Meatpacking District

New York senza più auto, il sogno immobiliare si avvera. Il Meatpacking District è car-free

Meatpacking District è car-free, New York senza più auto, il sogno immobiliare si avvera.

Non ci saranno più auto per le strade del Meatpacking a Manhattan. Un altro segnale di incoraggiamento, sul fronte immobiliare, per chi vuole investire nell’area compresa tra Chelsea e West Village. Quegli incroci affollati erano già stati chiusi durante il picco del COVID. Gansevoort Street, Little West 12th Street, West 13th Street tra la Ninth Avenue e Washington Street e la corsia di scorrimento della Ninth Avenue sono da tempo tutte dotate di barricate e fioriere a forma esagonale per bloccare il traffico automobilistico, ha affermato il Business Improvement District locale. “Vediamo il Meatpacking District come un luogo ideale per promuovere e supportare cambiamenti nella sfera pubblica che enfatizzano i pedoni, promuovono il traffico pedonale per le imprese, supportano la cultura dei caffè all’aperto e consentono una maggiore programmazione culturale nelle nostre strade”, ha detto il direttore di BID Jeffrey LeFrancois Time Out New York.

LeFrancois ha aggiunto, parlando con Time Out, che “la geografia unica dell’area si presta a una pedonalizzazione organica del paesaggio stradale”. La forma esagonale delle barriere viaggia in parallelo con quella geografia, “imitando” l’angolo con cui le strade del Greenwich Village incontrano il resto della griglia di Manhattan. Le barriere sono state realizzate in acciaio arrugginito per evocare la storia della zona.

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia. Tutti i trend dell’immobiliare a Milano

La Lombardia è la regione con più transazioni in Italia. Tutti i trend dell’immobiliare a Milano

La Lombardia si dimostra la regione con più transazioni in Italia. Se il numero di transazioni concluse nel primo semestre 2021 è in aumento rispetto agli anni precedenti, confermando il trend pre-pandemia, le restrizioni hanno alterato, senza eccezioni, la crescita Q2 su Q1. Eppure c’è una regione in Italia che più di altre tiene testa ai cambiamenti in atto. E si chiama Lombardia. Nei primi mesi dell’anno 2021 le transazioni risultano infatti egualmente distribuite. Lo riporta Bluerating (via Real Estate Data Hub) con particolare attenzione ai dati che mostrano un aumento della domanda nel secondo trimestre 2021.

Un aumento da osservare con ottimismo poiché sostiene e irrobustisce la ripresa del mercato immobiliare nell’anno in corso, in contrasto con la riduzione della domanda registrata nel secondo trimestre del 2020. In particolare, le regioni con più transazioni si confermano Lombardia e Lazio. Milano e Roma sono le due ancòre del mercato immobiliare italiano, mentre si riduce la media dei giorni di permanenza sul mercato, a causa dell’aumento della domanda. Nel primo semestre 2021, secondo i dati, migliorano le tempistiche relative alle vendite, con una media di 141 giorni contro i 168 giorni dello stesso periodo del 2020.

Nel dettaglio, a Milano aumenta la domanda nel secondo trimestre 2021 rispetto al primo, come riportato dall’indicatore transazioni su incarichi. Le transazioni registrate a Milano (città) sono in linea con il primo trimestre dell’anno. La preferenza dei consumatori in città si orienta verso i bilocali, mentre i trilocali sono maggiormente apprezzati nell’hinterland; gli appartamenti venduti hanno dimensioni medie di 77,3 mq; 10 mq in meno rispetto a quanto si registra dall’analisi della provincia stessa. La categoria più agevolata nell’erogazione dei mutui è quella dei lavoratori a tempo indeterminato (sarebbe a dire quasi i tre quarti del totale). Aumenta la preferenza verso i mutui a tasso variabile.

