Milano

Milano, Ardian ufficializza l’acquisizione degli uffici di via Vespucci 2. Tutti i dettagli dell’operazione

Ardian Real Estate approda a Porta Nuova a Milano e acquisisce l’immobile di via Amerigo Vespucci numero 2. Lo rende noto Il Sole 24 Ore secondo cui l’acquisizione dell’immobile che si sviluppa in undici piani, di cui nove fuori terra, su una superficie lorda di 12.300 metri quadrati, è stata perfezionata “per il tramite di un veicolo co-investito dal fondo Ardian Real Estate European Fund II e Primonial REIM France”. L’immobile che Ardian ha acquisito da un fondo immobiliare gestito da InvestiRE Sgr Spa. (Gruppo Banca Finnat) è in prevalenza a uso uffici e con locali sfitti.

L’operazione segna di fatto nuova fase: il programma che la società Ardian – forte di un patrimonio di 140 miliardi di dollari gestito o in advisory per conto di oltre 1.400 clienti in tutto il mondo – vuole portare avanti, con tanto di piano di riqualificazione e valorizzazione dell’intero compendio che sarà oggetto di un processo di valorizzazione.

Prosegue Il Sole 24 Ore: tra gli obiettivi, quello di “creare un edificio Grade A Green+, che sia pioniere nel definire i massimi target di sostenibilità, minimizzando i consumi e le emissioni qualificandosi come Net Zero Energy Building”. Il tutto, “in linea con la vocazione della società per i temi Esg”.

“Ardian investirà in modo considerevole nel riposizionamento dell’immobile con una strategia “Build-to-Green+” – spiega Matteo Minardi, managing director Ardian –, con un progetto che avrà come obiettivo la contribuzione alla mitigazione del cambiamento climatico, in aderenza con quanto dettato dall’Accordo di Parigi, minimizzando le emissioni di CO2 sia in fase di costruzione che durante la vita dell’immobile”.

“L’azienda – sottolinea il manager – ha già lanciato un concorso di progettazione a cui sono stati invitati alcuni tra i più importanti studi internazionali con lo scopo di rigenerare una parte di città restituendo un edificio iconico, pioniere in termini di sostenibilità e gradevole da vivere per la comunità”. L’immobile si candida a pioniere nel raggiungere i massimi target di sostenibilità, minimizzando i consumi e le emissioni.

Porta Nuova di Milano è il primo al mondo a ottenere le certificazioni Leed e Well for community

Il quartiere di Porta Nuova di Milano è il primo a livello mondiale a ottenere le certificazioni Leed e Well for community, che riconoscono la sostenibilità sociale, ambientale ed economica di un progetto immobiliare.

Lo annuncia Coima, che riporta come il suo impegno verso uno sviluppo immobiliare sostenibile trovi anche conferma nei punteggi tra i più alti al mondo assegnati da Gresb a tre fondi immobiliari, valutati fra i più sostenibili in Europa e primi in Italia a rientrare tra i “Global sector leader”.

L’annuncio delle certificazioni è stato fatto in occasione del Coima real estate forum – appuntamento annuale di confronto sullo sviluppo del territorio con istituzioni e investitori nazionali e internazionali. Richard Tayar, Fondatore e Amministratore Delegato di Columbus International ha partecipato all’inaugurazione di ED.G.E., un centro direzionale in piena Porta Nuova. ED.G.E. sarà “un polo terziario sostenibile in tutto il suo processo realizzativo e gestionale, che nasce per essere certificato LEED Platinum”.

Assegnate dall’Us green building council e dall’International Well building institute (Iwbi), scrive Requadro, le certificazioni riconoscono la sostenibilità sociale, ambientale ed economica di un progetto immobiliare o, come in questo caso, di un’intera area urbana.

