnologia e real estate vanno sempre più d’accordo. Un broker professionista, con patentino e un’istruzione in continuo aggiornamento tramite corsi riconosciuti, sarà sempre un’entità distinta da un performer che, gonfio di sponsor a supporto, visita attici o appartamenti da capogiro, senza davvero averne percezione.

Per noi di Columbus International il confine tra professione e divertimento virale resta e sarà sempre chiaro. E voi da che parte state: la professione del classico agente immobiliare ha i giorni contati o continuerete ad affidarvi ad agenzie riconosciute, prima di scorrere le finestrelle di TikTok?

Se siete ancora incerti, vi diamo 10 buoni motivi per cui sarebbe bene contattare un esperto del settore:

1 – Un buon broker vi dà una panoramica del mercato immobiliare con dati alla mano, aggiornati e verificati

2 – L’agente è un “problem solver” e si fa carico di tutta quella parte burocratica e logistica che altrimenti vi consumerebbe tempo ed energie, soprattutto se siete investitori stranieri. Grazie a Columbus International, vi affiderete ad un vero e proprio one-stop-shop: oltre al nostro input, i clienti hanno accesso ad un ventaglio di professionisti di madre lingua che potranno assisterli anche in materia fiscale, legale e di interior design/costruzione;

3 – Tenacia, apertura mentale e caparbietà: le qualità di un professionista sono infinite ma con l’etica del lavoro di un agente immobiliare non ci sono rivali, mai;

4 – Il network di connections e il portfolio di proprietà sono un altro plus di chi conosce il settore a menadito e sa destreggiarsi in un mercato in continua evoluzione;

5 – Cura per il dettaglio, curiostà ed energia: solo un’agenzia di professionisti doc offre queste garanzie;

6 – Il tratto tecnologico è fondamentale: un broker moderno e con accesso diretto a dati, foto, video e applications ha un vantaggio enorme quando si tratta di chiudere un affare in tempi record o garantirvi un affitto immediato;

7 – Comunicazione e passione da trasmettere: il real estate non è un oggetto inanimato. È fatto di cuore, carne e sudore;

8 – La parola “esperienza” è forse la più sottovalutata quando si ha di fronte la persona che vi aiuta nella compravendita o in una transizione. Eppure, senza esperienza, non avreste una casa;

9 – Ricettività e reattività: i clienti pretendono risposte e soluzioni istantanee ed è un onore poterli instradare nel minor tempo possibile e con la maggior cura del mondo;

10 – Think Realty. Pensate “immobiliare”, sempre. E in bocca al lupo!

La rinascita della città di New York ai tempi del vaccino Covid tra economia, immobiliare e cultura

La rinascita della città di New York ai tempi del vaccino Covid tra economia, immobiliare e cultura

Il Lincoln Center sta per portare le arti in scena ad oltre un anno dalla chiusura dei teatri. In piena pandemia, e con l’avvicinarsi del bel tempo, sta per arrivare la serie di eventi di Restart Stages, un’iniziativa che porterà le performing arts direttamente all’aperto in tutta New York City, a partire dal 7 aprile. Dal cabaret a Hearst Plaza alle attività per tutte le famiglie a Central Park, fino al programma estivo della Chamber Music Society e workshop di danza eseguiti dal New York City Ballet con proiezioni del Film at Lincoln Center.

La svolta culturale di Manhattan riparte proprio da qui. Dalle arti. Con il piccolo grande crollo degli affitti a New York e i residenti che se la sono data a gambe (non tutti, per fortuna!) verso mete più calde e con tasse ridotte, la città, per oltre un anno, si è vista scippata delle sue gemme culturali, dell’entertainment e della gastronomia. I padroni di casa si sono rimboccati le maniche ritrovandosi a concedere sconti senza tempo. Risultato: secondo StreetEasy il 2020 segna l’anno con il declino più veloce degli affitti di sempre, con discese del 15.5% a Manhattan e 8.6% a Brooklyn e nel Queens.

Ora la musica sta per cambiare. Il governatore Andrew M. Cuomo, da una conferenza ad Albany, ha annunciato che le arti, gli spettacoli e gli eventi potranno riattivarsi a partire dal 2 aprile con il 33% di capienza e un limite di 100 persone in interni e 200 all’aperto. Tutti i partecipanti dovranno indossare maschere e mantenere le distanze di sicurezza come da protocollo. In un senso più ampio, la manovra Biden è stata appena festeggiata da Wall Street (piace la nuova inondazione di potere d’acquisto) e la ripresa, in America, sembra robusta.