Mercato immobiliare Stati Uniti

Estate frenetica per il real estate. Ecco perché la pandemia non ha messo al tappeto gli Stati Uniti

Estate frenetica per il real estate. Ecco perché la pandemia non ha messo al tappeto gli Stati Uniti

La pandemia ha creato un mercato immobiliare super-energetico in gran parte degli Stati Uniti. La grande onda deve ancora placarsi, con la domanda di case e appartamenti che supera ancora il numero di offerta sul mercato, dando ai venditori un certo vantaggio in buona parte del paese. Gli economisti dicono che il mercato sia ai suoi massimi picchi, dopo essersi leggermente raffreddato a luglio, forse un segno che gli aumenti selvaggi dei prezzi dell’anno scorso potrebbero aver spaventato alcuni acquirenti che preferiscono aspettare che le cose si calmino, restare fermi o continuare ad affittare.

A livello nazionale, i prezzi medi delle case statunitensi sono rimasti stabili da giugno a luglio a 385.000 dollari, il 10,3 percento in più rispetto allo scorso anno in questo momento, secondo gli ultimi dati di Realtor. È una crescita più lenta rispetto all’aumento del 12,7 percento nel giugno 2021 e segna il terzo mese consecutivo in cui i guadagni anno su anno sono rallentati.

Gli economisti affermano che l’aumento della variante Delta più contagiosa del virus probabilmente accelererà la tendenza ibrida del lavoro da casa che sta spingendo gli acquirenti con i mezzi per farlo a passare a case più grandi, una spinta che spesso allontana le persone dal nucleo urbano o verso città meno costose e affollate. E i tassi di interesse rimangono bassi, altro fattore decisivo nell’aumento della domanda di abitazioni.

Real estate Miami

Real estate Miami al suo picco: i primi sei mesi del 2021 sono i migliori della storia della Florida

Real estate Miami al suo picco: i primi sei mesi del 2021 sono i migliori della storia della Florida

Non lo dicono i broker ma una ricerca di mercato: i primi sei mesi del 2021 sono i migliori della storia del real estate di Miami. Il settore immobiliare della contea di Miami-Dade ha stabilito un record per le vendite di case, con la spinta anche di tante aziende statunitensi che si trasferiscono, sempre di più, nel sud della Florida. MIAMI Association of Realtors (MIAMI) e il sistema Multiple Listing Service (MLS) confermano che le vendite totali di case della contea di Miami-Dade sono aumentate del 142,4 per cento su base annua, da 4.766 a 11.553. Le transazioni di case unifamiliari a Miami sono aumentate del 66,9 per cento, da 2.688 a 4.486. Le case unifamiliari di Miami hanno toccato aumenti delle vendite anno su anno in otto degli ultimi nove trimestri, in un arco di più di due anni. Le vendite di condomini esistenti a Miami sono aumentate del 240,1 per cento, da 2.078 a 7.067. Cifre da risvegliare l’istinto e il fiuto di ogni broker!

“Il settore immobiliare di Miami continua a battere tutti i record mentre più acquirenti di case del nord-est e della costa occidentale e società tecnologiche e finanziarie si trasferiscono qui”, afferma Jennifer Wollmann, presidente del consiglio di amministrazione di MIAMI. “Le vendite di immobili a Miami stavano aumentando già poco prima della pandemia e il Coronavirus ha solo accelerato la domanda del nostro incredibile stile di vita, lavoro e gioco. Molti degli acquirenti di oggi stanno facendo del sud della Florida la loro casa principale, il che è importante perché questi residenti ‘a tempo pieno’ crescono fino ad incidere e a diversificare molti settori della nostra economia”.

New York centro per le arti

In arrivo a New York un nuovo centro per le arti: l’hub di gallerie sorgerà nelle ex vetrine di Barneys

New York In arrivo un nuovo centro per le arti: l’hub di gallerie sorgerà nelle ex vetrine di Barneys

 A New York è in arrivo un nuovo centro per le arti, infatti, sta per sorgere un nuovo importante hub di gallerie: con il lancio di Art House nell’ex flagship store di Barneys New York al numero 660 di Madison Avenue, questo novembre, l’assetto artistico-commerciale della città prende una piega che gli esperti di real estate considerano già di grande slancio per il mercato.