Porta Nuova, la cui progettazione è stata avviata nel 2003, diventa così il primo progetto al mondo di riqualificazione urbana a ottenere questo prestigioso doppio riconoscimento, contribuendo al posizionamento del capoluogo lombardo e dell’Italia tra i territori più avanzati nel perseguire investimenti immobiliari sostenibili con un impatto misurabile e trasparente. Lo sviluppo di Porta Nuova ha permesso la riqualificazione di un ecosistema precedentemente compromesso dalla presenza dello scalo ferroviario dismesso di Garibaldi-Repubblica e la riconnessione urbana di quartieri storici divisi tra loro per più di un secolo.

Il passo successivo è stato l’attivazione degli spazi pubblici e la creazione di una comunità di quartiere, anche attraverso un’innovativa partnership pubblico-privato fra il Comune di Milano, Coima e la Fondazione Riccardo Catella per la gestione della sicurezza, della manutenzione e del programma culturale del parco BAM – Biblioteca degli Alberi Milano, che ospita un programma diversificato di oltre 200 eventi e attività culturali ogni anno con l’obiettivo di costruire e promuovere l’impegno civico con un modello di business sostenibile che possa essere replicato in altri parchi e in altre città del mondo. Lo sviluppo del quartiere, conclude Requadro, è sostenuto dal 2012 da Qatar Investment Authority (Qia), il fondo sovrano dello Stato del Qatar.

Foto via Coima

Richard Tayar

A Milano vanno di moda le case extra-lusso. È boom di vendite con le agevolazioni. Ecco perché

Tenetevi pronti: i dati dicono che nel primo semestre del 2022 è stato toccato il +10% di compravendite. grazie ai vantaggi fiscali. I “paperoni” che scelgono la residenza in Italia pagano una cedolare di 100 mila euro l’anno e cercano grandi case agli ultimi piani. Il prezzo medio nel Quadrilatero della Moda: 13.550 euro al metro quadrato. Lo rivela il Corriere della Sera di Milano secondo cui, fatte le debite proporzioni, “gli stranieri che comprano le residenze extra-lusso nel centro di Milano sono non solo decisamente benestanti, ma molto spesso si tratta di top manager che hanno già casa nelle principali piazze finanziarie o nei paradisi fiscali in Europa e sono abituati a fare i conti con prezzi tra i 30-40mila euro al metro in città come Londra, Parigi, Montecarlo, mentre qui, anche nelle aree dove le quotazioni sono ai massimi, trovano da spendere decisamente meno”.

Gli stranieri che scelgono la residenza in Italia possono optare per un regime agevolato che consente di pagare una cedolare secca di 100mila euro all’anno, una cosa da poco dal punto di vista dei “paperoni” che cercano casa nei dintorni del Quadrilatero. Si calcola che 700 stranieri, con un patrimonio di almeno 30 milioni di euro, abbiano optato per questo regime fiscale nella penisola e per la massima parte le operazioni di acquisto hanno riguardato la città di Milano.

Sono notizie che ricava il Corriere dalla società di servizi Vincenzo Monti Prestige. Dall’analisi emerge inoltre che “le vendite di immobili top a stranieri sono aumentate del 10 per cento nei primi sei mesi del 2022 e che — nonostante la vulgata che descrive come operatori compulsivi del mattone le star del calcio — per la gran parte i rogiti sono sottoscritti da imprenditori, che in oltre la metà dei casi puntano su una casa già riqualificata”. Solo uno su sette si accontenta di un immobile ancora da ristrutturare, mentre le residenze solo parzialmente ammodernate conquistano il favore di un acquirente su dieci.

“Gli stranieri – si legge nel report – che comprano casa a Milano sono soprattutto alla ricerca di grandi appartamenti agli ultimi piani, almeno di 200-250 metri quadrati, con ampi terrazzi e spazi aperti”. I quartieri più richiesti? Il Quadrilatero della Moda, la zona di Brera, l’area di via Venti Settembre e corso Magenta, ma anche Porta Nuova e Citylife. Le maggiori richieste, rileva lo studio, arrivano dagli Stati Uniti con una quota del 26 per cento sul totale della domanda, dal Regno Unito (16) e dalla Germania (13); seguono svizzeri, francesi, canadesi, belgi, israeliani e olandesi, tutti con percentuali comprese fra il 2 e il 6 per cento.