I super grattacieli della Billionaires’ Row a New York sono sicuri? Ecco il verdetto degli esperti
I super grattacieli della Billionaires’ Row a New York sono sicuri? Ecco il verdetto degli esperti
I grattacieli della Billionaires’ Row di New York a Midtown Manhattan hanno tutti qualcosa in comune oltre ai prezzi allettanti: la città li considera ancora cantieri attivi, con una serie di requisiti relativi alla sicurezza che rimangono incompleti, a volte a distanza di anni dall’occupazione.
A tutte e otto le torri manca ancora l’autorizzazione finale del Dipartimento degli Edifici (Department of Buildings) per gli ascensori e gli impianti idraulici; sette non hanno avuto l’autorizzazione finale sugli impianti antincendio; a cinque mancano le approvazioni dei vigili del fuoco. Ci sono centinaia di edifici in tutta la città che allo stesso modo non hanno ricevuto il cosiddetto certificato finale di occupazione e il sistema di certificati temporanei che consente di occupare edifici senza queste approvazioni finali è in vigore da decenni.
Ma la posta in gioco non è mai stata così alta. L’ondata di torri superalte vicine o superiori a 1.000 piedi in tutta la città nell’ultimo decennio è senza precedenti e gli edifici, più snelli e architettonicamente complicati che mai, stanno mostrando falle e lacune nella strategia di applicazione della città che potrebbero comportare rischi per la sicurezza, se non controllati. Secondo i resoconti di ingegneri, urbanisti ed ex dipendenti del Dipartimento delle Costruzioni, un edificio non è necessariamente pericoloso se non ha completato tutti i tasselli di supervisione richiesti dalla città, e non ci sono prove che si rischi di arrivare ad una situazione drammatica come il crollo del condominio a Surfside, in Florida, a giugno.
Tutti i grattacieli di New York City hanno ottenuto i cosiddetti certificati di occupazione temporanei, o TCO, che la città afferma di non rilasciare in caso di problemi strutturali. Ma questi nuovi Supertalls rientrano in regolamentazioni che in alcuni casi sono state create pensando agli edifici prebellici e non considerano cambiamenti significativi nella progettazione degli edifici, dice al New York Times Jose Torero, capo del dipartimento di ingegneria civile, ambientale e geomatica presso l’University College di Londra, e un esperto di ingegneria della sicurezza antincendio. Alcuni calcoli di resistenza al fuoco, ad esempio, si basano su planimetrie molto più compartimentate, non sui progetti di piani aperti di condomini di lusso, e il fuoco può diffondersi in modo diverso in un edificio con facciata in vetro, rispetto a uno con esterni in mattoni.