Il team è composto da Michael Plummer e Jeff Rabin di Artvest Advisory, ex comproprietari e co-fondatori delle fiere d’arte Tefaf di New York, e Geoff Fox, il preside di Touchstone Event Management. L’edificio di cinque piani è stato ristrutturato dall’architetto Kulapat Yantrasast e WHY Architecture e conterrà sale di osservazione private per gallerie internazionali, un club dei membri nell’ex ristorante Fred’s e spazi per eventi che saranno disponibili tutto l’anno “per ospitare fiere stagionali e programmazione culturale”, secondo una nota.

Art House consentirà inoltre ai propri espositori di accedere a una piattaforma di vendita online. L’evento di lancio è stato soprannominato Art House New York Fall – apertura il 4 novembre – e ci sarà un’altra edizione primaverile a maggio 2022 (una sorta di eco al programma pre-pandemia delle fiere Tefaf New York Autunno e Primavera e le principali stagioni delle aste ). Art House non ha ancora rilasciato i nomi ufficiali delle 60 gallerie partecipanti: ulteriori dettagli in arrivo in autunno. Quel che è certo è che, come i broker di Columbus International sanno bene, per esperienza sul campo, a New York il mercato non smette mai di stupire e rinnovarsi.

Rendering tratto da Art House e Ristrutturazione a cura di WHY Architecture

Elon Musk in visita a Firenze: un viaggio non annunciato nella capitale dell’immobiliare

Elon Musk in visita a Firenze: un viaggio non annunciato nella capitale dell’immobiliare

Elon Musk è a Firenze, a quasi un mese dalla sua partecipazione all’Italian Tech Week che si svolgerà a Torino il 23 e il 24 settembre, con un pubblico ridotto in presenza. L’ultimo tweet dell’imprenditore è una foto del razzo Starship. Nessun indizio su Firenze. I suoi seguaci, però, hanno saputo indovinare in anticipo lo spostamento in gran segreto. E così, come riporta Repubblica, il 7 agosto scorso Elon Musk’s Jet, il profilo creato su Twitter per documentare gli spostamenti dell’aereo privato dell’imprenditore, ha comunicato il decollo da Los Angeles del velivolo registrato col numero N628TS. Qualche minuto dopo era già nota la rotta: destinazione Italia, Firenze.

Fino ad arrivare ad una clip condivisa dal sindaco di Firenze, Dario Nardella, in cui Musk si mette nei panni del testimonial e scandisce in italiano “Visitate Firenze”.

VIDEO

Il fondatore di Tesla e Space X, insieme alla sua famiglia, ha incontrato il sindaco a Palazzo Vecchio e ha visitato la Galleria degli Uffizi con il direttore del museo Eike Schmidt.

Musk e il suo team si sono goduti una visita privata alla scoperta dei capolavori agli Uffizi, fra selfie e curiosità inedite sulle opere, inclusa una foto di gruppo davanti alla Venere di Botticelli. “Quando installerete una stazione spaziale su Marte, ci piacerebbe portarci qualche opera per il nostro progetto degli Uffizi diffusi”, ha scherzato Schmidt.

Comprare casa in Toscana

Comprare casa in Toscana: la vita agreste nel Chiantishire fa ancora chic l’immobiliare. Ecco perché

Comprare casa in Toscana: la vita agreste nel Chiantishire fa ancora chic l’immobiliare. Ecco perché

Comprare casa in Toscana: è il momento di investire nel Chiantishire! Da un reportage pubblicato su Repubblica di Firenze ecco emergere una lista di seconde case in Toscana dove conviene comprare e dove i prezzi si sono impennati. Il risultato? Si possono fare affari, con una flessione del listino di circa il 10 per cento rispetto a un anno fa.

Ora, si legge, i prezzi delle case nel Chiantishire calano e sale l’opportunità di fare buoni affari. A rivelarlo è una ricerca che Immobiliare.it ha svolto per conto di Repubblica Firenze sul mercato del mattone nelle località di villeggiatura della regione, mare, montagna, e dunque campagna, borghi celebrati ma anche meno noti affacci sulla costa.

La tabella dei prezzi dal Chianti alla Val d’Orcia

Chi punta ad un buen retiro a Gaiole in Chianti, nel cuore del Chiantishire in provincia di Siena, può sperare di farlo spendendo il 10% in meno rispetto ad un anno fa. Immobiliare.it certifica che a Gaiole in Chianti il prezzo del mattone è calato da maggio 2020 a maggio 2021 a 2.199 euro a metro quadrato, -10% appunto. Tuttavia, i proprietari, messi alle strette dal calo dei prezzi, resistono, e l’offerta di case risulta in calo del 9% mentre la redditività tocca il 4,37%.

Maggiori opportunità si intercettano nella limitrofa Castellina in Chianti, dove il prezzo degli immobili è calato del -7% a 2.527 euro a metro quadrato, ma l’immissione dei beni sul mercato è salita del 7%. Aumenta del 5% il prezzo e cala del 4% l’offerta a Greve in Chianti, provincia di Firenze. Come rileva Repubblica, “si tratta di prezzi medi, impossibile con queste cifre acquistare il casale ristrutturato ma un podere da rimettere e un buon appartamento all’aria buona, questo sì”.

Billionaires' Row

La Billionaires’ Row è solo un mito: il New York Post rivela che la metà dei nuovi grattacieli è vuota

La Billionaires’ Row è solo un mito: il New York Post rivela che la metà dei nuovi grattacieli è vuota

La Billionaires’ Row è un fallimento. Duro il giudizio del New York Post secondo cui quasi la metà delle unità di lusso in sette edifici nell’esclusivo tratto di Midtown Manhattan – dove, ad oggi, gli appartamenti sono stati venduti per oltre 100 milioni di dollari – sono vuote e buie. Lo rivela uno studio condiviso in esclusiva da The Post. L’analisi delle vendite in sospeso riguarda sette grattacieli: 157 W. 57th St., 432 Park Ave., 111 W. 57th St., 53 W. 53rd St., 520 Park Ave., 217 W. 57th St. e 220 Central Park South. Il report è stato condotto dalla società di brokeraggio Serhant.

Tirando le somme, di lusso c’è ben poco: circa il 44% dei condomini collettivi dell’edificio rimane vuoto. Il dato si traduce in 341 delle 772 unità cumulative degli edifici. Le 772 unità vantano un valore combinato di poco più di 17 miliardi di dollari, con il 39,7% di tale somma legato ad unità ancora invendute. L’offerta potrebbe aver semplicemente superato la domanda, ha affermato il direttore dell’intelligence di mercato di Serhant, Garrett Derderian, con le vendite negli edifici avviate tutte entro un periodo inferiore a sette anni, nella finestra di tempo compresa tra dicembre 2011 e ottobre 2018. “Non c’è dubbio che ci sia un eccesso di scorte, specialmente tra le unità valutate tra 10 e 30 milioni, dove la maggior parte dei grattacieli su Billionaires’ Row ha un prezzo ufficiale”, ha affermato Derderian.

Donna Olshan, presidente di Olshan Realty e autrice dell’Olshan Luxury Market Report, è d’accordo. “Si è creato troppo inventario costruito“, ha detto Olshan. “Nessuno sa quanto sia profondo il bacino di acquirenti di queste proprietà. Gli sviluppatori hanno raccolto denaro, fatto proiezioni rosee e costruito edifici, ma non hanno venduto”, ha aggiunto. “Erano troppo cari, e in alcuni edifici le uniche belle viste sono molto, molto in alto.” Il più grande perdente nell’affollato mercato, ha detto Olshan, è probabilmente il 157 West 57th St., il primo degli edifici a lanciare le vendite sul mercato.

Firenze: grande dinamicità in tutta la regione Toscana. Ecco i nuovi fattori di spinta del mattone

Firenze: grande dinamicità in tutta la regione Toscana. Ecco i nuovi fattori di spinta del mattone

La domanda nel residenziale a Firenze è in aumento e la regione Toscana gode di grande dinamicità. È quello che emerge dai dati elaborati dal Centro Studi RE/MAX Italia. La Toscana è ufficialmente tra le aree trainanti del mercato immobiliare italiano. In testa? La Lombardia, come abbiamo scritto qui.

Le categorie di immobili che hanno maggiore successo sono quelle con più di due locali e una metratura media di 111 mq. Tra gli elementi di spinta del mattone, ci sono le nuove esigenze abitative emerse durante i mesi di restrizioni: case più grandi, stanze pensate per lo smart working, spazi esterni come balconi, terrazze e giardini. Ad agevolare il tutto, anche il Decreto Sostegni Bis, che ha portato verso un aumento dei mutui erogati a chi ha sotto i 36 anni di età e vorrebbe acquistare la prima casa.

A Firenze, in particolare, si registra una notevole ripresa della domanda nel comparto residenziale con una propensione all’acquisto di immobili con più di tre locali e metratura media di 105 mq. Il mercato direzionale fiorentino è in grande fermento nel centro storico, con un occhio alle zone periferiche a nord-ovest della città che ricoprono un posto di maggiore rilevanza, mentre in ambito commerciale i dati disponibili per il Q1 2021 indicano un lieve incremento nel numero di transazioni registrate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Richard Tayar

Da Milano a New York: Richard Tayar racconta i nuovi scenari dello smart working

Da Milano a New York: Richard Tayar racconta i nuovi scenari dello smart working

Contributo di Richard Tayar per Business Community 

Scienza e mercato hanno opinioni diverse su quando finirà davvero la pandemia. Di fatto, con le varianti e nuove, indispensabili restrizioni in atto, sembra quasi imprudente parlare di fase post-pandemica, ed è difficile prevedere quanto e che cosa resterà delle abitudini di questi mesi. Gli scenari possibili non spaventano però il settore immobiliare, diventato una sorta di bussola in equilibrio tra i “se” e i “ma”, anche quando tutto era fuori controllo e le esigenze di vita e lavoro si rinnovavano sotto i nostri occhi.

Il periodo ancora in corso ha portato tutti in breve tempo ad adattarsi a nuovi ritmi di lavoro, sperimentando, forse per la prima volta e a diverse latitudini, il lavoro da remoto. Modello lavorativo di cui alcuni già da anni si prodigavano a raccontare e mostrarne l’efficacia e funzionalità, immersi però in cultura societaria saldamente ancorata a quello che già conosceva e ancora limitata da preconcetti e da qualche ostacolo tecnologico. L’avvento improvviso della pandemia ha però dato una forte accelerazione e, per certi versi, ha quasi obbligato a dirigersi verso un processo che si muoveva lento già negli ultimi dieci anni. Senza dubbio questo ultimo periodo ha fatto rivalutare a molti i concetti di tempo e spazio, ponendo maggiore attenzione a tutto ciò che si può fare in quei sessanta minuti necessari solitamente per raggiungere il proprio posto di lavoro e valorizzando più che mai i 2 metri quadrati di terrazzo usati fino a quel momento come deposito degli attrezzi.

Il lockdown ha quindi generato due movimenti: il primo all’esterno, verso quei territori che fino a pochi mesi fa erano considerati periferie, e il secondo all’interno della propria abitazione, provocando un notevole impatto sul settore immobiliare. Si può tranquillamente affermare, infatti, che nessuna asset class è più quello di un tempo. Prendiamo il retail, anche quello high street, o l’hospitality; un tempo erano settori immobiliari inavvicinabili e con rendimenti contenuti, mentre oggi li troviamo ampiamente a sconto: grandi opportunità con qualche rischio.

La logistica ormai è regina, spinta dall’esplosione dell’eCommerce esattamente come alcune asset class che un tempo erano alternative e che ora stanno diventando fortemente mainstream: data center, life sciences, healthcare, senior living, student living e molte altre. Gli uffici stanno ripensandosi, una asset class in pausa di riflessione, almeno così sembra. Fra tutte è il residenziale che sta riservando maggiori sorprese sia perché la domanda sta esplodendo in Italia come in US, ma anche perché è una domanda esigente che trova spesso un’offerta impreparata e un patrimonio immobiliare forse non adeguato.

Il Bel Paese

Prendiamo Milano dove i prezzi salgono e la domanda è elevata.
La volontà di cambiare guarda a spazi abitativi più ampi, questo è certo, ma non è una novità, si guarda invece agli spazi spesso ignorati: gli affacci sul mondo esterno. I balconi, anche i balconcini sono elementi un tempo ignorati ma che ora possono incidere anche per il 15% sui prezzi di vendita. Se poi parliamo di terrazzi, giardini pensili, fazzoletti di verde ad uso esclusivo, arriviamo a percentuali anche del 25% di incidenza sulla vendita a corpo di una unità abitativa. Tutto questo non basta, infatti assistiamo a due fenomeni apparentemente contrastanti. Da una parte la domanda cerca il nuovo – il patrimonio immobiliare ai piedi della Madonnina è piuttosto invecchiato e non sempre di eccelsa qualità – dall’altra si torna all’organizzazione degli spazi interni tipico delle costruzioni anni 60. Luoghi funzionalmente distinti, molte camere, i corridoi (addirittura loro, che sembravano completamente defunti). La richiesta è di poter isolarsi in casa, per lavoro, ma anche per relax, di suddividere le zone fra familiari e personali, con una netta distinzione fra zona giorno e zona notte, i doppi servizi sono ormai imprescindibili.

Il nuovo, soprattutto quello in costruzione (un centinaio di cantieri in città) ha caratteristiche che registrano puntualmente i nuovi desiderata: logge, balconi e terrazzi, locker room anche refrigerarti per le consegne di pacchi e spesa, spazi condominiali di coworking, un concetto estraneo ai più fino a pochi mesi fa e ormai diventato parte del linguaggio comune. È ormai evidente che Milano sta diventando sempre di più policentrica, spinta dall’apertura di persone e famiglie dal centro verso i borghi. I tempi di communiting spaventano di meno perché l’idea è che il remote working rimanga, almeno parzialmente, in una forma ibrida con il lavoro da ufficio, ma sono le zone periferiche che stanno traendo maggiore vantaggio. Da una parte la seduzione della città dei 15 minuti, dall’altra le cose molto più concrete come il potenziamento della rete metropolitana che attende anche la realizzazione della circle line milanese e poi anche progetti come Mind nell’ex area dell’Expo 2015 che stanno facendo evolvere la gentrificazione in rigenerazione urbana.

E negli Stati Uniti?

Oltreoceano con alcuni ovvi correttivi la spinta alla ricoperta dei “borghi” e il “south working” hanno attecchito maggiormente.
I flussi, da un punto di vista della dinamicità del mercato immobiliare, sono sensibili: Miami ha conosciuto un breve ma intenso ciclo rialzista e non sono stati pochi a trasferirsi lì, in cerca di verde, panorama, elementi naturali, spazi esterni che connettessero l’ambiente domestico con l’esterno, ma sono da segnalare anche i trasferimenti verso gli Hamptons o il Connecticut. Anche in questi casi parliamo soprattutto di élite e rimane da capire quanto questi trasferimenti saranno definitivi oppure no, ma questo ragionamento ci porta a New York City, il mercato immobiliare per antonomasia, in USA e nel mondo. La città che non dorme mai ha conosciuto una nuova e inedita fase, dalla quale siamo certi non si potrà tornare più indietro. La pandemia ha causato una spinta centrifuga della popolazione che ha scelto spesso di abbandonare Manhattan, convinta anche da quanto il remote working rendeva possibile: una migliore qualità della vita con un buon impiego, tanto che, tra qualche anno, si potrebbe parlare di well-being working.

Per quanto possa essere bello vivere al quarantesimo piano di un grattacielo, passare il lockdown in pochi metri quadri ha fatto fuggire le persone verso altre zone di New York, come Brooklyn. Già negli ultimi anni Brooklyn si era imposto come un mercato in forte crescita rispetto a Manhattan. Il primo slancio è arrivato dal riposizionamento di Williamsburg, delle zone limitrofe e perfino dell’entroterra del quartiere.

Con la pandemia è cresciuto ulteriormente l’interesse per Brooklyn, sia perché offre dei prezzi ridotti rispetto a Manhattan, sia perché ha maggiori spazi verdi, elementi naturali e scorci impossibili da trovare dall’altra parte dell’East River. Anche il Queens è stato scelto da molti, soprattutto nella zona di Astoria: si tratta di un’area fortemente residenziale e con una vita di quartiere quasi mediterranea.

Il Bronx, che già da prima della pandemia stava vivendo un momento di forte sviluppo, è ora al centro di un’accelerazione mai vista prima che parte da Parkchester fino al South Bronx. Tutte queste aree fuori dall’isola di Manhattan hanno in comune un prezzo al metro quadro più contenuto, ma soprattutto una concezione dell’abitare più europeo con spazi interni più generosi, edifici più bassi – per i quali si può anche fare a meno dell’ascensore -, aree verde pubbliche e private, una vita di quartiere dinamica e vivace, tanto che anche qui si è cominciato a parlare di città dei 15 minuti. Se da una parte, quindi, possiamo parlare di esodo dagli uffici, dall’altra si stanno riscoprendo nuovi locali che si reinventano per offrire ai propri clienti quello di cui hanno bisogno: spazi di coworking informali, ma efficacemente attrezzati.

È, infatti, significativo come molti di questi quartieri si stiano riorganizzando per dare nuovi servizi di prossimità ai nuovi residenti. Tante caffetterie si stanno trasformando tanto che la rincorsa alla certificazione WiredScore in queste aree di New York ha avuto un’impennata. L’ufficio non è più come lo abbiamo sempre immaginato ma acquisisce una dimensione più sociale, come luogo di incontro e confronto e questo, può avvenire anche a dieci minuti dalla propria abitazione.
Infine, anche lo sviluppo dei trasporti pubblici si sta velocemente adeguando ala situazione, sviluppandosi a un ritmo incredibilmente sostenuto. A Manhattan, in generale, c’è una forte flessione dei prezzi a Tribeca e a Soho intorno al 10%, Midtown -14%. Upper West Side -21%. Questo non perché manchino le risorse, soprattutto nelle fasce di prezzo più elevate, ma perché è proprio cambiato il mercato.

Non è un caso se oggi a Manhattan il prezzo medio è di poco superiore a 1.250 dollari al piede quadrato, mentre Brooklyn sfiora ormai i 1.000 dollari. Nessun’altra città degli Stati Uniti deve affrontare i cambiamenti del concetto di posto di lavoro – da fisico a remoto – più di New York, i cui uffici prima della pandemia attiravano 1,6 milioni di pendolari al giorno, sostenendo l’economia di buona parte della città, dai negozi ai ristoranti, ai teatri di Broadway. Oggi la città deve attirare le persone per ragioni diverse dall’andare in ufficio. L’idea di ufficio fisico non basta più, lo pensano in molti e lo crediamo anche noi.